Somewhere in Southern Italy.

14. The one with the anchor and rope.

Louis aprì il rubinetto della vasca e lasciò scorrere l'acqua mentre prese il bagnoschiuma e lo immerse all'interno, inalando la dolce fragranza e osservando la schiuma che esso creò. Rimase lì fino a quando la vasca non fu piena quasi fino all'orlo e chiuse così il rubinetto, tornando in camera. Si bloccò sui propri passi quando vide Harry seduto sul letto a gambe incrociate, con la chitarra sistemata tra le braccia, lo sguardo abbassato rivolto alle corde e le labbra chiuse, mormorando la stessa melodia che stava creando muovendo delicatamente le dita sulle corde di quello strumento. Louis rimase a fissargli il volto rilassato con un piccolo sorriso sulle labbra.

«Sweet creature, sweet creature, wherever I go, you bring me home» cantò Harry a voce bassa, ma non abbastanza sottovoce da non permettere a Louis di ascoltare quelle parole. Il liscio sorriso debolmente a labbra chiuse e si avvicinò al letto, mettendosi in ginocchio alle sue spalle e circondandogli il busto con entrambe le braccia. «Ehi» Harry gli sorrise, spostando leggermente il volto verso di lui per guardarlo, quando Louis poggiò il mento sulla sua spalla.

«La vasca è pronta» gli sussurrò, lasciando un bacio sulla sua spalla, poi sul collo e infine sulle labbra ancora gonfie per i baci e i morsi che si erano scambiati fino a qualche minuto prima. Harry annuì e poggiò la chitarra sul letto prima di alzarsi dal letto prendendo Louis per mano per spingerlo a fare la stessa cosa. Si recarono dunque in bagno ed entrarono subito nella vasca, non avendo bisogno di spogliarsi perché erano entrambi già completamente nudi, dato che avevano finito poco prima di fare l'amore. Quella volta fu Harry a sistemarsi con la schiena contro la vasca, mentre Louis si sedette tra le sue gambe aperte e poggiò la schiena sul suo petto, chiudendo subito gli occhi e sospirando di piacere quando il più piccolo lo strinse forte a sé. «Bella la canzone» commentò Louis, dopo qualche minuto di silenzio.

Harry poggiò il mento sulla sua spalla e scrollò le spalle. «Non è nulla di che.»

«Era bella, Harold» ribatté il più grande, serio. Il riccio allora ridacchiò e annuì, senza dire nulla. «Me la canti?» chiese Louis, mordendosi poi il labbro inferiore.

«Ti è davvero piaciuta così tanto?» Louis annuì, poggiando le mani su quelle di Harry unite sulla sua pancia. «Okay» il più piccolo lasciò un bacio sul collo bagnato di Louis, prima di schiarirsi la voce e cantare di nuovo quelle parole. «Sweet creature, sweet creature, wherever I go, you bring me home» non si limitò, però, a cantare quelle parole che Louis aveva ascoltato poco prima. Aggiunse, infatti, un'altra frase, cantandola proprio nell'orecchio di Louis, come se volesse fargli capire che quelle parole erano solo e soltanto per lui, che quella canzone parlava proprio di lui. «Sweet creature, sweet creature, when I run out of road, you bring me home» continuò, sfiorando con le labbra l'orecchio di Louis. «You bring me home» concluse.

Louis respirò profondamente. Aveva ascoltato quelle parole con gli occhi chiusi per tutto il tempo e quando Harry terminò, si avvicinò ancor di più a lui e voltò il capo nella sua direzione per dargli un piccolo bacio sulle labbra. «È davvero bellissima» Harry gli sorrise ampiamente e in risposta gli diede lui un prolungato bacio a stampo, prima di tornare a stringerlo a sé, sempre di più. Entrambi chiusero gli occhi e si bearono di quel momento di relax, rilassando i muscoli. Quando Harry mosse poi il volto per strofinare delicatamente il naso contro il collo del maggiore, Louis ruppe il silenzio. «Inciderai ciò che abbiamo scritto?»

Harry sorrise debolmente. «Tu vuoi che lo faccia?»

«Si» ammise Louis. «Anche solo per averla per me. Mi piace la tua voce.»

«Davvero?»

«Certo!» Louis aprì gli occhi e lo guardò. «Mi piace la tua voce sia quando parli e sia quando canti» gli rivelò, facendogli riaprire quegli occhi verdi e facendolo sorridere ampiamente.