Capitolo 86

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Draco pov
Il sibilo di quel fottuto serpente mi rimbomba nelle orecchie.
Il sangue sul pavimento del salone.
Gemiti e urla di persone che mi costringe a torturare.
Corpi morti.
Corpi morti che formano una rampa verso a un qualcosa di migliore. Una rampa verso al viso di Laila.
Sii cinico, spietato se serve. Ma non farti ammazzare Draco.
Questi corpi mi servono per tornare da lei.
Ma gemono, urlano.
Implorano l'Oscuro Signore di risparmiarli.
Ma lui non risparmia nessuno.
La pozza di sangue si allarga sulle mattonelle. Sempre di più.
Fino a sporcarmi le scarpe.
E sale.
Sale.
Sale ancora.
E mi ritrovo a nuotare in quel liquido caldo e vischioso e nauseante.
E lo sento entrarmi in bocca e nel naso e ovunque.
Sto morendo.
Sto affogando nel sangue ne sono sicuro io...
"Draco... Tesoro..."
Sobbalzo sulla poltrona.
Apro gli occhi di scatto e mi guardo attorno impaurito.
"Draco..." Mia madre mi osserva sull'uscio, spaventata e mezza nascosta dietro alla porta.
"Madre." Le rispondo con un sorriso esausto.
Gli incubi.
Non mi abbandonano.
Sogno solo morte e sofferenza e Lui.
"Ti sei addormentato di nuovo?" Domanda.
"Si..." Biascico stanco stropicciandomi gli occhi.
Gestire la sicurezza del Manor è più faticoso e sfiancante di quanto credessi.
È il terzo pomeriggio di seguito che mi addormento alla scrivania dello studio, con le mani tra le carte e le manovre per attivare e disattivare le difese.
Così tanti Mangiamorte che entrano ed escono di continuo senza tregua.
Sono esausto.
E propio in quel momento uno, no due avvisi di materializzazione attirano la mia attenzione.
"Piton è arrivato. E anche Yaxley." Sussurro, permettendo loro il passaggio attraverso il cancello.
"È ora Tesoro..." Mia madre si porta una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Sembra così invecchiata...
"Lo so madre."
Un altro avviso si illumina sotto ai miei occhi.
Ma chi è?
"Tesoro... Avremo un ospite..."

Laila pov
Da quanto non ero così... Calma?
Sono nel gazebo nel roseto con Sullivan sulle gambe ed un tea freddo tra le mani.
Il vento estivo soffia, facendo svolazzare le tende leggere e spargendo nell'aria il profumo di rose.
La tutina a fiori che indosso mi è leggera sulle spalle, regalandomi la freschezza che all'interno del castello non trovavo.
Le fusa di Sullivan riempiono l'ambiente.
Ad occhi chiusi cerco di rilassarmi più che posso, di aprire la mente, di lasciar cadere i miei muri mentali per poter finalmente abbadate la guardia e lasciare il permesso al mio corpo di essere ciò che è.
Una Legilimens.
Come mio nonno.
E come suo nonno prima di lui.
È sempre stato chiaro nell'albero genealogico di famiglia che questa capacità, passa a generazioni alternate.
Mi chiedo se anche Stefany fosse Legilimens. Ero troppo piccola per ricordami così bene dei suoi discorsi.
Eppure io sento i pensieri degli altri da sempre.
Ricordo ancora che nessuno pensava ne fossi capace, e che sapevo sempre quando mi mentivano.
Poi mio nonno se ne accorse.
E da lì cominciò tutto.
Che lui già sapesse del mio destino? Che il mio sia sempre stato il destino di erede?
Questa nuova situazione di pace e di complicità con mio nonno mi è ancora nuova ed estranea, nonostante le settimane passate.
Volgo lo sguardo alla testa dormiente di Beilor, e vedo una carrozza avvicinarsi fin troppo. Ma non succede nulla, e la vettura avanza sul lastricato della collina.
E non è una semplice carrozza, è la carrozza di Philip.
Io non lo sposerò.
Avevo chiesto che non venisse più qui. Non lo voglio in questa casa.
Avrei potuto ordinarlo.
Avrei potuto impormi su mio nonno, ordinare che quel verme non mettesse più piede all'interno delle mie terre.
E invece l'ho solo chiesto.
Spesso vorrei impormi di più con mio nonno, chiedergli di più. Ma è meglio non solleticare il drago dormiente.

Draco pov
Sono immobilizzato sulla sedia.
Congelato dal terrore.
I miei occhi non riescono a staccarsi.
È orribile.
È macrabro.
È crudele.
È... Triste...
La professoressa Charity Burbage sta levitando inerme sul tavolo esattamente davanti a me, mentre il suo corpo malridotto gira su se stesso.
Vorrei distogliere lo sguardo, estraniare la mente e dimenticarmi che sia qui.
Ma non riesco a non guardarla.
Gli occhi sofferenti, e pieni di lacrime che le colano lentamente tra i capelli folti e sporchi.
Le braccia e il volto pieno di lividi ed escoriazioni.
Dove diamine l'hanno tenuta?
Cosa le hanno fatto?
Non ho mai frequentato Babbanologia, l'ho sempre considerata una materia inutile.
Ma conosco quella donna.
Quante volte l'ho incrociata nei corridoi?
Quante volte l'ho derisa per le sue credenze assurde?
E ora eccomi qui, terrorizzato che possa succederle qualcosa.
Ti prego.
Sembrano dire quegli occhi spaventati.
Sono così concentrato su di lei che non mi rendo conto di nient'altro attorno a me.
Fino a quando non sento il mio nome.
"E tu Draco?" Mi accorgo che tutti stanno ridendo fragorosamente, e che la Sua voce riesce a sovrastare le risate nonostante sia calma.
"Farai da babysitter ai cuccioli?" Tutti scoppiano di nuovo a ridere.
Di che cazzo sta parlando? Babysitter? Cuccioli? Quali cuccioli?
Mi giro verso mio padre, con sguardo più terrorizzato del dovuto, fino ad incrociare gli occhi di mia madre. Lei mi fa segno di no con la testa, muovendola così poco che quasi fatico a vederlo.
Quindi resto in silenzio, tornando a fissare la professoressa Burbage.
E mi accorgo di una cosa.
Perché Lui ha la bacchetta di mio padre? Cosa mi sono perso?
Ero così distratto da non essermi accorto della sua presenza proprio accanto a me qualche attimo fa?
La professoressa comincia a muoversi, come a cercare di liberarsi.
"Riconosci la nostra ospite, Severus?" Domanda con voce sibilante.
E Piton la osserva, tutti ora la osservavano.
"Severus! Aiutami!"
Sta implorando. Sta piangendo. Ha una paura dannata di morire.
"Ah, si." Risponde Piton disinteressato.
"E tu, Draco?" Continua l'Oscuro Signore accarezzando il muso di quel dannatissimo serpente.
Scuoto il capo con vigore.
Non mettermi in mezzo.
"Per coloro che non lo sanno, questa sera è tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava ad Hogwarts."
Tutti ascoltano e ridacchiano e sembrano pendere dalle labbra di quel... Mostro.
Sembrano aspettare solo un altro omicidio.
Sii cinico, spietato se serve. Ma non farti ammazzare Draco.
Torna vivo.
Se serve anche il suo corpo sotto ai miei piedi, per avanzare di un altro passo verso di te, così sia.
"Insegnava tutto sui Babbani ai figli di maghi e streghe... Spiegava che non sono poi tanto diversi da noi."
"Severus... Ti prego... Ti prego..."
Ti prego fa qualcosa.
Il Signore Oscuro parla di quella donna con disprezzo e rabbia.
La professoressa continua a guardare Piton, con le lacrime che le colano sulla fronte e sui capelli e poi sul tavolo.
E Piton la guarda, impassibile.
"Avada Kedavra."
Il lampo di luce verde illumina ogni angolo della sala.
La professoressa Burbage crolla sul tavolo con uno schianto secco.
Proprio.
Davanti.
A me.
I suoi occhi ancora aperti volti al mio viso, a fissarmi con rammarico e rimprovero.
Tu non hai mosso un dito!
Sembrano gridarmi.
E nel tentativo di sottrarmi da quello sguardo sobbalzo sulla sedia e cado a terra.
"La cena, Nagini." Sussurra dolcemente con la sua voce sibilante.
E l'enorme serpente striscia giù dalle Sue spalle sul legno lucido del mio tavolo da pranzo, avvicinandosi al corpo morto di una donna innocente.
Resto a terra e chiudo gli occhi.
Non voglio guardare...

Un cuore purosangueWhere stories live. Discover now