Epilogo - La finale

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Epilogo
La finale









"Si sono preparati per mesi per questi novanta minuti, che valgono una vita intera. E il confine fra trionfo e fallimento, adesso, è sottilissimo."

Il cielo era terso, quel sabato sera, una trapunta blu ricca di stelle che proteggeva amorevolmente il loro capo.

Il Millennium Stadium di Cardiff era diviso a metà, una parte bianconera, l'altra bianca arricchita di tinteggiature color malva, che richiamavano la divisa che quella sera la squadra avrebbe indossato in campo.

La tensione era palpabile in tutto lo stadio, serpeggiava tra le curve e le tribune, rodendo fegati e cuori. Il conto alla rovescia sui maxischermi scandiva il ritmo dei loro battiti cardiaci e l'aria profumava di erba tagliata, hot dog e un misto di speranze e illusioni: a chi apparteneva cosa, però, ancora era presto per dirlo. Gli schiamazzi e i cori proseguivano ininterrottamente da quel pomeriggio, quando i cancelli erano stati aperti e settantamila tifosi si erano appropriati di quei sediolini che non avrebbero lasciato fino a notte inoltrata. Adua sapeva, quando era entrata, che una volta uscita non sarebbe stata più la stessa. Tutto sarebbe profondamente cambiato.

Le 20:45 iniziarono e passarono, segnate dal fischio d'inizio dell'arbitro: la finale di Champions League del 2017, al Millennium Stadium di Cardiff, era ufficialmente cominciata.

"Avete versato tanto sudore su questo campo, e vedrete che pagherà. So che vi sono sembrato duro anche quando non ce n'era motivo, ma l'ho fatto perché conosco bene il vostro potenziale. Voi avete talento, siete disciplinati, e vi preoccupate del compagno che avete accanto. Ed è per questo che vinceremo, a partire da domani."

Le due squadre mostrarono tutta la loro aggressività nei primi minuti, feroci e concentrate il più possibile nel non commettere errori. Bastava una distrazione, un passaggio fatto male da parte di una e subito l'altra ne approfittava, scandendo così i primi minuti interminabili di quella partita che sarebbe stata ricordata a lungo dalla Juventus, nel bene e nel male. La sconfitta contro il Barça nell'ultima finale era una ferita ancora fresca, e non potevano né volevano cedere ancora una volta il podio raggiunto dopo tanto sudore e fatica.

Il terzo minuto fu quello in cui si sancì il primo tiro in porta da parte del Real Madrid, che però piovve esattamente tra le braccia aperte di Buffon; Adua e migliaia di altri come lei lasciarono andare un sospiro di sollievo all'unanimità, sopraffatto però dalle grida accanite e dagli incitamenti dei tifosi dei blancos.

La Juventus reagì rabbiosa a questo tentativo triplicando i suoi sforzi, che però si conclusero in un paio di tiri nello specchio e in un nulla di fatto; non si poté dire lo stesso del Real, che con un paio di passaggi tra Carvajal e Ronaldo riuscì a confondere la difesa bianconera e segnare il primo goal della serata.

Adua sperava vivamente che non fosse l'ultimo.

I ritmi ripresero serrati; nessuna delle due parti aveva ancora intenzione di gioire o disperarsi, non quando c'era ancora un'ora piena che si dispiegava davanti a loro.

"Ascoltate bene: non permettete a niente e a nessuno di dividerci, e niente ci distruggerà. Nella mitologia greca i Titani erano superiori agli stessi Dei, dominavano l'universo con potere assoluto. Beh, quel campo da calcio là fuori è il nostro universo: dominiamolo da veri Titani!"

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now