Incontri particolari

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Il giorno seguente Thomas non aveva nessuna voglia di alzarsi dal letto, tanta era la sua tristezza.
Non riusciva nemmeno ad addormentarsi per paura di fare qualche altro incubo.
Quindi rimase disteso là e ogni tanto dava un'occhiata alla stanza per cercare di non pensare, non pensare al dolore sia fisico che emotivo che stava provando Newt, non pensare alla drammatica situazione in cui si trovavano i suoi amici, non pensare che per lui e per nessun'altro ci sarebbe stato un lieto fine.

Qualche ora più tardi qualcuno bussò alla sua porta.
«Avanti» disse lui svogliatamente.
La porta rivelò la figura della dottoressa Paige.
«Come mai non sei alla tua postazione?» gli chiese lei con un tono dolce.
«Non sto tanto bene, oggi preferirei stare a letto» mentì lui.
«Va bene, ma se ti dovessi sentire meglio sei libero di andare. Dirò di disattivare la chiusura della tua porta in modo che per oggi tu possa uscire se magari ti sentirai meglio»
Thomas fece un cenno con la testa e la dottoressa uscì dalla stanza.

Il ragazzo aveva l'occasione perfetta per uscire quando meglio credeva e girovagare per la W.I.C.K.E.D. cercando un modo per aiutare i suoi amici o disattivare i Dolenti per un pò.
Ma in quel momento i suoi pensieri erano rivolti solo a Newt.
Saltò sia il pranzo che la cena dato che non aveva per niente fame; passò tutta la giornata sul letto e quando riemergeva in lui il ricordo di Newt buttarsi dal muro cominciava a piangere e ci impiegava qualche minuto per smettere e poi tutto ricominciava da capo.

La notte arrivò presto e mentre il ragazzo singhiozzava sentì una voce provenire dal corridoio.
Era la ragazzina che qualche notte fa aveva sentito e visto passare davanti alla sua stanza.
Sembrava che stesse parlando da sola, poichè diceva tante cose così velocemente che Thomas non riusciva a capire cosa stesse dicendo, e quando faceva delle pause nessuno le rispondeva.
Decise di alzarsi dal letto e asciugandosi le lacrime si diresse verso la porta.
Si ricordò che la dottoressa Paige aveva fatto disattivare la chiusura della porta e quindi fece un tentativo abbassando la maniglia.
Incredibilmente la porta era ancora disattivata e quindi lentamente il ragazzo la aprì cercando di non fare rumori improvvisi.
«Hei» sussurrò guardando attraverso lo spiraglio delle porta.
La ragazzina si bloccò e smise immediatamente di parlare.
«Tranquilla, non voglio farti nulla, solo parlare»
«T-tu chi sei?» balbettò lei.
Thomas aprì di più la porta in modo che lo potesse vedere.
«Mi chiamo Thomas, e tu?»
«E-ellie» rispose lei ancora impaurita.
«Davvero un bel nome. Non devi avere paura, è che sto quì sempre solo e mi piacerebbe parlare con qualcuno ogni tanto» cercò di rassicurarla lui.
«M-ma io pensavo di essere l'unica quì dentro, a parte i medici ovviamente»
L'espressione impaurita della ragazzina fu sostituita da un tono più curioso.
«Che ne dici di parlare dentro la mia stanza, è più sicuro»
«V-va bene»
Ellie però era ancora un pò spaventata, come darle torto, uno sconosciuto la invitava ad entrare nella sua stanza per parlare.
Voleva cercare di farla sentire a suo agio e scoprire qualcosa di più su di lei.
Si sedettero sul pavimento e ora che se la trovava di fronte potè guardarla meglio; aveva un piccolo nasino all'insù con qualche lentiggine su di esso e sugli zigomi e dei grandi occhi grigi con sfumature sull'azzurro. Fortunatamente Ellie fu la prima a parlare, dato che Thomas non sapeva bene come cominciare la conversazione.
«Sei quì da molto?» gli chiese.
«Da più tempo di quello che puoi immaginare» rispose lui.
«E tu?»
«Credo di essere stata portata quì quando avevo quattro anni, ma i ricordi sono molto confusi»
«Bhè, ti posso dire che anche per me è stato così, per tutti lo è stato»
Ellie sgranò gli occhi.
«Tutti? Vuol dire che ci sono altri ragazzi quì»
«Si, ma diciamo che la maggior parte se ne sono...andati»
Il ricordo di tutti i suoi amici che venivano sedati riaffiorò nella mente di Thomas, ma il ragazzo cercò di rispedirli indietro per poter continuare la conversazione.
«Nel Labirinto giusto?» disse Ellie assumendo un'espressione più triste.
«Come fai a sapere del Labirinto? Nessuno lo sapeva»
«Me ne ha parlato Janson, mi ha detto che dopo i test sarò spedita lì per passare alla fase due, ovvero quella del Labirinto»
Le teorie di Thomas erano state confermate, lei era un'altro soggetto da mandare nel Labirinto, un'altra ragazzina innocente.
Ancora si chiedeva del perchè non l'avessero integrata al loro gruppo e tenerla per così dire "nascosta", ma non glielo chiese per evitare di farla confondere ancora di più e anche perchè molto probabilmente non lo sapeva nemmeno lei.
«Come mai passi di quì a quest'ora?»
«Stavo tornando alla mia camera, ho appena finito i miei test. Sai, è molto simile alla tua» disse guardandosi attorno.
«È un pò distante da quì, ci impiego circa dieci minuti ogni sera per arrivare»
«Oh, okay, se vuoi puoi andare. Mi ha fatto molto piacere parlare con te»
Thomas si alzò per congedare la ragazzina.
«È-è normale avere paura?» gli chiese alzandosi.
«Per il Labirinto intendo»
«Certo, è normalissimo. In fondo se non hai paura non sei umano»
Lei gli sorrise e si diresse verso la porta.
Prima di uscire si voltò verso di lui e disse: «Anche a me ha fatto molto piacere parlare con te»
Detto ciò gli sorrise e uscì.
Thomas rimase in piedi a guardare la porta e gli apparve davanti agli occhi, quasi come un flash, il volto del piccolo Chuck poichè Ellie glielo aveva ricordato e si rattristò pensando che un'altra ragazzina, proprio come Chuck, avrebbe dovuto affrontare quella dura vita; se non altro avrebbe avuto un'amica della sua età con cui parlare e far pesare meno le sue giornate.

*Angolo scrittrice*

Heilà!
Vi incuriosisce il nuovo personaggio?
A me piace molto, poi l'attrice che ho scelto per interpretare il ruolo di Ellie mi piace un sacco.

So anche che magari mi starete prendendo a male parole perchè ho fatto dire a Thomas la frase: "Se non hai paura non sei umano".
Lo so che questa è una citazione di Alby, ma mentre stavo scrivendo mi è venuta in mente e ripensandoci svariate volte ho constatato che quella frase ci stava a pennello.

Che altro dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci rivediamo tra una settimana nel prossimo!

Newtmas || Ricordi svaniti nel nulla ||Where stories live. Discover now