Capitolo 9

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Laila pov
Sono passati poco più di due giorni dal mio trasferimento, e non ho ancora fatto granché. Ho passato le mie giornate tra le lezioni, i pasti quasi sempre saltati e nella mia stanza.
Poche ore in sala comune, solo la sera.
Quando qualcuno mi si avvicina per socializzare mi limito ad ignorarlo, o più semplicemente a lanciargli un'occhiataccia.
Non mi importa di questa gente
Ma è divertente bisticciare con Malfoy....
Lo tormenterò fino alla fine dei giorni.
Sono nella mia stanza, lussuosa, sfarzosa.
Il letto è enorme, più di un normale matrimoniale. Così grande e così morbido che faccio fatica a dormirci.
Le coperte di seta nera sono così calde, troppo calde per essere così sottili. Devono essere incantate.
Il camino che si trova nella mia stanza, unica a possederne essendo la camera padronale, è enorme, e mi aiuta a contrastare l'umidità nei momenti in cui i conati di fanno più forti.
Un bagno é annesso alla mia stanza.
Finalmente un bagno tutto mio.
Sullivan sta dormendo sul divanetto al lato della porta, facendo fusa sommesse nel sonno.
Io sono seduta alla scrivania e sto cercando di preparare una pozione contro la nausea, che stamattina mi ha colpita imperterrita. So che non servirà, ma tanto vale provarci.
La nitida risata di Malfoy proviene da fuori della mia porta, e prima ancora che possa bussare la faccio spalancare con un'occhiata.
"Che vuoi Malfoy?" Il mio tono è sprezzante e canzonatorio.
Mi guarda divertito, continuando a sogghignare per non so quale discorso stesse facendo.
"Hai ospiti." E con un goffo inchino e una luce divertita si sposta indicandomi gli ospiti inattesi.
In fondo non è poi così male scherzare con lui... forse...
Sto per rispondergli quando vedo apparire alle sue spalle due maggiordomi del castello, al servizio della mia famiglia da quasi 30 anni.
Rischio di cacciare un urlo ma il contegno è più forte dell'istinto.
"Entrate."
I maggiordomi gemelli entrano nella stanza, chiudendosi alle spalle la porta.
Lewis e Laurence. I gemelli dai capelli bianchi e gli occhi verde smeraldo.
Lewis sempre composto e serio.
Laurence più sbarazzino e col sorriso apatico sul volto.
Gli occhi di entrambi sono privi di luce, ma sembrano sempre volerti dire 'so qualcosa che tu non sai'.
"Suo nonno richiede la sua presenza Signorina..."
"... Craine, prima che il sole sia tramontato."
Lewis comincia la frase che viene immediatamente completata da Laurence.
Sospiro rassegnata.
Non mi servono bagagli. Non mi servono libri.
Non sarà certo un viaggio di piacere questo...
Scopro Sullivan a fissarmi terrorizzato, tremante. L'odore dei gemelli gli ha ricordato l'odore di casa. L'odore di quella casa in cui entrambi siamo stati torturati dall'ultimo discendente maschio. Mio nonno.
Non posso sottoporlo a tale orrore. Dovrò cavarmela da sola questa volta.
"Datemi un momento. Arrivo subito."
I gemelli escono, ma sento la loro presenza appena oltre la porta.
Prendo Sullivan in braccio e lo stringo forte a me, cullandolo.
"Tranquillo piccino, andrà tutto bene, ma tu dovrai restare qui. Fallo per me, tornerò il prima possibile, lo prometto. Troverò qualcuno che nel frattempo si prenda cura di te."
Lo bacio e lo lascio sul letto.
Tolgo l'uniforme ed indosso gli abiti che è ritenuto opportuno si indossino a casa mia.
Una camicia bianca che mi stringe leggermente sul seno, i pantaloni di un tallieur nero e delle scarpe vertiginosamente alte. Prendo dall'armadio un mantello da viaggio di velluto verde e cerco di sistemare alla meglio i capelli. Ma è una causa persa.
Indosso il gilet nero e senza maniche infilando la bacchetta nella tasca interna.
Sospiro pesantemente nel mettermi l'anello, che ogni membro della famiglia possiede, al dito.
Allaccio il mantello da viaggio.
Sono pronta.

Draco pov
I due inquietanti maggiordomi sono di fronte a quella dannata porta, dietro qui quella dannata ragazza si nasconde per tutto il dannato giorno.
La notte però, viene sui divani della sala comune con il suo strano gatto e gioca con lui, lo riempie di affetto.
È l'unico essere vivente per cui l'ho vista provare interesse, anzi affetto addirittura.
L'unico essere vivente con cui abbia interagito.
Oltre a me.
Quelle sue battutine velenose che continua a riservarmi.
Devo ammettere che questa piccola guerra è quasi divertente.
La porta si apre, e lei ne esce con dei vestiti babbani che non le si addicono.
Anche sua madre e suo nonno indossavano abiti babbani...
Abiti che sono in contrasto con il trucco pesante e i capelli scompigliati così stranamente gradevoli allo sguardo.
"Hannah." La chiama guardandosi le unghie svogliatamente. Si sistema il gilet mentre la biondina scatta in piedi, con sguardo trasognato. Come se non non avesse aspettato altro che quel momento.
Dalla faccia della Craine intuisco che quasi sicuramente ha usato un nome a caso tra i tanti che le sono stati detti.
E che avrebbe preferito qualcun altro.
"Si! Posso essere utile?" Le si avvicina ma ad un suo sguardo glaciale fa un passo indietro.
"Starò via per... beh per un po'. Voglio che tu ti prenda cura di Sullivan nel frattempo."
La voce è fredda, la sua non è una richiesta, è un ordine.
"Oh si!" Risponde Hannah, tutta eccitata per l'importanza di questo compito.
"Anche io ho un gatto e..."
"Si si bene." Viene interrotta bruscamente.
"Lo lascerò in sala comune"
E così dicendo lo fa uscire dalla sua stanza proibita ad occhi altrui.
Il piccolo ammasso di ossa esce svogliato e graffia la mano di Hannah che cerca di accarezzarlo, soffiandole contro.
"Ah, dimenticavo. Non ama essere toccato."
Spiega con un sorriso malevolo la Craine mentre esce dalla sala, seguita dai due inquietanti maggiordomi.

Un cuore purosangueWhere stories live. Discover now