Capitolo 14

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Draco pov
Vedersi a pranzo... vedersi a pranzo...
Le tre parole continuano a frullarmi per la testa.
Vedersi. A. Pranzo.
In viso ho espressione impassibile. Maschera eterna dei miei pensieri.
"Draco!" Pancy mi corre incontro.
"Cosa vuoi?" Un tono stanco, di lei e delle sue lagne.
"Perché sei entrato nella sua stanza? Non hai visto come mi ha trattata!?"
"Le hai tolto di mano il libro e lo hai lanciato a terra, Pancy. Chiunque avrebbe reagito così." Mi sistemo la cravatta senza fermarmi e dandole le spalle.
"Ma volevo solo fare amicizia!" Si lagna.
"Nessuno vuole essere amico tuo!" Un grido freddo.
Fa un passo indietro, mi osserva sconvolta.
"Dopo... dopo pranzo ricordati che ce la riunione dei prefetti." Lo sussurra con voce rotta.
Gli occhi che si stanno nuovamente riempiendo di lacrime.
"Ho lezione." Riprendo a camminare.
Odiosa...
"Nott!" Lo chiamo, si volta e mi sorride.
"Muovi il culo o facciamo tardi a Divinazione!"
Mi segue e assieme usciamo dalla sala.

Laila pov
"Capillus Reparo!"
La bacchetta di acero rosso puntata ai capelli.
Questi si increspano, si gonfiano, e poi, tornano al loro ribelle e disordinato splendore.
Grazie al cielo...
Mi sento meglio così.
Sully mi osserva curioso.
Capisce il mio atteggiamento strano. Fuori dal comune.
Vedersi a pranzo. Sembra assurdo, ma fantastico.

Draco pov
Seduto al tavolino con la sfera di cristallo davanti agli occhi e la testa altrove.
Il parlottare sommesso della Cooman come sottofondo.
Non mi curo nemmeno di San Potter e il suo amichetto lentigginoso in prima fila, ho di meglio a cui pensare.
"Draco!" Nott mi tira una gomitata per attirare la mia attenzione, sbatto le palpebre e torno nel mondo reale. La Cooman mi si avvicina.
Scruta nel mio futuro attraverso il cristallo nebuloso.
Per la prima volta mi sorride, raggiante.
"Vedo della felicità nel tuo futuro, caro."
Poi si volta, tornando a occuparsi delle sue stramberie.
Che sia vero? Felicità? Per me?
Immagini di labbra nere e capelli crespi mi attraversano la mente.
Chissà... forse...
Un mezzo sorriso compare.

Laila pov
Perché sono così agitata? È solo Malfoy! Torna in te!
Insomma non è nulla di speciale, è semplicemente pranzare assieme come due compagni di classe. Tutta questa agitazione è un'assurdità.
Svuoto la borsa piena di libri e ci infilo dentro quello di Rune Antiche. Qualche fiala di Pozione contro la nausea e un vecchio libro dalla copertina consunta e le pagine rovinate dai miei polpastrelli.
È passata poco più di mezz'ora e lui è ancora a lezione.
Non lo aspetterò nella sala comune. Andrò direttamente al tavolo Serpeverde in Sala Grande.
Questo non è un appuntamento...
Oppure si?
Santo cielo sto diventando matta.
Sullivan mi guarda e sembra sghignazzare sotto i baffi.
"Che hai da ridere? So da sola di essere ridicola." Lo osservo, quasi aspettandomi una risposta da quel gatto così intelligente e furbo.

Draco pov
Sto uscendo dall'aula e ripenso alle parole di quella svitata.
Della felicità nel MIO futuro?
Impossibile.
Ma che devo fare?
Mi blocco un momento.
Devo andarla a prendere in dormitorio o andare in Sala Grande?
Non ho idea di come funzioni. Solitamente sono le ragazze a raggiungermi... beh... più che raggiungermi, pedinarmi....
Opto per la seconda opzione.
Non è un appuntamento!
Tutta questa confusione per un pranzo...
Cammino senza guardare dove metto i piedi, con la schiena dritta e lo sguardo puntato davanti a me.
Ron Weasley mi si para davanti.
"Che vuoi Lentiggine?"
Gli abiti stropicciati, l'aria impacciata, lo sguardo severo. Disprezzo reciproco permea l'aria.
"Vedi di non mancare alla riunione oggi. Sarebbe la terza a cui non ti presenti."
La voce decisa.
"Sisi... Come no." Lo sorpasso dandogli una spallata.
"L'ho sempre detto che non hai la stoffa per fare il prefetto." Commenta aspro, con un tono e un ghigno di sfida.
Preso dalla rabbia gli afferro il colletto della camicia sgualcita e lo sbatto contro il muro. I volti vicini, gli occhi fissi.
"Non sei nella posizione adatta a sfidarmi Weasley. Torna a giocare con i tuoi amichetti e non dare fastidio ai più grandi."
Lo spingo con violenza, poi lo lascio e me ne vado.
Stupidi straccioni.

Laila pov
Cammino con la borsa in spalla e il libro in mano, gli occhi fissi tra le parole, vergate in nero sulla pergamena ingiallita.
L'unico modo per estraniare la mente.
Gli altri alunni si spostano per lasciarmi camminare dritta per la mia strada, sicura, senza dover alzare gli occhi dal libro.
Un'ombra enorme precede la figura del suo proprietario.
"Levati Zabini. Mi sei d'intralcio." Non lo guardo, il mio tono è autoritario, non ammette repliche, ma lui non si sposta.
Mi fermo ad un passo da lui, lasciando l'indice nel libro per tenere il segno.
Alzo lo sguardo fino a raggiungere la mostruosa altezza dei suoi occhi blu.
"Quale parte di 'Levati' non ti è chiara?" Incrocio le braccia, stando attenta alle pagine del libro e inasprisco lo sguardo.
Lui, alto come una montagna e muscoloso come un'atleta, mi sorride. Con la pelle olivastra e i capelli scuri, gli occhi blu come l'oceano che mi scrutano.
"Magari ho voglia di restare dove sono." Mi rimbecca incrociando le braccia a sua volta.
"Magari ho voglia di trasformarti in una lucertola." Lo sfido.
Deglutisce e per un attimo sembra stia per assecondarmi, spostandosi... per un attimo...
"Non ne sei capace." Alza un sopracciglio.
"Non ti conviene sfidarmi Zabini." Lo avverto. "Levati."
"Perché non mi giri attorno?"
Stupido uomo con le sue stupide idee partorite dal suo stupido cervello.
"Perché dovrei girare attorno a una lucertola?"
Qualche parolina pronunciata nella mente, e il ragazzo, non è che un rettile, lungo poco più di 6 centimetri.
Lo scavalco e riprendo a leggere.
Un altro ragazzone mi aspetta...

Un cuore purosangueWhere stories live. Discover now