Capitolo 5

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"Dobbiamo parlare di quello che è successo ieri notte e lo sai bene..." iniziai a dire mentre mi appoggiavo con la schiena al marmo del castello. Fuori il cielo era grigio e mille nuvole cospargevano il cielo, proprio come la mia mente.

"Parlare? Non è successo niente ieri, Malfoy. A parte tu che hai fatto il fifone e non hai voluto baciarmi..." ribatté lui con un sorriso malizioso sul viso. Credeva davvero di essere dalla parte giusta della storia? Di non essere in torto?

"Non ho voluto baciarti perché sono fidanzato con tua cugina e perché non sono attratto da te! Non tutti stanno ai tuoi piedi, Albus, non sei il re della bellezza o che so io! Sei un normale ragazzo che vuole popolarità ma che lo fa rovinando le storie d'amore degli altri e andando a letto con chiunque voglia assaggiare un pizzico di te, ma sai cosa ti dico? Non sei niente di che, non sei diverso da me e quel bacio, non mi ha dato niente, è stato come baciare chiunque!"

Alla fine presi fiato. Forse avevo esagerato ma non mi importava, volevo solo buttare fuori tutto ciò che pensavo su quel ragazzo, senza essere troppo cattivo o volgare, ma semplicemente dicendo la verità. Albus, a sentire quelle parole, non si mosse e il suo viso non si contrasse neanche di un millimetro. I suoi occhi, fissi sui miei, sembrarono congelarmi l'anima e per un solo secondo mi sentii in colpa: se qualcuno avesse detto una cosa del genere a me, io mi sarei sentito malissimo.

"Ci sono fin troppe cose sbagliate in tutto ciò che hai detto, Malfoy..." rispose lui dopo qualche secondo di silenzio. Lasciò cadere la braccia sul corpo e si avvicinò a me, di nuovo. Non volevo che la situazione della notte prima si ripetesse, soprattutto non all'aria aperta e a pochi minuti dalla fine del pranzo, dove Rose sarebbe corsa qui per vederci e passare del tempo insieme. "Per esempio... non hai provato nulla di diverso? Sai, le persone di solito provano disgusto a baciare qualcuno dello stesso sesso se non sono omosessuali, o così si dice almeno..."

"Non vuol dire nulla, Albus, non sono innamorato o attratto da te!" dissi di nuovo, abbassando la voce per non farmi sentire da orecchie indiscrete: ad Hogwarts non si sa mai chi potrebbe star ascoltando.

"Vuol dire molto, invece... Se solo fossi sincero con Rose e le dicessi tutto questo, anche lei la penserebbe allo stesso modo e, sicuramente, la farebbe soffrire meno..." Le sue parole mi stavano colpendo molto: non le aveva detto nulla, quindi. Non le aveva rivelato del bacio, forse perché anche lui stesso la pensava come me, che l'avrebbe solo fatta soffrire ancora di più, e inoltre lasciava a me la scelta di farlo o no, proprio da codardi.

"E... se non glielo dicessi?" quell'idea aveva iniziato a girare nella mia testa da qualche ora a quella parte. Se non lo avessi detto a Rose, il problema non si sarebbe posto, sarebbe rimasto un segreto tra me e Albus e tutto sarebbe tornato come prima. Tranne che dentro di me sarebbe rimasto il senso di colpa e il dubbio di tutto quanto. 

"Vuoi mentire alla tua ragazza, Malfoy? Non so cosa sia peggio... il tradimento o mentirle sul tradimento..." rispose Albus, continuando ad avvicinarsi a me. Ormai era a pochi passi dal mio corpo e dentro di me qualcosa stava cambiando: provavo attrazione per Albus Potter? No, la risposta era negativa, non poteva essere, non aveva alcun senso.

"I-Io non voglio mentirle ma non voglio nemmeno farla soffrire... Non puoi capire, tu non capisci..." Come poteva capire lui? Non era un amante delle relazioni serie, amava solamente andare a letto con chiunque gli capitasse davanti.

"Ti osservo da tempo, Malfoy e devo dire che da quando stai con Rosie lo ti ho osservato ancora di più e... beh, vorrei qualcosa da te..." Albus mi era davanti con i suoi occhi verdi luccicanti e un sorriso malizioso sul viso. "E so che lo vuoi anche tu..."

In un secondo tutto accadde: la sua mano era sui miei pantaloni e toccava la mia intimità. Come si permetteva? Nemmeno Rose era mai arrivata a tanto. Perché non riuscivo a togliermi da quella situazione? Perché non gli prendevo la mano e gliela toglievo dai miei pantaloni? Perché ero così debole? 

Albus ormai era davanti a me e i nostri nasi si stavano toccando mentre la sua mano premeva su di me senza ritegno. Lui sorrideva maliziosamente, ormai certo di avermi conquistato, di aver preso il ragazzo stupido e aver finalmente rotto la mia relazione con Rose.

"Albus!" una voce proveniente dalla mia sinistra mi fece ammortizzare al muro. Conoscevo fin troppo bene quella voce, la voce che mi faceva battere il cuore, la voce che apparteneva alla ragazza che credevo di amare. Come potevo amarla se quello che Albus stava facendo non mi dispiaceva per nulla? Perché quello non mi dispiaceva per nulla?

"Rosie..." rispose lui, senza smettere di guardarmi e con una voce maliziosa e oleosa. "Hai visto il tuo ragazzo? Se la sta spassando con me..." 

Questo non sembrava lo stesso Albus che Rose conosceva, era anzi quello saccente e antipatico che conoscevano i membri della casa Serpeverde. Mi voltai a guardare la mia ragazza e i suoi occhi erano pieni di lacrime che scendevano silenziose sul suo volto mentre dietro di lei appariva Lily Luna, tranquilla e con un sorriso, finché non vide il fratello e comprese la situazione.

Rose non riusciva a guardarmi, aveva gli occhi fissi su Albus mentre il suo respiro si faceva ancora più forte e le lacrime sempre più copiose. Fu Lily ad agire, muovendosi con agilità e velocità verso suo fratello e tirandolo via da me: la presa di Albus era stretta su di me ma alla fine cedette. La ragazzina teneva ancora il fratello per la manica della divisa quando gli diede uno schiaffo sulla guancia.

"Come diavolo ti permetti, Albus! Chi credi di essere? Come puoi rovinare la vita di Rose!" Il viso della ragazzina stava diventando rosso come i suoi capelli mentre Albus le rideva in faccia. Rose si era avvicinata piano a me, ma solo per vedere la scena più da vicino, perché non osava guardarmi o toccarmi.

"Posso fare quello che voglio, tu non mi comandi, nessuno mi può comandare!" rispose lui ridendo e spostando lo sguardo verso Rose. "E cara cugina, il tuo ragazzo se la stava godendo con me... te l'avevo detto che ti avrei dimostrato che non era degno di te... detto questo, vi saluto, penso che dobbiate parlare..."

Senza ascoltare le parole della sorella o il leggero pianto della cugina, Albus Potter girò i tacchi verso l'interno della scuola.

losing my mind | a scorbus love storyWhere stories live. Discover now