Capitolo 9

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Quando mi svegliai la mattina dopo ero totalmente nudo e solo: il sole stava entrando dalla mia finestra ma sul mio letto non c'era traccia di Albus, nemmeno sul suo stesso letto. Sul mio comodino, però, c'era un piccolo regalo: il preservativo ancora pieno. Cosa ne avrei dovuto fare? Decisi di buttarlo nel cestino comune del dormitorio, sperando che nessuno facesse domande, e poi mi preparai per infilarmi in doccia. Tutti ancora dormivano e George Lovelace, nel letto alla mia destra, russava come al solito. Ci misi più del solito a docciarmi a causa dei mille pensieri che mi aleggiavano nella testa e che non volevano andarsene per nessuna ragione: la sera precedente era stato qualcosa di bellissimo, emozionante ed eccitante ma nel mio cuore c'era ancora l'amore spassionato per Rose, per i suoi capelli rossi, il suo profumo e il suo carattere dolce e gentile.

Dopo quasi mezz'ora, decisi di uscire dalla doccia e velocemente guardai l'ora: avevo ancora un'ora prima di scendere a colazione ma, probabilmente, gli altri già si stavano svegliando, soprattutto Maxwell Zabini, il Cercatore di Serpeverde che tutti i lunedì mattina aveva gli allenamenti di Quidditch prima di colazione. Velocemente mi infilai i vestiti e tornai in dormitorio per prendere l'occorrente per la giornata quando vidi sul mio letto un gufo grigio che mi guardava torvo: in mano aveva una piccola busta e mi stava intimando a prenderla.

"Che..?" provai a dire, ma il gufo, dopo aver mollato la presa, volò via dalla finestra aperta del corridoio del dormitorio. Aprii la busta velocemente e dentro ci trovai una lettera con la leggera calligrafia di Rose Weasley:

Carissimo Scorpius,

Scusa per il mio comportamento evitante delle ultime settimane ma sono certa che Hugo ti avrà spiegato cosa stava succedendo nella mia testa (si non sono stupida, so che ti diceva tutto ma facciamo finta che io non te lo abbia detto, d'accordo?). Ho di recente parlato con Albus perché voglio finire questa storia, capire cosa è successo e far si che il mio cuore possa essere in pace, perché ne ho bisogno.

Quindi, ti prego, ho bisogno che ci incontriamo.

Al nostro solito posto alle 19.00 (sì, ti faccio saltare la cena...)

Rose Weasley

Rilessi velocemente la lettera e sorrisi: non c'era scampo di tornare alla situazione di prima o forse c'era? Quelle piccole battutine interne rispecchiavano la tipica Rose, quella che io avevo conosciuto e di cui mi ero follemente innamorato.

Ripiegai la lettera e la misi dentro lo zaino. Mentre mettevo dentro i libri e quaderni iniziai a fantasticare su cosa sarebbe successo quella notte, le parole che avrei detto a Rose per cercare di farmi perdonare, per tornare con lei. Tutto ciò che era successo con Albus era valido tanto quanto il mio amore per Rose, ma se dovevo scegliere, sarei sempre tornato da lei.


Per tutta la giornata rimasi con uno strano sorriso sul viso, non so se fosse per l'aspettativa della serata di chiarimenti con Rose o per la notte di passione con Albus: sapevo solo che dentro di me c'era una strana felicità. Questa strana felicità ce l'aveva anche Cora, la quale però non mi volle dire, come non lo feci neanche io, il motivo della sua felicità: sospettavo che c'entrasse qualcosa un ragazzo e lei me lo confermò durante Erbologia, dove non riuscii più a trattenersi.

"E' Michael Parkinson... ieri ci siamo baciati" disse mentre si infilava i guanti. "E beh... anche qualcos'altro, ma questo non è da raccontare con tutte queste voci indiscrete..."

Michael era a qualche persona di distanza da noi e guardava Cora di tanto in tanto con un sorriso. Forse era stato per questo motivo che si era venuto a scusare con me per il comportamento di Albus? Aveva già programmato di andare a letto con Cora? Guardai lei e poi lui e constatai che non erano malaccio come coppia: lui sicuramente l'avrebbe trattata meglio di quanto Albus l'aveva trattata e Cora era una persona che amava divertirsi, ma se trovava qualcuno con cui passare tutta la sua vita, mollava tutto.

"Sono felice per te, Woody" risposi io, riproponendo quel nomignolo che lei tanto odiava ma che questa volta la fece sorridere ancora di più. "Ma se ti fa anche solo minimamente soffrire, gli spacco il collo..."


Finita la lezione del pomeriggio di Incantesimi, alle 18.55, mi fiondai subito fuori dall'aula, dimenticandomi di dire a Cora che non ci sarei stato per cena e sperando non se la prendesse troppo per la mia assenza. Velocemente salii le scale verso il settimo piano fino a raggiungere un muro completamente di pietra ma che, io e Rose, avevamo scoperto essere l'entrata per la famosa Stanza delle Necessità.

Io e lei ci passavamo il tempo durante i weekend quando ancora eravamo una coppia, a coccolarci o semplicemente a parlare. Quei ricordi mi suscitarono una leggera malinconia ma sapendo che, presto, avrei incontrato di nuovo Rose e avremmo potuto parlare mi tirava un po' su di morale. Davanti al muro mi concentrai e pensai a cosa avevo bisogno: Rose Weasley.

Si formò una porta di legno scuro con un pomello d'argento che girai e immediatamente, dentro la stanza, sentii il calore del camino e l'odore di pergamena nuova che tanto amavamo. All'interno, c'era un letto e una scrivania con Rose seduta su di essa mentre scriveva una lettera molto di fretta. Non mi sentii nemmeno entrare, tanto che dovetti imitare un colpo di tosse per farla accorgere della mia presenza.

"Oh, ciao Scorp! Scusami, stavo scrivendo una lettera a Lily per... aggiornarla su tutto. Ultimamente non ci siamo viste molto, io non stavo bene e lei aveva molto da studiare quindi non le ho potuto dire cosa è successo e..." Rose aveva iniziato a straparlare, segno della sua totale ansietà e preoccupazione. Io la guardai sorridendo: mi era mancata la sua voce, il suo sguardo e, semplicemente lei. In quel momento avrei voluto abbracciarla e baciarle la testa, ma sapevo che non potevo.

"Comunque..." riprese lei dopo aver preso fiato. "Sediamoci e parliamo..."

losing my mind | a scorbus love storyWhere stories live. Discover now