Tempo degli addii

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Quella mattina Thomas si svegliò presto, forse erano le cinque del mattino, fu felice di trovarsi tra le braccia di Newt che ancora dormiva.
Caspio, quanto era bello quando dormiva?
Cautamente spostò il braccio del biondino dal suo collo e si alzò infilandosi i pantaloni.
Aprì lentamente la porta dello sgabuzzino e si avvicinò ad una piccolissima finestra da dove potè constatare che era ancora presto dato che non vi era molta luce.
Ritornò nella piccola stanza e si sedette accanto a Newt, lasciandogli un lieve bacio sulle labbra per svegliarlo.
Il più grande mugugnò e dopo qualche secondo aprì gli occhi.
«Buon giorno Tommy » disse stiracchiandosi.
«Quanto sei bello quando ti svegli » gli confessò il moro arrossendo un pò.
«Bellissimo certo, con tutti i capelli scombinati... » scherzò Newt.
«Che c'è di male nei tuoi capelli scompigliati? Sono bellissimi. Tu sei bellissimo »
Quella sua affermazione fece sorridere il biondino.
Quel sorriso...adesso era perfetto.

Prima di uscire si diedero qualche altro bacio, nessuno dei due voleva che quel momento terminasse, avevano entrambi paura e questa volta fu Newt a lacrimare.
Thomas non sapeva come consolarlo, era sempre stato il ragazzo più grande quello più forte, ma non questa volta.
Allora Thomas fece la cosa che gli veniva meglio: lo abbracciò.
Quell'abbraccio era pieno di amore e di tristezza allo stesso tempo.
Newt piangeva sulla spalla di Thomas e viceversa.
«Ti amo Newt » gli sussurrò all'orecchio.
«Ti amo anche io Tommy » disse Newt singhiozzando.

Nessuno dei due era pronto per dire addio all'altro, ma dovettero farlo.
Thomas pensò che almeno per Newt non sarebbe stato tanto doloroso, non avrebbe ricordato più nulla.
Ma per lui era uno strazio, lui avrebbe ricordato, eccome se avrebbe ricordato e per di più doveva sostenere il peso del sapere che Newt non avrebbe  avuto la più pallida idea di chi fosse il suo piccolo Thomas, nemmeno se lo avrebbe rivisto.

«Gally...George...Alby...Clint...Newt... Minho...»
L'uomo-ratto stava pronunciando nuovamente i nomi dei ragazzi scelti per il primo gruppo da mandare nel Labirinto.
Erano tutti disposti a schiera, anche Thomas e Teresa, e non appena Janson pronunciava un nome il ragazzo chiamato doveva farsi avanti e andare nella sua direzione.
Non appena chiamò Newt a Thomas si bloccò il cuore, si erano messi vicini e si stavano tenendo la mano senza farlo notate agli altri e quando fu il momento in cui Newt doveva distaccarsi dagli altri Thomas gli strinse ancora più forte la mano e prima che si allontanasse lo guardò intensamente negli occhi; il biondino gli sorrise e gli lasciò la mano.
In quel momento, mentre Newt si allontanava da lui, Thomas avrebbe voluto piangere, avrebbe voluto buttarsi a terra e disperarsi, ma si contenne e morì dentro, silenziosamente.

«Bene, per oggi è tutto, voi ragazzi sarete i primi a far parte del progetto del Labirinto; gli altri soggetti verranno inseriti ad uno ad uno ogni mese » aveva detto l'uomo-ratto; ma Thomas continuava a fissare Newt con gli occhi bagnati e non sentì molto di quello che Janson stava dicendo.
«Seguitemi » disse rivolgendosi ai dodici ragazzi dietro di lui.
Thomas sapeva dove li stava portando: a cancellargli la memoria.
Quindi si distaccò dal gruppo e andò a cercare la dottoressa Paige.
Alla fine la trovò nel suo ufficio
«Dottoressa, stanno per inserire il primo gruppo, posso assistere alla procedura di rimozione della memoria?»
Dapprima la donna lo guardò confusa, ma poi con un cenno del capo si alzò dalla sedia e gli disse di seguirla.

Lo portò in una stanza e lo fece avvicinare a una finestra che dava la vista su un'altra stanza; una stanza grigia con un lettino di metallo al centro e uno scaffale colmo di medicinali, anch'esso di metallo.
«Il massimo che posso fare è di farti guardare attraverso questo vetro speciale che ci permette di guardare cosa avviene dall'altra parte, ma chi sta di là non ci vedrà perchè a loro apparirà come se fossero davanti ad uno specchio »
Ad un tratto la porta della stanza si aprì ed entrò un uomo con una mascherina sul viso, accompagnato da un ragazzino, quello che l'uomo-ratto aveva chiamato Clint.
«Prego, sdraiati » gli disse l'uomo mentre andava a prendere una siringa dallo scaffale.
Il ragazzo fece come gli era stato detto e si sdraiò in attesa dell'iniezione.
Poco dopo l'uomo ritornò, diede qualche colpetto alla siringa per far defluire il liquido e poi lo iniettò nel braccio del ragazzo, che quasi istantaneamente chiuse gli occhi e i suoi muscoli tornarono rilassati.
«Perchè è svenuto? » chiese Thomas alla dottoressa.
«Per far sì che il soggetto dimentichi; sarebbe un pò inquietante vederlo sdraiato lì, immobile e con gli occhi aperti, non credi? »
Thomas fece di sì con la testa e continuò a guardare mentre la dottoressa Paige gli spiegava cosa sarebbe successo dopo.
«Non appena a tutti i soggetti sarà somministrato il siero verranno mandati nella Radura e si sveglieranno tra circa due o tre ore »

Thomas vide tutti i suoi amici compiere quell'operazione; Alby non sembrava per nulla teso, Minho cercava di apparire tranquillo quando invece si vedeva lontano un miglio che stava tremando e Gally... bhè a Thomas non faceva per niente tenerezza.
Quando fu il turno di Newt improvvisamente i suoi muscoli si tesero dal nervosismo. Il ragazzo invece sembrava abbastanza tranquillo, ma Thomas potè scorgere nei suoi occhi un velo di tristezza.
Non appena l'uomo gli infilò l'ago della siringa nel braccio e i suoi occhi si chiusero Thomas si trattenne dallo scoppiare in lacrime.
«P-posso andare? » chiese alla dottoressa cercando di trattenere i singhiozzi.
«Se proprio vuoi sì »
Senza aspettare che gli dicesse altro uscì dalla stanza e corse in direzione della camerata, si accertò che non ci fosse nessuno al suo interno e si buttò sul letto di Newt affondando la testa nel suo cuscino.
Assaporò tutto l'odore che il biondino vi aveva impresso, ma questo non fece che peggiorare le cose, ma nonostante tutto Thomas continuava a farlo, perchè aveva bisogno di lui.
Non smise un attimo di piangere, non ci riusciva, da quel momento in poi non lo avrebbe più rivisto e Newt non si sarebbe più ricordato di niente.
Alla fine, ormai stremato dal pianto, che andava avanti per ore, si addormentò, avrebbe voluto fare qualche sogno con il suo amato, ma quello che sognò non fu altro che un vuoto oscuro, come il suo cuore in quel momento.

Newtmas || Ricordi svaniti nel nulla ||Where stories live. Discover now