Cicatrici permanenti

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Thomas era ancora scioccato per quello che aveva fatto Newt; di fatto,quella sera, era rimasto tutto il tempo sdraiato a pensare, fino a quando non si addormentò.

«Newt!! » urlò mentre il ragazzo si arrampicava lungo il muro.
Ma il biondino non sembrava dargli conto e continuò con la sua impresa.
«Newt! Per favore, scendi! » continuava ad urlare come un forsennato.
Poi il ragazzo si fermò e staccò le mani dai rampicanti facendo un pauroso salto nel vuoto.
Vista dal vivo la scena era ancora più terrificante e Thomas non poteva fare niente, perchè non riusciva a muoversi.
Quando Newt colpì violentemente il pavimento Thomas sentì un terribile botto rimbombargli nella testa, ancora più forte, e rivederlo riverso lì per terra gli fece venire la pelle d'oca.
Si avvicinò a lui per aiutarlo e continuava a chiamarlo e scuoterlo.
«Newt! Stai bene? »
Il ragazzo girò lentamente la testa verso di lui e lo guardò con gli occhi iniettati di odio.
«Perchè lo hai fatto Tommy? Io mi fidavo di te! »
Thomas non aveva idea di cosa rispondere ma sapeva benissimo quello a cui si riferiva Newt.
«Tu sei come loro! »
«No Newt, non è affatto così, troveremo una cura e vi faremo uscire di lì, te lo prometto »
«Non mi ingannerai anche questa volta. Stammi lontano! » urlò cominciando a dimenarsi per liberarsi dalle sue braccia.

Thomas si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, era completamente sudato e aveva il cuore che batteva a mille a causa dell'incubo.
E se Newt pensava veramente quelle cose su di lui?
No, non poteva; ormai gli avevano cancellato la memoria e qualsiasi residuo dei suoi ricordi di Thomas.
Quella notte non riuscì più a prendere sonno, perchè aveva paura di dover riaffrontare Newt e la sua collera; quindi stese disteso sul letto aspettando che diventasse giorno in fretta.

Finalmente la mattina arrivò e Thomas decise di guardare com'era la situazione, voleva essere sicuro che Newt stesse bene.
Non appena accese lo schermo si mise a cercare con gli occhi la figura del biondino, alla fine vide su uno degli schermi laterali l'interno dell'infermieria con Newt sdraiato su uno dei letti.
Passò la registrazione sul monitor principale e si mise ad ascoltare quello che Alby gli stava dicendo.
«Buongiorno »
«'Giorno » rispose Newt aprendo lentamente gli occhi.
«Ieri non te l'ho chiesto perchè eri distrutto, e non volevo peggiorare la situazione, ma che caspio ti è saltato in mente!? »
Nel suo tono di voce c'era un misto tra rimprovero e rabbia.
Newt dapprima sospirò, poi cominciò a parlare.
«Sono stanco Alby, non ce la faccio più. Non sopporto il fatto che delle persone ci abbiano messo qui, per giunta togliendoci la memoria! Non dirmi che non la pensi come me »
«Si amico, anche io sono nella tua stessa situazione, ma non posso permettermi una cosa del genere; molti ragazzi là fuori contano su di me...su di noi »
Newt si lasciò andare a peso morto sul letto e guardando il soffitto chiese ad Alby: «Dopo...dopo che mi sono buttato, cosa è successo? Ho i ricordi tutti appannati »
«Dato che nella Radura non riuscivo a trovarti da nessuna parte ho capito che l'unico posto in cui potevi trovarti era il Labirinto, perciò sono entrato e dopo un pò ti ho trovato lì per terra. Ti ho fatto alzare e ti ho riportato nella Radura. Solo che... » era evidente che non voleva continuare la frase.
«Solo che? » lo incalzò Newt.
«Zoppicavi » ammise in fine Alby.
«Clint sostiene che ti sei rotto la caviglia a causa dell'impatto con il terreno »
Newt non sapeva cosa dire, si guardò la gamba faciata un pò macchiata di sangue.
«Verranno a cambiarti la fasciatura più tardi » disse dirigendosi verso la porta.
«Che cosa significa? Devo rimanere quì sdraiato? » chiese con voce irritata il biondino.
«Per almeno un paio di giorni sì, per evitare di aggravare la frattura. Adesso sai che prima di fare le caspiate devi pensarci due volte » disse uscendo definitivamente.
Newt si abbandonò nuovamente sul letto e Thomas vide uscire dal suo occhio sinistro una lacrima che cadde sul cuscino.
Strinse le lenzuola tanto che gli spuntarono le vene sul dorso della mano e soffocò qualche singhiozzo.
«Perchè? Perchè ci state facendo tutto questo? » continuava a ripetere a bassa voce con uno sguardo perso nel vuoto.
Thomas non ce la faceva più a vederlo in quello stato, soffriva un sacco e avrebbe tanto voluto essere lì con lui per abbracciarlo e confortarlo, ma non poteva, e continuava a sentirsi in colpa perchè tutto quello che Newt diceva di brutto alle persone che li avevano mandati lì in fondo era rivolto anche a lui.
«Tieni duro, andrà tutto bene. » disse guardando la figura di Newt sofferente distesa sul letto.
Poi si lasciò sfuggire una frase, che avrebbe tanto voluto che Newt sentisse.
«Ti amo e lo farò per sempre»

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