Capitolo 8

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Laila pov
È con calma studiata che esco dallo studio.
E con la stessa calma percorro i corridoi quasi deserti della scuola.
Sono tutti a pranzo.
Incontro Gazza e la sua gatta, trasporta tutte le mie cose.
"Saranno trasportate al tuo nuovo alloggio" La voce aspra e gracchiante come sempre, un sorriso sdentato.
"Ma il tuo gatto prenditelo da sola"
Mi lascia li.
Sullivan mi aspetta in cima alla scala a chiocciola, davanti alla porta
Miao
Lo prendo in braccio.
"Mi dispiace piccolino, dovremo cambiare casa."
Appoggio il mento alla sua testa e saluto con lo sguardo il batacchio che per sei anni mi ha posto quesiti.
Appena metto piede sul gradino più basso della scala, Piton mi appare davanti.
È il mio nuovo professore responsabile.
"Mi segua" la sua voce è bassa, monocorda.
"Dovrà indossare la sua nuova divisa."
Sullivan gli soffia contro, e insieme lo seguiamo giù per le scalinate che portano ai sotterranei.
Testa alta. Schiena dritta. Passi lunghi e rumorosi, che creano un eco assordante nei cunicoli bui che riempivano i racconti di mia madre.
Piton si ferma davanti a una porta di ciliegio e me la indica, entro in quello che è sicuramente il suo ufficio.
"È della sua misura." Chiude la porta.
Guardandomi intorno capisco che si riferisce all'uniforme bordata di verde e argento che mi aspetta, accuratamente piegata, su una seggiola.
Lascio a terra Sully e vedo il mio riflesso in un piccolo specchio scheggiato e rovinato dal tempo.
Mi spoglio della divisa Corvonero, rivelando la pelle pallida. Nel guardarmi il polso sinistro inorridisco e chiudo gli occhi. Il 'regalo' di mio nonno è li, il blasone di famiglia è inciso sul mio polso. Un serpente all'interno di uno scudo, che nel giorno del mio quarto compleanno sono stata costretta a incidermi con uno stiletto arroventato, sotto la tortura di uno degli anatemi senza perdono.
Imperio
Un monito, un marchio che serve a ricordarmi costantemente chi sono e chi devo essere.
La cicatrice è rimasta di un colore nero-violaceo, per colpa dei tendini lacerati.
Il mio corpo è pieno di cicatrici bianche ed evidenti, ma questa, è la peggiore.
La divisa nuova mi calza a pennello, come fosse sempre stata mia.
Afferro la cravatta blu e bronzo e la nascondo in una tasca con gesto nostalgico. Non posso farci nulla, mi mancherà, Corvonero è stata la mia casa per anni, il mio posto sicuro...
Ora basta
Tiro un profondo respiro e alzo il mento con fierezza.
Sullivan mi guarda con i suoi occhioni diversi.
"Andiamo." Il mio tono è duro, per infondere anche a lui la determinazione necessaria. Esco dalla porta e lui mi segue.
Piton cerca di farmi strada, ma lo supero
"Non ho bisogno di una guida per arrivare a casa mia." Parlo a denti stretti, con gli occhi socchiusi e la voce ferma.
"Bene" si volta e se ne va sprezzante.
Non ho bisogno di nulla, nemmeno della parola d'ordine. La porta si aprirà non appena ci sarò vicina, il mio sangue è una garanzia.
Un altro motivo per cui una guida è superflua è la gran massa di studenti che si è accalcata ai due lati dei corridoi sotterranei.
Decine e decine di occhi sono puntati su di me, non abbasso lo sguardo, non rallento il passo, faccio come se nulla fosse. Mormorii e borbottii sommessi mi circondano.
Sullivan soffia ad una ragazzina del secondo anno che cerca di accarezzarlo.
Un sorriso mi appare sul volto e annuisco lievemente guardandolo con la coda dell'occhio
Bravo piccolo. Facciamogli vedere chi siamo.
Improvvisamente tutti ammutoliscono.
Vogliono sapere se le voci sono vere.
Sono in trepidante attesa.
Quando sono a un metro dalla porta, avverto un formicolio alla base della schiena.
Quando sono a mezzo metro dalla porta, questa si spalanca cigolando.
Senza indecisioni la sorpasso e con un mio sguardo si richiude alle mie spalle non appena Sullivan ne ha varcato la soglia.

Draco pov
Le voci si sono sparse in fretta.
"Laila Craine è un'erede di Salazar Serpeverde!" "Ma chi, quella sfigata di Corvonero?" "Si si lei! In realtà è di sangue purissimo!" "E ora che succede? Viene a Serpeverde?" "Ovvio!"
Non ho sentito parlare d'altro da quando sono uscito dallo studio di Silente.
Tzè
Quella piccola stupida non merita il suo cognome.
Non merita di essere chi è.
Mi ha chiesto per cosa me la sono presa...
Vorrei saperlo...
So solo che ha lo stesso effetto di una zanzara nella notte. Piccola, ma incredibilmente fastidiosa.
Non so perché ce l'ho così tanto con lei, so che ogni secondo che passa mi fa sempre più saltare i nervi.
Ma ti diventa duro quando la vedi....
In effetti... è proprio sexy...
Avrei in mente due o tre cose tre da fare con lei...
Tornando alla realtà.
Verrà mangiata viva qui dentro. Non sa cosa succede nella casa Serpeverde. Inganni, sotterfugi, tradimenti e sofferenze.
Si crede la regina..
Fate largo alla regina
Un flash della sua stupida affermazione, sussurrata così vicina al mio orecchio.
Come osa parlare così a me? Il Principe delle Serpi?
Quella mocciosa non è come dovrebbe essere una Purosangue di così alto lignaggio.
Non sembra avere portamento o educazione di alcun genere. Non sembra possedere nulla di ciò che un reale ha nel sangue.
Non sa nemmeno la parola d'ordine.
Sono tutti fuori ad aspettarla, curiosi di vedere la ragazza che per sei anni si è nascosta tra la plebe.
Sarà un colossale fallimento il suo.
La porta nascosta si spalanca, senza sentire parole d'ordine. Lei entra con passo deciso, a testa alta, avvolta nella divisa di Serpeverde come se le fosse stata cucita addosso, come fosse stata fatta per essere sua.
A giudicare da come le calza, quella che indossava prima era troppo grande, la assorbiva totalmente, facendola sembrare più piccola e minuta di quanto in realtà è. Questa le fascia il corpo morbidamente, mostrandone ogni curva.
La porta si richiude silenziosamente alle sue spalle ad una sua occhiata.
Sospira pesantemente, come se per tutto il tragitto avesse trattenuto il fiato.
Alza il volto e mi vede per la prima volta da quando è entrata, e resta lì, in piedi a fissarmi.
Io la fisso a mia volta, seduto comodamente su un divanetto.
"A quanto pare il Principe non è più al centro dell'attenzione eh?" Ha un tono canzonatorio
Si sposta indietro i capelli, in un gesto di superiorità.
"Andiamo" sorride dolcemente al pavimento accanto a lei.
Lo dice con tono troppo dolce per essere rivolto a me, infatti si abbassa a raccogliere una specie di... gatto?
Un miagolio sommesso me lo conferma. Lo prende in braccio con eleganza e grazia che non le si addicono, è così aggraziata nel compiere un gesto così naturalmente sgraziato.
Lo bacia sulla testa e nel frattempo si avvia ad una porta che nessuno di noi è mai riuscito ad aprire, nemmeno con un Alohomora, con un Bombarda Maxima. Qualcosa impedisce ai cardini e alla serratura di muoversi. È l'unica porta nella sala comune che non è preceduta da scale, è semplicemente li, al centro tra le due scalinate che portano ai dormitori.
"Ehi genio, quella è chiusa, non si apre." La prendo in giro, sorridendole malevolmente.
"Hei 'genio'." Imita il mio tono.
"Quella è la mia stanza."
Sogghigna.
Non appena vi è davanti gira il pomello e la spinge con delicatezza con la punta del piede, e questa si spalanca con naturalezza su una stanza enorme ed elegante, riccamente decorata. Spalanco gli occhi, mi sembra assurdo.
I suoi oggetti personali si trovano già all'interno della stanza.
"Direi 1-0 per me Malfoy." Parla voltandomi le spalle, non appena la porta si richiude, compare l'effige di Serpeverde in oro zecchino, e delle lettere escono dal legno come fossero state fuse al loro interno.
"Laila Serpeverde-Craine unica erede della casa Serpeverde"
Craine 2; Malfoy 0

Un cuore purosangueWhere stories live. Discover now