Capitolo 55

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Laila pov
Scendo le scale in silenzio, avvolta nel tubino nero a maniche lunghe che prima Malfoy mi aveva tolto con tanto ardore.
La moquette attutisce il ticchettio dei tacchi, trasformandolo in un rumore soffuso.
Philip mi aspetta nel Salotto Crema.
Un piccolo salottino color crema, adibito a ricevere uno o due ospiti per volta. Solitamente utilizzato da mia madre per prendere il tea con altre ricche nobildonne. O, sporadicamente, per sedurre qualche uomo che possiede qualcosa che mio nonno vuole e che lei deve ottenere.
Mi fermo un istante davanti ad uno specchio nel corridoio, assicurandomi che il trucco sia in ordine. Che il rossetto scuro sia al suo posto e non abbia sbavature procurate dai baci di Malfoy.
I miei occhi cadono sui segni viola che ho sul collo.
Mi ha marchiata.
Un mezzo sorriso mi nasce sulle labbra e mi getto indietro i capelli in un gesto fiero.
Percorro quei pochi metri che mi separano dalla porta illuminata del Salotto Crema.
Non appena metto piede nella sala, il calore del caminetto mi investe, assieme alla calda e morbida luce proveniente dai candelabri sulle pareti.
Una rapida occhiata e lo vedo, seduto elegantemente su un divanetto a righe, con le gambe accavallate e le braccia tese sulla testiera.
I capelli tagliati corti sono impeccabili, di un magnifico color sabbia. La barba corta è curata e regolare, conferendogli un'aria molto più adulta di quella che in realtà dovrebbe possedere.
È avvolto in un paio di pantaloni scuri. Probabilmente una camicia altrettanto scura. Sopra indossa una lunga cappa nera e verde smeraldo, con intarsi argentati ed un alto colletto a punta che gli arriva poco sopra la nuca.
I polsini intarsiati d'argento ricadono perfettamente attorno ai suoi polsi e le scarpe di vernice nere completano il tutto con un tocco babbano.
I suoi occhi nocciola scattano nella mia direzione, le sue labbra carnose si aprono in un sorriso ammaliato che, se non conoscessi, crederei sincero.
Si alza in un'unica elegante mossa e fa qualche passo verso di me, fa un delicato inchino e mi bacia la mano, alzando poi gli occhi sui miei, guardandomi come si guarda un tesoro prezioso.
Ogni donna cadrebbe innamorata ai suoi piedi.
Ogni donna lo reputerebbe di una bellezza stravolgente.
Ogni donna ucciderebbe per essere la sua promessa sposa.
Lui è bello, intelligente, affascinante, sicuro di se, persuasivo e soprattutto, lui è ricco.
Quella è la parola magica.
Ma alla fine dei conti, lui è tutto quello che una qualunque donna potrebbe desiderare.
Peccato che io non sono una donna qualunque.
Mi ritrovo immediatamente a paragonarlo a Malfoy.
Sono alti uguali più o meno.
Malfoy ha un fisico più asciutto.
I capelli più chiari, molto più chiari.
Gli occhi più lucenti, più vivi.
Le mani più forti.
I movimenti più eleganti.
Il naso più principesco.
Le labbra più sottili.
"Laila, che piacere vederti." Esordisce con le labbra ancora vicine al dorso della mia mano.
"Oh Philip ti prego. Saltiamo i convenevoli." Gli rispondo asciutta, con un sorriso di circostanza stampato sul viso.
"Non capisco cosa intendi cara. La tua presenza è sempre un faro di luce nelle mie buie giornate." Un altro sorriso esageratamente falso, accompagnato da un tono di voce esageratamente morbido e caldo. Un tono che non gli appartiene.
Ritiro la mano di scatto, ed alzo gli occhi al cielo.
"Philip non sono stupida. Smetti di prendermi in giro." Insisto dandogli le spalle e accomodandomi su una poltroncina bassa di fronte al divano su cui era seduto poco fa.
"È maleducazione dare le spalle ad un ospite Laila. Speravo che i tuoi modi fossero migliorati." La sua voce diventa bassa e cavernosa, innervosito dalla mia scarsa ospitalità.
"Philip se leggessi un po' di più sapresti che io sono il tuo ospite, e tu sei il mio invitato. Speravo la tua intelligenza fosse migliorata." Lo canzono.
Si siede di fronte a me con gesti rigidi, ma sempre eleganti.
Mi servo il tea senza aspettare gli elfi. Lo verso a me per prima, posando poi la teiera sul tavolino.
"Non mi versi il tea?" Chiede innervosito, alzando un sopracciglio.
"Da ciò che vedo hai un bel paio funzionante di mani. Penso non ti serva il mio aiuto Philip."
"Ora basta!" Tuona, picchiando il pugno chiuso sul tavolino.
"Tutto questo non verrà tollerato quando sarai mia moglie Laila. Ti conviene abbassare i toni e sottometterti all'autorità..."
"Altrimenti?" Lo interrompo.
"Che cosa mi farai Philip? Torcimi un capello è mio nonno pretenderà la tua testa su un vassoio."
Sorrido serena, senza un solo pensiero in testa.
Bevo un sorso di tea, scaldandomi le mani attorno alla tazza decorata.
Lui resta di sasso, immobile sul divanetto costoso.
"Voglio la tua obbedienza Laila. Con una moglie insubordinata sarei lo zimbello della famiglia. Dell'intero mondo magico." Sussurra con una rabbia tale che gli tremano le mani.
"Oh Philip. È tenero come tu sia ancora così convinto che ti sposerò." Ridacchio con un sorriso sulle labbra.
"Noi siamo promessi." Sibila.
"Ciò non toglie che non ti sposerò."
Sposta freneticamente gli occhi nella stanza, in cerca di un qualsiasi appiglio per poter controbattere.
"Sono la tua unica possibilità per andartene di qui Laila. La mia famiglia è sempre stata buona. Abbiamo accolto una Serpeverde, non sarà un problema accoglierne un'altra."
Per un momento, per un singolo momento, la mia maschera cede.
"Lei... Lei come sta?" Chiedo sussurrando.
"Sta bene. Le mancate. Mi ha dato questo, per te."
Tira fuori dalla tasca della cappa un libro di cuoio in edizione tascabile e me lo passa con mano ferma.
Distacco le mani dalla tazzina, lasciando che leviti a mezz'aria, in modo da dimostrargli ancora una volta quanto io sia superiore a lui.
Prendo il libro con entrambe le mani e con estrema delicatezza, per paura di rovinarlo.
Tra le mani mi ritrovo un volume di Alice nel Paese Delle Meraviglie e Alice Oltre Lo Specchio.
Sorrido e mi stringo il volume al petto, con affetto, ricordandomi di quelle sere in cui mia zia si stendeva nel mio letto e leggeva per me.
"Ringraziala. E dille che anche lei mi manca."
"Se mi sposerai, potrai farlo da te."
Sospiro pesantemente.
Così pesantemente che probabilmente anche Malfoy mi ha sentita.
"Philip. Non ti sposerò mai. Tu non vuoi una moglie, vuoi un trofeo. Vuoi un qualcosa che stia ai tuoi comandi. E io non sono così. Io ho bisogno di qualcuno che mi lasci essere me stessa senza bloccarmi."
Lo osservo con viso serio, per la prima volta senza aggiungere acidità alla voce.
"E il ragazzo che ti sei portata dietro, quello che ti ha lasciato quei segni sul collo, è quel qualcuno?" Scoppia in una risata.
Io resto pietrificata.
"Tu non sei destinata ad avere amore Laila. Non ci hanno insegnato l'amore. Ci hanno insegnato il dovere. E io sono il tuo dovere."
Detto questo si alza, senza aver bevuto una goccia di tea.
Mi lascia lì, sola, nel Salotto Crema con una sola domanda in testa.
Draco Malfoy è quel qualcuno?

Draco pov
Sono in piedi di fronte all'immensa libreria vuota.
"È magica Malfoy."
Aveva detto, rispondendo al mio sguardo interrogativo.
"Non vado da nessuna parte senza i miei libri. È una sorta di Passaporta."
E per dimostrarmelo, si è avvicinata alle mensole vuote, osservandole con affetto.
Col dito è passata su delle coste immaginarie Gino a fermarsi in un punto preciso.
"Qui c'è 'Orgoglio e Pregiudizio'."
Poi senza nessun preavviso, ha fatto il gesto di tirare fuori un libro, ed il libro è comparso nella sua mano.
"E perché ora non sono tutti qui?"
Le avevo chiesto scioccato. E lei mi ha risposto che al momento questa non è casa sua, ma che in ogni caso erano lì anche senza esserlo.
E sono tremendamente affascinato da questa sorta di Passaporta.
Assomiglia all'Armadio Svanitore.
Ergo, se capisco come funziona questa, riuscirò a capire anche come far funzionare l'armadio.
Infilo una mano appena sotto una mensola, in modo da non rischiare di urtare un libro, è incredibilmente la mia mano sparisce nel vuoto, sentendo comunque sotto di essa la consistenza dei libri.
L'aria fredda della sua stanza mi avvolge la mano, che ritiro immediatamente.
"Interessante..."
Mi prendo il mento tra due dita e rifletto, osservando attentamente.
Avvicino nuovamente la mano allo scaffale, e in quel momento la porta le mie spalle sbatte furiosamente, facendomi urtare non so quanti libri.
"Malfoy. Hai appena fatto cadere i i miei libri?"
Chiede con un sopracciglio alzato ed un tono acido.
"Forse." Replico con un sorriso colpevole.
Si stringe la radice del naso tra due dita, e al contempo si porta al petto un piccolo volume.
Si avvicina sorpassandomi, senza degnarmi di uno sguardo, e ripone il libricino in uno scaffale, dove questo scompare.
Si toglie i tacchi camminando verso di me, scalciandoli dai piedi e lasciandoli sul pavimento di legno.
Mi poggia le mani sul petto e mi spinge con forza, facendomi finire steso sul letto.
La guardo interrogativo, con un sopracciglio alzato.
La guardo sfilarsi l'abito e restare vestita solo di un paio di slip neri.
"Spogliati Malfoy." Sussurra osservandomi.
Si mette a gattoni accanto a me e comincia a sbottonarmi la camicia, gli occhi spiritati e vuoti.
"Che succede Laila?" Le chiedo spaesato e confuso.
Non mi risponde, continua solo a sbottonarmi la camicia. Quando ha finito, me la sfila dalle spalle.
Mi toglie i pantaloni e getta tutto a terra.
Poi, si sdraia su di me e mi abbraccia con forza.
"Voglio stare un po' così." Sussurra con gli occhi chiusi e l'orecchio sul mio petto.
"Voglio stare in silenzio e sentire il tuo cuore."
Annuisco. La bacio tra i capelli e la tengo stretta.
Quasi avessi paura che possa andare in pezzi se la lascio.

Un cuore purosangueWhere stories live. Discover now