Capitolo 13

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Finalmente, Albus parlò: le lacrime che probabilmente erano scese con il discorso della sorella e della cugina erano sparite ma la sua voce non era quella saccente e intollerante che usava sempre in presenza di persone al di fuori della sua famiglia.

"Io non ho mai amato nessuno finché tu non ti sei fidanzato con Rose, sinceramente non ti avevo mai notato più di tanto, ma poi si è formata una gelosia immensa dentro di me..." disse guardandomi negli occhi e Rose non ne sembrò sorpresa: forse suo cugino già glielo aveva rivelato? "E non posso negare che quella sera sia stata la prima volta in cui ho sentito qualcosa di diverso: non era solo sesso, per me."

Quelle parole mi colpirono dentro: davanti di me avevo due persone che sentivo di amare e non riuscivo a capacitarmi di qualche fosse quella che realmente amavo. Alla mia sinistra c'era Albus, quel ragazzo che mi aveva sempre ignorato, poi odiato e infine, a suo dire, amato; dall'altro c'era Rose, la mia prima ragazza, il mio primo amore. Come potevo amare entrambi? Come potevo voler stare con tutti e due?

"Io ti ho amato tanto, Scorpius, ma ho sempre avuto il dubbio che fossero due tipi di amori diversi e ne ho avuto la conferma stanotte quando abbiamo fatto l'amore... lo so che non stavi pensando a me ma... a lui" disse Rose con un leggero sorriso: non ero a conoscenza di come avesse potuto saperlo o di come se ne fosse accorta, ma non era il momento di chiedere. "Sono certa che all'inizio mi amavi ma credo che tu debba accettare il fatto di essere gay."

"I-Io non sono gay..." sussurrai con faccia incredula. Quella parola non mi si addiceva: potevo anche essere innamorato, forse, e aver fatto l'amore con un ragazzo ma ciò non significava che io fossi omosessuale. "Non lo sono, n-non vuol dire nulla..."

"Non te ne devi vergognare, non c'è nulla di male..." ribatté Rose con un sorriso mentre mi prendeva con le mani il viso. Il suo tocco, candido e freddo, mi fece venire i brividi. "Se il tuo cuore va verso quello di Albus e non verso il mio, non c'è problema, d'accordo?"

Albus e Rose mi guardavano: lei ancora con il suo tocco sul mio viso, lui fermo e con lo sguardo fisso su di me. Non riuscivo ad accettarmi, non riuscivo a capire che dentro di me c'era questo, qualcosa di rotto e di diverso, che nessuno avrebbe accettato. Anche se Rose mi continuava a ripetere che era qualcosa di normale, per me non lo era: come potevo essere una altrettanta delusione per mio padre e per la mia famiglia? Come potevo tornarmene a casa quest'anno e dare la notizia a Draco Malfoy? Era impensabile.

"Non puoi continuare a vivere in una bugia, Malfoy. Per quanto possa farti soffrire, devi accettarlo." era la voce di Albus che con i suoi occhi mi chiamavano a lui. "Vuoi davvero rinunciare alla tua felicità per paura?"

Io scossi la testa e, senza neanche pensarci, mi liberai dalle mani di Rose e mi buttai sulle labbra di Albus. Qualcosa dentro di me mi diceva che stavo sbagliando, che ero un mostro e che mio padre me l'avrebbe fatta pagare, ma scacciai quei pensieri perché la mia felicità è molto più importante di quella di un vecchio uomo.

Albus ricambiò il bacio, stringendomi forte verso di lui e non lasciandomi andare: per la prima volta, in tutti i baci che avevo dato a Rose, quello sembrava il primo e il più vero. Dalle nostre labbra usciva amore, o qualcosa di simile, e gioia. Quando ci staccammo, sapevo che ne volevo ancora, che il mio corpo aveva bisogno del suo, ma c'erano altre persone lì con cui dovevo chiarire, la cui prima era Rose.

Mi girai verso di lei, la quale stava sorridendo tra le lacrime silenziose, ma sapevo che aveva capito, che mi comprendeva e che mi avrebbe sostenuto: quei mesi insieme non erano stati uno sbaglio, come le dissi poco dopo, e lei rispose che erano stati i momenti più belli della sua vita.

"M-Mi puoi perdonare, Rose? Io non ti volevo far soffrire, era l'ultima cosa che avrei voluto." dissi io tra una lacrima e l'altra.

"Lo so... credo che dentro di me sapessi la verità già da un po' ma non volessi ammetterlo." rispose lei dandomi un bacio sulla guancia.

Hugo e Lily erano rimasti in disparte fino a quel momento, mentre i più grandi discutevano e si chiarivano, ma nei loro volti c'era ancora tanta rabbia verso di me e apprensione verso Rose. Io presi coraggio e mi avvicinai verso di loro, cercando di sorridere, ma non ebbi neanche il tempo di avvicinarmi troppo che Lily mi corse in contro e mi abbracciò e Hugo fece lo stesso.

"Sono felice che mio fratello abbia trovato qualcuno che lo faccia smettere di saltare un fiore all'altro..." disse la piccola Corvonero mentre si staccava dal mio abbraccio. La rabbia che avevo visto poco prima era sparita e sul suo volto c'era solo felicità. "Non vedo l'ora di dirlo a James!"

Hugo, invece, non era così felice come Rose, ma mi abbracciò comunque dicendo: "Beh, almeno tutto è rimasto in famiglia..."

Dopo un'altra serie di abbracci, Rose e Lily si diressero su per le scalinate del castello, dirette alla Sala Comune di Corvonero e di Grifondoro; Hugo virò a destra per la Sala Comune della sua casa, i Tassorosso, dopo averci salutato con un gesto della mano mentre io e Albus, entravamo insieme e mano nella mano, nella Sala Comune di Serpeverde.

losing my mind | a scorbus love storyWhere stories live. Discover now