Capitolo 3

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Sentivo le mie mani sudate e non riuscivo a controllare il battito del mio cuore: come mi ero ritrovato in quella assurda situazione? Come potevo scamparla? Ma soprattutto, come lo avrei spiegato a Rose? 

Non c'era via di scampo perché Albus mi teneva stretto il braccio e non aveva intenzione di lasciarmi e la sua forza era di mille volte superiore alla mia. Ed ero anche certo che non mi avrebbe lasciato finché non avesse ricevuto il premio che tanto desiderava. E io? Lo desideravo? Durante la mia adolescenza non mi ero mai posto tante domande sulla mia sessualità, forse perché anche solo la paura di pensare di essere omosessuale mi spaventava. Non perché fosse qualcosa di sbagliato, ma semplicemente perché conoscevo la mia famiglia. Mio padre si sarebbe potuto definire una persona molto tradizionalista e visto il suo passato odio - come anche quello di mio nonno - per i Nati Babbani, non potevo non sospettare che il loro odio fosse rivolto anche ai 'diversi' dal punto di vista sessuale.

Avevo pensato, a volte, che qualche ragazzo ad Hogwarts fosse più carino di altri ma non credevo che ciò mi rendesse omosessuale, come non credevo che baciare Albus in quel momento avrebbe cambiato qualcosa. Di sicuro, per lui, sarebbe stato un piccolo trofeo da portare a casa per pavoneggiarsi, ma non si rendeva conto che stava facendo soffrire anche Rose? L'unica persona, a suo detto, che meritava tutto l'amore del mondo di cui io non ero degno?

"No, Albus, non ti darò un bacio... ucciderebbe Rose e tu lo sia benissimo!" la mia voce era flebile. Sentivo il respiro di Albus sul mio, il suo battito a ridosso del mio petto e i suoi occhi chiudersi leggermente.

Non mi resi nemmeno conto che stava succedendo ma, tutto d'un tratto, le sue labbra toccarono le mie, calde e umide. Era come baciare qualsiasi altra persona, anche se nella mia esperienza personale avevo baciato solo Rose. Albus allentò un poco la presa e sapevo che quella era la mia unica occasione: mi spostai leggermente e aprii la porta che dava al dormitorio. Non mi importava che lui mi inseguisse, dovevo andarmene: non potevo continuare a baciare il cugino della mia ragazza.

"Potter!" mi sentii gridare dietro ma io continuai verso la camerata del mio anno. Arrivato alla porta, il cuore mi batteva forte e avevo il fiato corto: avevo appena baciato Albus Potter. Per quanto fosse stato un bacio leggero, a malapena sentito sulle labbra, era abbastanza: avevo tradito Rose, anche se lui aveva baciato me? Ero diventato un traditore senza neanche volerlo?

Albus non tornò mai nel dormitorio del settimo anno di Serpeverde e la mattina dopo non era nemmeno nella Sala Grande per la colazione. Io mi sedetti vicino a Cora, la quale mi lanciò uno sguardo interrogativo.

"Che succede, Scorp?" mi chiese mentre si metteva un po' di marmellata sul suo pezzo di pane già intinto di una quantità esagerata di burro. Quella mattina la ragazza aveva i capelli biondi raccolti in uno chignon e gli occhiali le continuavano a cadere sul naso. Cora mi aveva sorpreso fin dal primo arrivo ad Hogwarts perché era completamente diversa qualsiasi altra ragazza del nostro anno: non solo era figlia di due famosi Grifondoro ed era finita in Serpeverde, ma soprattutto era gentile e dolce. Secondo lo stereotipo, la nostra casa era dominata da gente cattiva e antipatica, che spesso finiva dalla parte oscura, mentre Cora era totalmente il contrario: sapeva sempre come tirarti su il morale, ti sorreggeva nei momenti più bui ed era in grado di riportare il sorriso a tutti.

"Perché me lo chiedi?" chiesi io con una leggera ansia nella voce: ci aveva forse sentito? Aveva sentito Albus parlare o chiamarmi dalla porta del dormitorio? 

"Hai una tale faccia... sembra che tu abbia visto un Thestral!" rispose lei con un sorriso mentre addentava il suo panino. Come potevo nascondere la verità alla mia migliore amica? Cora mi diceva tutto, delle sue cotte e dei suoi amori impossibili, però non mi aveva detto della sua relazione con Albus. E se anche quella fosse stata una mera bugia del ragazzo per manipolarmi? Per farmi baciare? O per baciarlo?

"Devo chiederti una cosa, Cora... Prometto che se la risposta sarà positiva non mi arrabbierò ma devo saperlo..." La ragazza lasciò cadere il pezzo di pane sul piatto e si voltò a guardarmi negli occhi: i suoi scuri come il cioccolato e i miei grigi come la nebbia si scontrarono, i suoi preoccupati i miei, probabilmente, stanchi e afflitti. "Sei andata a letto con Albus Potter?"

La reazione della ragazza fu di sgomento e sapevo, anche senza che lei rispondesse, che era stato così. Lei bofonchiò qualcosa, cercò di scusarsi per non avermelo detto ma aveva paura del mio giudizio, come se non sapessi che amava divertirsi con i ragazzi e che il suo interesse cambiava da un giorno all'altro.

"Chi te lo ha detto, Scorp? Te lo ha detto qualcuno della Casa? Spero non fosse stata Marianne, quella è una pettegola assurda e in meno di un secondo lo dirà a tutta la scuola..." 

Il viso di Cora era, ora, diventato preoccupato. Io la rassicurai, sperando che non insistesse. Non ero sicuro di volerle rivelare di aver tradito Rose, non adesso, non con tutto l'odio che la mia migliore amica provava per la mia ragazza. Mi avrebbe consigliato di lasciarla, che era meglio così e in questi momenti pensavo quello che tutti avevano pensato per sette anni di scuola, prima del mio fidanzamento con Rose: che Cora fosse innamorata di me.

"E allora chi è stato?"

"N-Non te lo posso dire..." le mie parole uscirono dure: no, non potevo rivelarglielo. Avrebbe rovinato tutto quello che avevo costruito negli ultimi mesi, la mia relazione con Rose e la mia felicità, oltre che la mia sanità mentale. Pensare che quello che era successo la notte precedente fosse solo un sogno mi dava fiducia in me stesso, ma sapevo anche che non era stato un sogno: le sue labbra erano reali, il suo respiro contro il mio e il suo leggero odore era ancora sui miei vestiti.

"Scorpius, no! Ora me lo devi dire, devo parlare con questa persona e convincerla a stare zitta..." continuò lei, guardandosi intorno e cercando di capire chi avesse potuto far girare questa voce. Probabilmente nella sua testa si stanziavano mille nomi: Penny Howard, la Tassorosso con cui si allenava spesso a Quidditch? Oppure Michael, seduto a qualche posto vicino a noi, essendo il miglior amico di Albus? Oppure Rose, per la gelosia che provava per lei? 

Cora non riuscii a proferire altra parola perché, guardando l'ora si accorse che dovevamo correre in classe e che lei non aveva ancora finito di mangiare. Mi disse di alzarmi e ci incamminammo - lei con il pezzo di pane e una mela in mano - verso la nostra prima ora: Trasfigurazione.


losing my mind | a scorbus love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora