8. The one with the prophetical rain.

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Passò una settimana prima che i quattro organizzassero il falò. Niall ed Harry quella sera erano andati in spiaggia un paio di ore prima della fine del turno di lavoro di Liam e Louis, per preparare la legna raccolta quel giorno da tutti e quattro e accendere così il fuoco. In quella settimana, Harry e Louis si erano visti unicamente durante il giorno, dato che il liscio doveva lavorare ogni sera, non volendo cambiare i turni con i suoi colleghi perché aveva altri giorni in mente in cui farlo e che non voleva rivelare, però, al più piccolo. Harry era sempre stata una persona estremamente curiosa ma quella volta aveva rispettato il volere di Louis senza fare domande, aspettando con pazienza il momento in cui glielo avrebbe confessato. «Liam mi ha detto che saranno qui tra dieci minuti» Harry annuì alle parole di Niall e si sedette sulla sabbia accanto a lui, con soltanto il rumore delle onde e dello scoppiettio della legna a riempire quel silenzio. «Louis non ti ha mandato lo stesso messaggio?» domandò l'amico, poggiando nuovamente il cellulare nella tasca dei suoi jeans.

«Non ho il suo numero di telefono» ribatté Harry, sorpreso anche lui di ciò.

«Dici sul serio?! E come fate a sapere dove e quando dovete incontrarvi?»

«Ce lo diciamo il giorno prima» spiegò, scrollando le spalle. Per Harry non era un'anomalia il non aver chiesto a Louis il suo numero di cellulare, sarebbe stato soltanto un qualcosa in più che non era estremamente necessario. Anche se, avendo il suo numero avrebbe potuto mandargli messaggi durante i giorni o le sere in cui non erano insieme, avrebbe potuto mandargli messaggi del buongiorno e della buonanotte. Ma Harry non lo avrebbe fatto, anche se avesse avuto il suo numero, perché non voleva apparire agli occhi di Louis come una persona invadente. Magari il liscio non apprezzava quel genere di attenzioni, se fosse stato il contrario avrebbe già chiesto il suo numero. O forse anche Louis, come Harry, non ci aveva minimamente pensato fino ad allora, dato che entrambi erano più interessati a viversi l'altro di persona e non tramite un cellulare.

«Retrogradi» commentò Niall qualche secondo dopo, divertito, venendo però ignorato.

Harry sospirò di sollievo quando Liam e Louis arrivarono circa una decina di minuti dopo portando birre e patatine per tutti, perché Niall stava iniziando a parlare di come quei venti giorni fossero passati in fretta e di quanto gli sembrasse di aver visto ancora poco di quell'isola, che nascondeva ancora tanto. Harry quella sera non voleva deprimersi perché sì, anche lui aveva pensato che quei giorni erano passati piuttosto in fretta, ma non si sarebbe fatto intristire da quei pensieri o, almeno, non quella sera.

«Ciao» Louis si sedette accanto a lui quando Niall si alzò per avvicinarsi a Liam e rubargli velocemente una bottiglia di birra dalle mani.

«Ehi» Harry gli sorrise, accettando la birra col tappo già stappato che gli stava porgendo. «Com'è andata stasera al lavoro?» gli chiese per intavolare una conversazione, prima di bere un piccolo un sorso di birra direttamente dal collo della bottiglia.

Louis rimase per qualche secondo in silenzio, ammaliato dal modo in cui il pomo d'Adamo del più piccolo si mosse quando deglutì la birra. Ma il liscio si schiarì in fretta la voce, distogliendo lo sguardo per rispondergli. «Stancante. Purtroppo quando arriva il weekend il locale è sempre più pieno del solito.»

Harry mugugnò e si imbronciò. «Domani passiamo la giornata insieme?» gli chiese, sapendo di non poterlo fare dopo il suo turno di lavoro, dato che il giorno dopo il bar avrebbe chiuso alle due di notte, essendo sabato.

«Certo» Louis allungò una mano e gli scompigliò leggermente i capelli con un sorriso sulle labbra.

«Sai già dove portarmi?» domandò Harry ridacchiando, allontanatosi dalle sue mani per tentare di domare i suoi ricci.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora