Capitolo 2

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La Sala Comune era deserta e il fuoco del caminetto si stava piano piano spegnendo quando raggiunsi Albus sul divano di pelle nera. Il suo sguardo era fisso sul fuoco e dalla sua bocca non si proferiva alcun suono mentre nella mia mente tutte le possibili motivazioni e ragioni per quell'incontro si mescolavano. Dopo qualche minuto di silenzio e con gli occhi che si stavano per richiudere, decisi di sedermi al suo fianco e di chiedergli perché fossi lì.

"Dobbiamo parlare di Rose..." disse lui con una strana calma nella voce. Non era arrabbiato o furioso o almeno non lo dava a vedere. Che l'argomento fosse la bellissima ragazza, lo avevo compreso, ma non capivo come potesse centrare qualcosa lui. Infondo, la relazione era tra me e Rose e non tra me, Rose e lui o chiunque altro non ci volesse vedere insieme.

"Lei è molto felice e di questo ne tengo conto... vorrei essere anche io felice come lei in una relazione, ma nessun ragazzo qui ad Hogwarts è degno di stare con me..." continuò lui e il mio cuore si fermò per un secondo. Aveva detto quello che avevo sentito? Avevo forse troppo cerume nelle orecchie? Aveva detto ragazzo? Non ero a conoscenza dell'omosessualità di Albus, non solo perché non avevo mai fatto un discorso così lungo e serio con lui, ma anche perché Rose non me ne aveva mai fatto cenno. Non avrebbe avuto neanche senso che lei me lo dicesse, non era affar mio con chi Albus decideva di andare a letto, ma era affar mio il suo comportamento verso me e la mia ragazza.

"Mi dispiace che l'impossibilità di trovare un fidanzato ti renda triste, Albus, ma non puoi riversare il tuo odio su me e Rose..." dissi io, cercando di mantenere la calma. Sicuramente di li a qualche giorno, i due cugini avrebbero parlato di questa conversazione e non volevo perdere la pazienza.

"No, non è questo il mio problema. Credo solo che tu stia con mia cugina per nascondere il fatto che tu, come me, sei gay e questo, decisamente, non mi va bene..." 

Albus ancora osserva il fuoco che ormai stava morendo sul camino mentre io mi ero alzato subito in piedi. Cosa andava blaterando? Come poteva anche solo insinuare una cosa del genere? Non si rendeva conto che non tutti sono come lui? 

"Tu sei pazzo..." furono le parole più sensate che uscirono dalla mia bocca. Non ero abbastanza calmo per fare un discorso sensato con lui, perché evidentemente stava impazzendo o, addirittura, era già impazzito da tempo. Incrociai le braccia al petto, ma poi le lasciai cadere lungo il corpo: dove avevo lasciato la mia bacchetta? Se Albus avesse iniziato a fare qualcosa, dovevo essere pronto ma ero certo di averla lasciata sul comodino in dormitorio.

"Come fai a sapere di essere etero, Malfoy?" chiese Albus, per la prima volta guardandomi negli occhi: i suoi, verde smeraldo, nascondevano malizia e voglia di sfidare la mia pazienza, mentre i miei, grigi come la nebbia, erano glaciali nei suoi confronti. 

"E tu come fai a sapere di essere gay, Potter?" ribattei con una punta di veleno nella voce: non riuscivo più a stare calmo, non potevo trattenere i miei sentimenti di rabbia verso Albus, il quale credeva che stessi prendendo in giro sua cugina.

"Ho provato e provato e provato finché non sono arrivato alla conclusione e, secondo il mio modesto parere, è ciò che dovrebbero fare tutti." Albus si alzò e si avvicinò a me, mentre io lentamente indietreggiavo, cercando di pensare a come uscire da questa situazione. Lui non mi avrebbe mai baciato, giusto? Non avrebbe mai fatto del male a sua cugina, eppure sembrava intenzionato a spezzarle il cuore.

"Non tutti sono come te, Albus. Alcuni lo sanno senza dover 'provare' come dici tu..." Albus avanzava e io mi avvicinavo sempre di più alla porta che dava ai dormitori. 

"Stai dicendo che non sei, neanche un po', attratto da me, Malfoy?" il ragazzo tirò fuori il suo tipico sorriso, quello che gli vedevo utilizzare in classe quando voleva un voto un poco più alto o quando lo avevo visto flirtare con qualche ragazza.

Con la schiena toccai il muro: la porta del dormitorio, solamente accostata, era sulla mia destra e mi sarebbe bastato voltarmi e correre su per le scale. Che differenza avrebbe fatto? Albus mi avrebbe ricorso, sarebbe salito su per le scale e sarebbe entrato nel mio stesso dormitorio. Non c'era modo di scamparla se non uscire dalla Sala Comune, ma non era permesso dopo il coprifuoco, che era passato da un bel po'. Non avevo la mia bacchetta, non potevo stordirlo in alcun modo. Non c'era via di scampo se non rimanere lì, immobile.

"No? La tua amica Wood la pensa diversamente... ha una bella voce, squillante..."

Cosa c'entrava Cora? Lei era stata con Potter e non me lo aveva mai detto? Ero cosciente che la mia migliore amica amasse passare da un ragazzo all'altro, solo per divertirsi e per andare un po' contro le regole che io mi ero prefissato, ossia di essere in coppia fissa solo e soltanto con Rose. Non avevo però idea che uno di questi ragazzi fosse stato Albus Potter, colui che viene adorato dalle ragazze di ogni casa come il più bello della scuola.

"Non devi neanche pensare a toccarla, Potter..." dentro di me, un nuovo calore di rabbia e ferocia stava nascendo e mi rendevo conto che stavo iniziando a pensare con il cuore e non con la testa, il che non era affatto positivo.

"Oh, tranquillo... è lei che viene da me..." Albus rise mentre con una mano chiudeva la porta del dormitorio. Non c'era alcuna via di scampo.

"Non puoi decidere nulla sulla mia relazione con Rose, ci siamo capiti? Io non sono come te, io la amo!" la mia voce si stava sempre più alzando fino a raggiungere un tono che non mi piaceva. Non volevo essere cattivo o violento ma tutte quelle parole mi stavano ferendo. "Non sono come te."

"Ne sei davvero certo? Al cento percento?" il viso di Albus era ormai a pochi centimetri dal mio, i suoi occhi erano fissi sui miei e i nostri nasi si stavano toccando mentre lui mi teneva con una mano la spalla, così da non farmi muovere.

"Lasciami..." riuscii a dire tra un sospiro e l'altro. La sua vicinanza mi dava un certo imbarazzo ma soprattutto la rabbia: come si permetteva? 

"Prima voglio un bacio..."

losing my mind | a scorbus love storyWhere stories live. Discover now