10. The one with the date.

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Il sorriso spontaneo che apparve sulle labbra di Harry era dovuto ai baci che Louis stava lasciando sul suo collo e sulla sua spalla. Quei baci che, seppur impercettibili, lo svegliarono. Il maggiore sorrise e rafforzò la presa intorno al busto di Harry quando lo vide indietreggiare per avvicinarsi maggiormente al suo corpo. «Non volevo svegliarti, ma non potevo non baciarti prima di andare» Harry ridacchiò prima di metabolizzare ciò che Louis gli aveva appena detto. Qualche secondo dopo infatti corrugò la fronte e gli strinse la mano, come se lo stesse trattenendo, come se non volesse lasciarlo andare.

«Dove devi andare?» gli domandò, curioso.

«Al porto, da Ciro» rispose solamente, continuando a lasciare baci sulla sua pelle liscia.

«Non mi avevi detto che continuavi a lavorare con lui» gli fece notare.

Louis gli morse delicatamente il lobo dell'orecchio ed Harry sospirò, socchiudendo gli occhi. «Ha una certa età e ha bisogno di una mano» prese in giro l'uomo, facendo però indispettire il più piccolo che gli diede uno schiaffo sul braccio.

«Ehi, non essere cattivo. Non sembra così tanto grande.»

«Ha cinquantatré anni» gli disse, spostando adesso le labbra sulla sua mascella per mordergliela.

«Li porta bene.»

«Mh mh» mugugnò in risposta il liscio, impegnato adesso a leccare la pelle di Harry che ridacchiò, lasciandoglielo fare.

«Facciamo colazione insieme dopo?» chiese Harry, allungando una mano per accarezzargli i capelli.

«Ovviamente» il riccio sorrise e lo sguardo vagò sulla sua camera illuminata dalla flebile luce diurna, fino a che i suoi occhi si fermarono sul vaso poggiato sulla scrivania.

«Lou?»

«Mh?»

«Sai che significato hanno i giacinti di quel colore?» gli chiese, prima di mordersi il labbro, titubante.

Louis si fermò, allontanando le labbra dalla sua pelle per seguire il suo sguardo e sorridere a labbra chiuse quando vide che adesso nel vaso non c'era soltanto il tulipano rosso che gli aveva regalato sempre lui, settimane prima, ma anche il giacinto viola. «Si Harold, l'ho scelto apposta» gli rivelò, sdraiandosi supino quando il più piccolo si mosse per voltarsi verso di lui.

«Conoscevi già il significato?» gli chiese, poggiando il mento sul suo petto.

Louis scosse piano la testa, spostandogli alcuni ricci dalla fronte. «No, ho fatto una ricerca prima di andare a comprarli perché volevo dei fiori che avessero proprio quel significato» gli spiegò.

Harry sorrise, poggiando la guancia sul suo petto e respirando profondamente, ad occhi chiusi. «È stato un bel gesto.»

«Ti piacciono i fiori?» Harry annuì, senza aggiungere altro e Louis sorrise, continuando ad accarezzargli i capelli. «Ti starebbero bene tra i capelli. Una coroncina di fiori, ad esempio» Harry rise e nascose il volto nell'incavo del suo collo, scuotendo la testa. «Dovresti provare» ghignò Louis, divertito.

«Forse un giorno lo farò» ribatté il più piccolo, toccandogli con un dito la scritta tatuata sul petto.

Louis prese il cellulare per controllare l'orario e si morse il labbro inferiore quando notò anche la data.
Sabato 28 luglio.

«Harry?»

«Dimmi.»

«Giovedì non lavorerò e passeremo la giornata insieme» disse tutto d'un fiato.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora