25. Colui che cammina nella notte

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Il risveglio di Arya fu strano.
Si drizzò la schiena mettendosi a sedere ma qualcosa non le tornava. Guardandosi attorno si accorse di esser stata avvolta da un bagno di sudore, come se avesse fatto un incubo che però stentava a ricordare.
Nonostante il lungo sonno si sentiva debole e stanca, qualcosa doveva averla tormentata mentre dormiva, solo che non capiva da dove questa spossatezza potesse provenire.

"Ben svegliata" Loki la fissava seduto su di una poltrona ai margini della stanza.
Alla dama quasi venne un colpo.
Ormai era convinta che il dio non la volesse nemmeno più vedere, eppure era lì, a pochi passi da lei, con il viso rilassato e vagamente irrequieto.

"Cosa... cosa ci fai qui?" domandò infine, cercando di mantenere una certa compostezza.
Loki la osservava apparentemente confuso, come se non riuscisse a capire quanto di quella giovane donna fosse rimasto dopo il patto con Hela, quanto di lei fosse reale e quanto una menzogna.
Avrebbe voluto dirle tutto, rivelare la sua consapevolezza, ma non poteva.
Era indubbiamente una situazione nuova per lui, sentirsi con le mani legate e senza nemmeno poter usar la sua parlantina velenosa a suo favore.
Erano due traditori della peggior specie, ciò che li accomunava non era solo il loro essere asgardiani impuri, ma la loro volontà di evadere e di giocare sporco.

Sospirò preso da una rassegnazione che non poteva nascondere.
"Io..." cercò invano di aprir bocca ma le parole stentavano ad uscire.
Distolse lo sguardo da quello di lei per poi riprendere:
"...ti ho fraintesa... credevo mi avessi tradito" ammise infine.

"Tradito?" Arya lo osservò confusa, non riusciva a seguirlo.
"Quando mi hai detto di aspettare un figlio... ho dato per scontato fosse del tuo compagno di armi"
"Magnus? Stai scherzando!? Perchè mai avresti dovuto pensare ad una cosa del genere!?" esclamò sbigottita.
Loki non rispose.
Non voleva ammettere che tutto quell'equivoco era dovuto alla sua gelosia e al continuo marcare il territorio con il Guerriero.

"Credevo che voi Guerriere foste tenute ad assumere erbe anticoncezionali durante il vostro servizio... non potevo saperlo..." 
"Ah. Effettivamente è vero... ma quando lo abbiamo fatto eravamo nel posto sbagliato" ammise la dama imbarazzata.
Il dio alzò lo sguardo incuriosito.
"Sarebbe a dire?"
Arya lo guardò in tralice.
"Le Terme di Sale, lavano via i veleni dall'organismo... quindi anche ciò che impedisce il concepimento, temporaneamente"
Loki avvampò in imbarazzo.

Che razza di idiota pensò. Possibile che non me ne sia nemmeno accorto!?
Alzò gli occhi al cielo rassegnato coprendosi poi il volto con le mani.
E adesso?

"Non ti sto chiedendo di fargli da padre" esordì Arya "non era previsto, perciò non mi offenderò se deciderai di non riconoscerlo"
Il dio tornò con lo sguardo su di lei stupito.
"Pensi sul serio che farei una cosa del genere? Che ti lascerei sola?"
La dama sentì il cuore batterle nel petto sempre più forte.

Loki si avvicinò al suo letto, le prese il volto tra le mani e senza nemmeno darle il tempo di reagire la baciò.
Fu un contatto tutt'altro che casto, le sue labbra la divorarono con bramosia e voracità, la sentiva finalmente sua. Tutto ciò che doveva sapere su di lei ora era chiaro e limpido e, benchè non potesse rivelare nulla di ciò che aveva scoperto, ora era certo che niente li avrebbe più separati.
Era come svegliarsi da un lungo sonno o respirare per la prima volta.
Come una ventata di aria fresca che lo colpì in pieno, arrivò alla consapevolezza di amare sul serio quella ragazza e ciò che portava in grembo.
Aveva sacrificato sè stesso per lei, aveva patteggiato con la Regina Oscura e l'aveva salvata da morte certa, cosa poteva essere questo gesto se non una dichiarazione d'amore?
Peccato però che Arya di ciò non potesse saperne nulla.

Si staccò da lei dopo qualche istante, lasciando una distanza così breve da farle sentire il suo respiro sulla pelle. Era una sensazione nuova per lui, potevano essere due traditori, ma lo erano insieme. E ciò indiscutibilmente aveva finito col legarli.

Arya gli sorrise, sorpresa. 

Allora lo vuole pensò quasi commossa.
"Ma non dovrai dirlo a nessuno" sussurrò poi Loki, come se le avesse letto nel pensiero.
Un'espressione interrogativa si fece strada sul volto della Guerriera.
Il dio sapeva bene come gli Asi vedevano gli impuri, figuriamoci un erede di due di loro.
"Non capirebbero, essendo noi per metà di altri mondi non possiamo sporcare il sangue asgardiano, se il popolo venisse a saperlo non solo ci bandirebbe, ma ci verrebbe strappato nostro figlio" asserì preoccupato.
"Inoltre" proseguì "da quando Hela ha fatto la sua entrata in scena sembra che Asgard non si fidi più molto della Corona, potrebbe esserci una rivolta da un momento all'altro, è meglio per ora tenere segreta la cosa" concluse.

"Mi chiameranno in battaglia, come potrò proteggere nostro figlio se nessuno saprà in che condizioni mi trovo?" sentì un groppo alla gola al solo pensiero di perderlo.
"Ti romperò una gamba" disse Loki di getto, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Arya lo guardò sconvolta, ma che razza di piano era?
"Starai scherzando spero" cercò negli occhi del dio un qualche segno di cedimento, ma Loki la guardava impassibile.
Deglutì nervosamente.

"Sto scherzando, idiota" scoppiò in una risata liberatoria nel vedere l'espressione ancora sbigottita di Arya a cui però stava lentamente salendo la rabbia.
"Razza di viscida serpe" sbraitò offesa "per un momento ho creduto fossi serio"
"Assolutamente no, che senso avrebbe averti salvata per poi spezzarti una gamba!?" rispose il dio ma si accorse tardi di aver detto una parola di troppo.
"Salvata?" domandò la dama confusa.
"Mi riferivo a Midgard, quando ti ho fatto da scudo" disse senza dar segno di mentire, fortunatamente era il migliore in quello e una risposa pronta l'aveva sempre.
"Ah giusto... non ti ho ancora ringraziato per quello" Arya lo guardò con un accenno di sorriso e gli stampò un breve bacio sulle labbra "quindi grazie" sussurrò infine "ti devo la vita".

Mi devi ben più di una vita... per la miseria.

Ma non lasciò che quel pensiero lo turbasse e si fece cullare da colei che lo aveva tormentato dal primo giorno in cui si eran visti.
Era indubbiamente una situazione nuova quella, al fianco della persona che amava e con un figlio in arrivo.
Non ci poteva quasi credere, stava per diventare padre! Tuttavia non era avvezzo ad esternare i suoi sentimenti, vuoi per orgoglio, vuoi perchè ciò lo faceva sentire debole e vulnerabile, ma la notizia lo aveva oltremodo reso felice, come non mai prima d'ora.

Un vero peccato che quell'attimo di felicità fosse stato poi l'unico, nel caos in cui Asgard stava lentamente cadendo, nei minuti contati che ne dichiaravano la disfatta, nell'avverarsi imminente della profezia e nell'inesorabile ricomparsa di colei che per dinastia avrebbe dovuto legittimamente ereditare il Trono.

Sospirò, in un breve istante di estasi, prima di tornare alla realtà.
Arya sembrava così fragile accanto lui, come se potesse cadere in mille pezzi tra le sue mani.
Era preoccupato, non gli era chiaro cosa Hela ne avrebbe fatto di lui, temeva di non poter controllare il suo crescente potere, e che questo in un qualche modo avrebbe finito per distruggere coloro che amava.

Giocherellò pensieroso con le ciocche rossicce della ragazza, tenendola stretta a sè.
Arya rimase in silenzio tra le sue braccia, timorosa che qualsiasi parola potesse rovinare quel momento intimo tra loro due.
Non ci sarebbe stato un solo istante di pace di lì in avanti, avrebbero dovuto escogitare un piano per esonerarla dai suoi doveri, uno per sfuggire alla Regina Oscura, un altro per salvare il popolo... non un solo dio sarebbe bastato per riuscire in questa impresa. Nemmeno il Dio degli Inganni che con lo sguardo perso nel vuoto la cullava.

Era decisamente una situazione complicata, ma per una volta in quella guerra che pareva non cessare mai, entrambi ammisero silenziosamente di essere felici.

Spazio autrice: mi scuso di nuovo e per l'ennesima volta per il ritardo, in questo mese dovrei laurearmi per cui se tarderò ad aggiornare sarà perchè lavoro e piango in un angolino sperando di concludere l'università prima di uscire di testa

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Spazio autrice: mi scuso di nuovo e per l'ennesima volta per il ritardo, in questo mese dovrei laurearmi per cui se tarderò ad aggiornare sarà perchè lavoro e piango in un angolino sperando di concludere l'università prima di uscire di testa.
Questo capitolo come avrete notato è più breve del solito, volevo che fosse dedicato all'unico momento di calma che avrà #Lorya prima di ricominciare con la sequela di casini che (non) vi aspettate! Detto ciò grazie per le 6000+ letture, siete dei tesori davvero, senza i vostri scleri sotto ai capitoli non so come farei ahah

Say my name - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora