Capitolo XII

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"Perchè Merlino hai altri segreti?"

"Io-"
Il re emise un lungo sospiro, si alzò dal letto e iniziò a camminare avanti e indietro, fin che non si fermò di colpo, rilassò le spalle e drizzò lo sguardo verso il mago.
"Merlino... ieri notte sei venuto qui per dirmi qualcosa di importante. Io ho frainteso, credendo dovessi dirmi un altra cosa, una cosa che io già so da tempo.
Ma tu poi hai detto che dovevi dirmi un altra cosa, ma questa era più importante in quel momento, visto che riguardava il nostro rapporto di fiducia..."
"Arthur, tu sai della-"
"Della tua magia? Si lo so da diverse lune ormai..."
"... e per tutto questo tempo, tu non hai detto o fatto niente?"
"Cosa credi che avrei dovuto fare? Cacciarti? Metterti al rogo? Non avrei mai potuto.
Certo all'inizio ero furioso con te. Non capisco ancora cosa ti abbia portato a studiare la magia. A Camelot soprattutto, mentre mio padre era ancora vivo. Mi domando ancora cosa ti abbia detto il cervello.
Ma mi fido di te. So che non faresti mai del male a qualcuno."
"Arthur... io non ho deciso di studiare la magia, sono nato con essa. E ti giuro l'ho solo e sempre usato la mia magia a fin di bene, per proteggere il regno e te."
"Me?"
"Si Arthur te. Tu sei il mio destino, siamo uno la faccia della stessa medaglia. Sono nato per proteggerti. Perchè tu sarai il futuro re di Albion e io sarò sempre al tuo fianco."

Il re si sentì quasi schiaffeggiato.
Quindi Merlino non teneva veramente a lui, era obbligato da una stupida superstizione.

Nell'esatto momento che fini di pensare queste parole il moro parlò subito.

"Stupido Asino reale. Dimmi che non stai pensando veramente quello. E no non ti ho letto la mente, ma ti conosco e so casa ti frulla in quella testa vuota."
"Merlino come osi-"
"Shh. Mi hai dato tu il diritto di trattarti da mio pari. Ora taci e ascolta.
È vero inizialmente mi sentivo obbligato. Non ti conoscevo e credevo fossi un principe viziato e pomposo, ma con il passare del tempo ho iniziato ad apprezzarti, a vedere dietro quella maschera che ti sei costruito.
Io tengo a te Arthur. Tantissimo. Tengo più a te che alla mia stessa vita, e farò tutto ciò che è in mio potere per tenerti in vita, pur di sacrificare la mia stessa vita. Perchè tu sei troppo importante per me."

Il biondo rimase senza parole dopo quella dichiarazione. Aveva deciso di sua spontanea volontà di proteggerlo, aveva deciso che per lui. Per Arthur non il re,ne valeva la pena, e chisaà quante altre volte gli avrà salvato la vita.

"Merlino... io non so che dire... Quello che mi hai detto mi ha fatto piacere. Perchè anche io tengo a te, e sapere che tu apprezzi me, e  non il mio essere re, mi rende la persona più felice al mondo."

Il moro si alzò dal letto e si mise di fronte al suo re sorridendo.

"Ora però voglio sapere la vera ragione per cui sei venuto qui la scorsa notte. Lancillotto cosa vuole che tu mi dica? Vuole che uscite allo scoperto?
"In che senso?"
"Be ormai è palese che state insieme, penso da quella notte nella taverna, che c'è, è geloso di noi? Del nostro rapporto?"

"No non c'è nulla di cui essere geloso.
Soprattutto perchè non stiamo veramente insieme"
"... tu e lui non?
"Be diciamo che Lancillotto si è confessato, mi ha dato il mio primo bacio, e ce ne sono stati molti altri..."
"IL TUO COSA? E continui a dire che non state insieme?"
"No perchè per quanto io abbia provato ad innamorarmi di lui, non ci sono riuscito..."
"In che senso? Perchè hai dovuto provare?"
"Vedi... Lancillotto per me sarebbe l'uomo perfetto. È forte, spiritoso, sa come prendermi, è leale, buono, magnifico, ma..."
"Ma?"

 GelosyWhere stories live. Discover now