Capitolo 82

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*In via del tutto eccezionale oggi aggiornerò due volte, essendo che su Italia 1 hanno trasmesso il Principe Mezzonsangue stasera, ho pensato sarebbe stato carino scrivere questo capitolo extra che casualmente nella mia storia coincide con la visione del film che lo rappresenta. Ci tengo a sottolineare che questo capitolo è stato preso dal libro quasi interamente (perché francamente non mi sentivo di cambiare un capitolo così importante), quindi chiedo scusa se non ci sarà molto del mio stile di scrittura o nulla che non conosciate già. Spero che riusciate comunque ad apprezzare quel poco di mio che mi sono sentita di inserire. Buona lettura!*

Draco pov
Sto aspettando.
Da quando ho lanciato il Morsmordre.
Sulle scale per la torre di astronomia, nascosto.
Il Marchio nero brilla nel cielo, ricoprendo tutto di un alone verdastro.
I Mangiamorte sono già usciti dall'armadio ed entrati ad Hogwarts.
Nessuno pensava ci sarei riuscito.
E invece eccomi qui.
Ad aspettare la mia vittima.
Sono salito qui dopo che Rosmerta mi ha mandato un altro gufo, per informarmi del suo ritorno.
Un tonfo sordo mi annuncia il suo arrivo.
È sui bastioni.
Sento la sua voce, sta parlando. Per un attimo sono così folle da pensare di sentire qualcuno rispondergli.
Ma non può essere. È solo.
Rosmerta non ha menzionato altre persone.
Sono così eccitato e spaventato e pieno di adrenalina che nemmeno io so cosa sto facendo.
Spalanco la porta senza preavviso.
"Expelliarmus!"
La bacchetta di Silente precipita nel vuoto oltre al bordo dei bastioni.
E Lui, Silente, pallido e tremolante si sorregge al muretto di pietra, ma non c'è paura, non c'è panico ne tantomeno tensione sul suo viso.
"Buonasera, Draco." Dice in tono calmo e rilassato.
Mi guardo in torno, agitato.
Due scope.
"Chi altro c'è?" Domando teso.
"È la domanda che potrei fare io. O agisci da solo?"
Guardo il preside e poi il Marchio nel cielo e poi di nuovo quel vecchio pazzo.
"No. Ho dei rinforzi. Ci sono i Mangiamorte nella scuola, stanotte." Un sorriso sadico e folle mi solca il viso, e sono orripilato e allo stesso tempo orgoglioso di ciò che ho fatto.
"Bene, bene. Molto bene davvero. Hai trovato un modo per farli entrare, allora?" Anche il suo tono è orgoglioso, come fosse orgoglioso di me, come se mi stesse interrogando su una magnifica ricerca svolta.
Ti vuole solo distrarre. Smetti di parlare e uccidilo!
"Si!" Ansimo.
"Proprio sotto il suo naso, e non se n'è nemmeno accorto!" Gongolo con gli occhi che pizzicano di lacrime di paura e rimorso e felicità.
Sono qui. Ci sono riuscito. Salverò mia madre.
"Ingegnoso. Eppure... Perdonami... Dove sono adesso? Non li vedo." Osserva con troppa calma per i miei gusti.
Vuole depistarmi.
Spaventalo.
"Hanno incontrato alcuni della sua guardia. Stanno combattendo di sotto. Non ci metteranno molto... Io sono venuto avanti." Affermo con voce folle e disperata.
"Io... Ho un compito da svolgere."
Mi fermo a pensare.
Voglio farlo?
No. Non voglio farlo.
Ma devo.
"Beh, allora devi sbrigarti, mio caro ragazzo." Dice con dolcezza.
Perché usa un tono dolce?
I rumori ai piani di sotto mi ricordano che c'è una battaglia, che non ho tempo da perdere.
"Draco, Draco, tu non sei un assassino." Afferma con un sorriso sul volto.
E ogni mia difesa, ogni mia convinzione, crolla.
Sono un assassino?
"Come fa a saperlo?" Chiedo d'impulso.
Eppure suono così infantile.
Mi vergogno di averglielo chiesto.
"Lei non sa di cosa sono capace. Lei non sa cosa ho fatto!" Insisto.
"E invece si." Risponde in tono mite.
"Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l'anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi... Così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso..."
Ma come osa?!
"Ma certo!" Grido.
"È tutto l'anno che ci lavoro, e stanotte..."
Un urlo.
Mi raggiunge le orecchie e non posso ignorarlo o dimenticarlo.
Mi irrigidisco.
E il Marchio nero brucia di nuovo come fuoco sul mio braccio.
Manca poco mamma.
"Qualcuno sta proprio dando battaglia." Commenta Silente affabile, come se stesse parlando del tempo.
"Ma stavi dicendo... Sì, sei riuscito a far entrare i Mangiamorte nella mia scuola, cosa che, lo devo ammettere, ritenevo impossibile... Come hai fatto?"
Non rispondo.
Le orecchie tese ai rumori al piano di sotto.
La mente che vaga nell'indecisione.
Non dovrei dirgli nulla, ucciderlo e basta.
Mi sento paralizzato.
"Forse ti conviene continuare la tua missione da solo. E se i tuoi rinforzi sono stati fermati dalla mia guardia? Come avrai capito stanotte ci sono anche i membri dell'Ordine della Fenice. E del resto non hai veramente bisogno di aiuto. Non ho la bacchetta, al momento... non posso difendermi."
Non mi muovo. Non parlo.
"Hai paura di agire finché loro non sono con te." Afferma con gentilezza.
"Io non ho paura!" Ringhio.
"Dovrebbe averne lei!"
Non riesco a pensare, c'è troppo chiasso, troppo frastuono, non riesco a concentrarmi.
"Non credo che mi ucciderai Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile quanto credono gli innocenti. Quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi amici, come li hai fatti entrare? Sembra ci sia voluto molto tempo a trovare un modo."
Mi viene da vomitare.
Vorrei urlare.
Non dirgli nulla!
Digli tutto!
Non può aiutarti!
Ti può salvare!
Forse se solo gli spiegassi tutto...
Deglutisco a fondo.
"Ho dovuto aggiustare l'Armadio Svanitore rotto che nessuno usa da anni. Quello nel quale si è perso Montague l'anno scorso."
"Molto astuto. Ce n'è una coppia, suppongo." Sospira il vecchio preside.
"L'altro si trova da Magie Sinister. Formano un passaggio." E continuo a parlare, continuo a raccontargli di come Montague mi ha raccontato di essere in un limbo, di non essere sempre a scuola.
Continuo a raccontargli di come sono stato intelligente e intuitivo a capire la connessione.
Gli racconto tutto, come fossi sotto Veritaserum.
Gli racconto tutto perché voglio che mi salvi.
Gli racconto tutto perché forse voglio salvarlo.
"E così i Mangiamorte sono riusciti a entrare nella scuola proprio sotto al mio naso..."
"Esatto! Proprio così!"
"Ma ci sono stati momenti in cui non eri più sicuro di riuscire a sistemare l'Armadio vero? E così sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta e avvelenare un idromele. Entrambi con pochissime probabilità di finire nelle mie mani."
È incredibile come sia così calmo. È troppo calmo per un uomo che sta per morire.
"Si, ma lei non ha capito chi c'era dietro, no?" Lo schernisco.
"A dire il vero si." Risponde, scivolando sempre di più contro al muro.
È debole.
"Ero sicuro che fossi tu."
Un lampo nella mia testa.
Lui lo sapeva?
"Perché non mi ha fermato allora?" Chiedo, sull'orlo della follia.
"Ho provato, Draco. Il professor Piton ti tiene d'occhio per mio ordine..."
Lo interrompo senza delicatezza.
"Non esegue i suoi ordini, ha promesso a mia madre..."
"È ciò che ha detto a te, Draco, ma..."
"Fa il doppio gioco stupido vecchio!" Grido incredulo.
"Non lavora per lei!"
Piton non può avermi tradito. Non può.
La mia famiglia si fida di lui.
Io mi fido di lui.
È impossibile.
"Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto Draco. Si da il caso che io mi fidi del professor Piton." Biascica.
"Beh, allora sta perdendo colpi! Piton mi ha offerto aiuto. Domani non sarà più il prediletto del Signore Oscuro. Non sarà nulla in confronto a me, nulla!"
Possibile davvero che Silente sia così stupido e cieco?
Possibile che Piton abbia ingannato tutti così bene, che ora nessuno sa davvero per chi stia combattendo?
Continua a straparlare, ma lo ascolto a metà, troppo immerso nei miei pensieri.
Arriva persino a capire che ho Imperiato Madama Rosmerta.
Allora non è cieco. Ne tantomeno stupido.
Smettila. È solo un vecchio pazzo.
"Come facevi a comunicare con Rosmerta? Credevo avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola."
"Monete stregate." Rivelo, e non riesco a smettere di parlare.
Non so chi stia prendendo tempo, se lui per sopravvivere o io per non macchiarmi di omicidio.
E la mia mano trema, violentemente.
Così tanto ch la bacchetta oscilla senza controllo.
"Non è il sistema usato l'anno scorso dal gruppo che si faceva chiamare Esercito di Silente?" Mi chide in tono leggero, scivolando sempre più in basso lungo il muro.
"Si, ho preso l'idea da loro. Ho preso anche l'idea di avvelenare l'idromele da quella Sanguemarcio della Granger. L'ho sentita dire che Gazza non sa riconoscere le pozioni." Sorrido, rendendomi conto di quanto abbia lavorato duramente quest'anno, fiero di tutto quello che sono riuscito a fare.
"Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me."
Una roca risata mi esce dalle labbra.
"Le importa che io dica 'Sanguemarcio' quando sto per ucciderla?" Chiedo scettico con un sopracciglio alzato.
"Si. Ma quanto a uccidermi Draco, stai lasciando passare lunghi minuti. Siamo soli. Sono indifeso oltre le tue più rosee previsioni, e non hai ancora agito."
Le sue parole sono così vere da suonare amare.
Continua a parlare, a prendere tempo. A chiedermi come sapevo che sarebbe andato via, a chiedermi cazzate per farmi dubitare di me stesso.
"Devo dunque dedurre che non è stato assassinato nessuno?" Chiede con occhi, finalmente, preoccupati.
"Qualcuno è morto." Rispondo alla sua domanda.
"Uno dei suoi. Non so chi, era buio. Ho scavalcato il corpo. Dovevo aspettarla quassù. Solo che quelli del suo Ordine si sono intromessi."
Ripenso al corpo che ho scavalcato come nulla fosse.
Ricordo che ho sperato fosse ancora vivo.
"Resta poco tempo a ogni modo. Quindi consideriamo le tue alternative Draco."
"Le mie alternative! Sono qui con una bacchetta... Sto per ucciderla!"
"Smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi l'avresti fatto subito dopo avermi disarmato." Sostiene con aria pacata.
"Io non ho alternative! Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!"
Ucciderà mia madre...
Le lacrime cominciano a sfuggirmi dagli occhi.
Cosa devo fare?
"Mi rendo conto della gravità della tua posizione. Perché credi che non ti abbia affrontato prima d'ora sennò? Sapevo che Lord Voldemort ti avrebbe ucciso se avesse compreso che sospettavo di te."
Sussulto nel sentire quel nome maledetto. Quel nome che ha rovinato tutto.
"Io posso aiutarti, Draco."
Ecco tutto ciò che colgo della lunga frase che mi rivolge.
"Non può invece..." Ribatto in un sussurro, mentre le lacrime cominciano a solcarmi le guance silenziosamente.
"Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta."
"Passa dalla parte giusta, Draco. Possiamo nasconderti. Manderò dei membri dell'Ordine da tua madre stanotte stessa. La nasconderemo. La proteggeremo."
Lo fisso sbalordito.
Mia madre.
Può proteggere mia madre.
"Ma sono arrivati fino a qui, no?" Domando lentamente, senza sapere dove andare a parare.
"Credevano che sarei morto, e invece sono qui... E lei è in mio potere... Ho la bacchetta in pugno... Lei è qui, a chiedermi pietà..."
"No Draco. È la mia pietà, non la tua, che conta adesso."
Non riesco a parlare.
Non riesco a pensare.
La mano che tiene la bacchetta trema ancora.
E giuro.
La vorrei gettare giù dal bastione, abbassarla e gettarmi a terra piangendo.
Ma all'improvviso, vengo spinto da parte.
E resto immobile, in trans, mentre Bellatrix, Alecto, Amycus e Fenrir sfottono Silente.
Si prendono gioco di lui e di me e di quanto quel vecchio sia debole ed indifeso.
Ma non li sento.
Poteva salvarmi.
Poteva salvare mia madre.
Le lacrime hanno smesso di scendere.
Ma io resto imbambolato.
Poi sento il mio nome.
"No. Abbiamo ricevuto degli ordini. Deve farlo Draco. Ora, Draco, sbrigati."
E se prima ero poco risoluto nel portare a termine il mio compito, ora lo sono meno che mai.
Osservo Silente, terrorizzato.
"Avanti Draco, fallo!" Gridano ancora.
E la mia mano trema così tanto che a stento riesco a tenere dritta la bacchetta.
Poi appare Piton, la bacchetta in mano. E osserva la scena; Silente accasciato contro al muro, i quattro Mangiamorte e me, terrorizzato e tremante più di Silente.
"Abbiamo un problema Piton, il ragazzo non sembra in grado.." Dice goffamente Amycus.
"Severus..." La voce debole del vecchio preside ci raggiunge, attirando totalmente l'attenzione.
Piton avanza e mi spinge di lato senza delicatezza.
Ti prego non farlo. Lui è l'unico che può aiutarmi...
I due si fissano per un attimo.
"Severus... Ti prego..."
Sta supplicando.
Sta implorando.
Ti prego...
"Avada Kedavra!"
No!
Uno zampillo di luce verde schizza dalla punta della sua bacchetta, e colpisce Silente in pieno petto.
L'urlo disperato che mi si incastra in gola senza mai uscirne, minaccia di strangolarmi.
E il preside cade, lentamente, oltre le merlature, scomparendo alla vista.
Vengo trascinato via.
E non capisco altro se non che ogni mia speranza, è caduta insieme a Silente oltre alle merlature.

Un cuore purosangueWhere stories live. Discover now