17. The one where he sings of them.

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Non era colpa sua, ma della radio. Lui non aveva deciso di ascoltare il nuovo singolo di Harry Styles, era semplicemente successo. Era al bar e non aveva potuto fare a meno di spalancare gli occhi quando il nome di Harry venne pronunciato dallo speaker radiofonico, mentre annunciava la sua nuova canzone, Sweet Creature. E Louis non aveva potuto neppure fare a meno di interrompere qualsiasi mansione per poter ascoltare quelle parole e una volta finita, scappò letteralmente via dal bancone e si rinchiuse nel magazzino, per lasciar scorrere lungo le sue guance le lacrime che aveva trattenuto per tutta la durata della canzone.

Dunque non era colpa sua se, da quel sette Dicembre aveva iniziato a cercare cose su Harry e a seguire tutto ciò che faceva. E non era neppure colpa sua se alle sette di sera dell'undici Dicembre si trovava seduto sul suo letto, col computer, preso in prestito da Liam, poggiato sulle sue gambe incrociate. Stava seguendo un programma televisivo inglese che non conosceva e che, in un'altra occasione, non avrebbe mai guardato. Il suo turno al bar sarebbe iniziato un'ora dopo e se non si sbrigavano, si sarebbe perso la prima performance live di Harry, della sua nuova canzone. Louis quindi aspettava col cuore in gola e la bocca secca, nervoso di scoprire che effetto gli avrebbe fatto rivedere Harry, sentire la versione live di quella canzone e non più quella registrata in studio che ascoltava tutti i giorni, dato che non aveva potuto fare a meno di scaricarla e non poteva neppure fare a meno di ascoltarla dalla mattina alla sera, letteralmente.

Harry gli mancava, troppo. E con la sua voce a risuonare nelle orecchie, lo sentiva più vicino. Per lui era come se quella canzone la stesse cantando solo e soltanto a lui, era come se gliela stesse dedicando, come aveva fatto mesi prima quando gli aveva chiesto di cantargliela, nella vasca. Quella canzone parlava di lui, quella canzone l'aveva scritta pensando a lui. E a quei pensieri, Louis sospirò e si passò entrambe le mani in faccia, scuotendo piano la testa. Aveva cercato di dimenticarlo, di andare avanti e concentrarsi su altro. Sul lavoro, su suo padre, ma nulla era servito. Pensava che, allontanandolo, sarebbe potuto stare meglio, ma aveva torto. Eccome se aveva torto. Il minuto successivo ebbe persino la certezza che Harry gli avrebbe sempre fatto lo stesso effetto, anche se non lo vedeva da più di un mese. Ne ebbe la certezza non appena la presentatrice iniziò a parlare. «Il momento che tutti stavate aspettando è arrivato» disse con un sorriso sulle labbra che si ampliò non appena il pubblico di fronte a lei urlò di gioia. «Ad esibirsi, per la prima volta col suo nuovo singolo, c'è Harry Styles!» il pubblico urlò ancora di più e sullo schermo adesso non c'era più la figura della donna, affiancata da un uomo di colore che per tutto il tempo aveva sorriso, ma c'era Harry. E Louis perse un paio di battiti, trattenendo il respiro nell'osservarlo.

Anche quando partì la base della canzone, l'attenzione del più grande era ancora concentrata su quel ragazzo, in piedi al centro del piccolo palco. Indossava una camicia nera infilata in dei pantaloni gialli che solo su di lui potevano calzare così tanto bene. Sembrava sicuro di sé, sembrava che non avesse alcuna paura di essere lì. Louis sorrise debolmente perché era fiero di ciò, era enormemente fiero di lui e gli occhi gli si inumidirono e pizzicarono non appena Harry iniziò a cantare.

Sweet creature, had another talk about where it's going wrong.

Tutto stava andando male.

We don't know where we're going, but we know where we belong.

Louis apparteneva ad Harry così come Harry apparteneva a Louis. Con quel pensiero, scesero le prime lacrime dagli occhi di Louis, che sbatté le palpebre quando la vista si appannò e non riuscì più a vedere bene il volto di Harry, che cantava ad occhi chiusi e con un'espressione malinconica, dolorante, triste.


We started two hearts in one home.

Per entrambi "casa" erano loro e non era altro che quell'isola, dove tutto era iniziato ma dove tutto era anche finito. Anche se Louis si trovava lì, in quella che doveva essere la sua casa, non la considerava affatto come tale. La sua casa era un ragazzo troppo lontano da lui, ma che in quel momento avvertì un po' più vicino perché lo stava osservando da uno schermo e sembrava che stesse cantando per lui, quando i suoi occhi guardavano dritto l'obiettivo della telecamera.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora