CHAPTER 10: Never lower the guard

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‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍- Wade, quanto tempo! - esclamò un uomo alto dai corti capelli scompigliati. Erano color cioccolato con qualche ciocca bianca che, insieme ad alcune rughe sul volto, mostravano gli effetti della vecchiaia che stava avanzando sul suo corpo.
La camicia candida, con le maniche arrotolate fino al gomito, e i pantaloni grigi erano macchiati d'olio per motori e rovinati da segni neri.
- Hey, Alf! - disse il mercenario abbracciandolo. - Disturbiamo? -
- Oh, no, no. Non stavo facendo nulla di importante. Provavo solo ad aggiustare il motore della mia Mustang, dato che non c'erano clienti in vista. Quella vecchia macchina mi ha dato un po' di problemi mentre venivo a lavoro questa mattina. -
- Ti ha lasciato a piedi? -
- Fortunatamente no, ma c'era molto vicina. - rispose l'uomo con una risata.
- Chi è questa bella ragazza con te? - domandò poi indicando la giovane dai capelli rossi dietro l'amico.
- Kate, una mia amica. - rispose Deadpool mettendo una mano sulla spalla destra della compagna.
- Piacere Kate, io sono Alfred. - disse l'uomo in modo cortese passandosi una mano sul pantalone per pulirla e poi allungarla alla rossa.
- Piacere mio. - affermò lei stringendogli la mano con un sorriso.
- Allora, Wade. Cosa ti porta qui nella mia concessionaria? -
- Ho bisogno di una macchina ma, vedi, sono uscito di corsa e ho dimenticato i soldi. Se potessi mettermela in conto, mi faresti un grande favore. Prometto che ti farò recapitare i soldi al più presto. - rispose Deadpool.
Weasel l'aveva aiutato e lui era sicuro che se gli avesse chiesto di poter pernottare nel suo bar con Kate, non glielo avrebbe negato, anche se si sarebbe di certo lamentato.
Ma più tempo avrebbe passato dall'amico, più l'avrebbe messo in pericolo.
La cosa migliore, per il momento, era appropriarsi di un'auto.
Lui e Kate si sarebbero distanziati dalla città e per la notte avrebbero dormito lì.
Il giorno seguente sarebbe andato da Daniel e con i soldi della prossima missione avrebbe sistemato le cose.
- E va bene, Wade. Scegli la macchina e io te la metterò in conto. Sappi però che non ci saranno sconti. - gli disse Alfred annuendo.
- Niente sconti, ricevuto. - confermò il mercenario - Posso fare un giro d'ispezione? -
- Fa pure, ma ricorda che tra quindici minuti devo chiudere. - gli rammentò il moro dando un'occhiata al suo orologio da polso.
Deadpool fece un cenno d'assenso con il capo.
- Faremo veloce. -
Seguito da Kate il mercenario entrò nello stanzone dov'erano parcheggiate tutte le macchine in vendita.
Schiacciò l'interruttore della luce.
Solo quattro delle otto lampade al neon attaccate al soffitto si accesero e il fondo della stanza rimase al buio.
L'uomo iniziò a camminare spostando gli occhi da una parte all'altra osservando tutte le auto presenti.
Si fermò davanti a un'Audi grigia e si girò verso Kate per chiederle un parere ma lei non c'era più.
Allarmato si guardò attorno e tirò un sospiro di sollievo quando vide che era rimasta indietro a osservare una vecchia Jeep Cabrio bianca, parcheggiata sopra il numero 117.
La raggiunse.
- Ti piace? - le domandò affiancandola.
Kate annuì mesta.
- Assomiglia tanto alla macchina che aveva mio papà. - disse spostando lo sguardo dal mercenario alla carrozzeria dell'auto, posando una mano sul cofano.
- Bene allora è deciso, compriamo questa. E dato che è di seconda mano, magari riesco a strappare un piccolo sconticino a quel venditore avaraccio. -
- Credevo che gli avessi assicurato di non volere sconti. -
- L'ho fatto? - chiese Wade facendo finta di non ricordare, strappando una risata alla giovane.
L'uomo le sorrise, ma la sua espressione svanì all'istante quando il rumore di un tonfo fece voltare entrambi verso l'entrata.
- Alf? - chiamò ma ci fu solo silenzio.
L'uomo fece cenno a Kate di non muoversi e si incamminò lentamente verso la porta, estraendo una pistola dalla cintura.
- Hey, Alf? -
Ancora nessuna risposta.
Uscì dallo stanzone.
Il corridoio e il resto dell'autosalone era buio.
{Che ci abbia chiusi dentro?}
[Non è possibile. Sapeva che stavamo dando un'occhiata alle auto e poi dovevamo concludere l'affare....]
{*Il mio senso di mercenario pizzica...}
[Non ci credo...stai seriamente citando Spider-man?]
{È divertente!}
[Sei senza speranza...]
Un'improvvisa folata di vento investì Wade e alle sue spalle un lampadario, appeso al muro con un cavo, si accese lampeggiando e oscillando a destra e a sinistra trasportato dalla corrente d'aria.
L'uomo si girò di scatto.
Il fascio di luce illuminava a intermittenza la cabina in vetro che Alfred usava come ufficio.
La porta era socchiusa, la stanza oscurata.
Il mercenario si avvicinò lentamente al piccolo ufficio. Il rumore dei suoi passi risuonava nella grande sala come se fosse vuota. Afferrò la maniglia e l'abbassò aprendo la porta.
Spalancò gli occhi nel vedere Alfred a terra in una pozza di sangue.
Accanto a lui una chiave inglese, che probabilmente era stata l'arma del delitto.
L'avevano colpito in testa, il grosso solco sul capo dell'uomo confermava la sua tesi.
Wade si inginocchiò accanto a lui e lo sollevò dal pavimento.
L'uomo aveva gli occhi aperti, ancora spalancati per il terrore ma il cuore aveva, da tempo, smesso di battere.
Il mercenario gli chiuse le palpebre e lo adagiò nuovamente a terra, rialzandosi.
Sarebbe stato inutile chiamare i soccorsi, ormai era troppo tardi. Wade si morse un labbro stingendo le mani a pugno.
Un urlo lo fece sobbalzare.
- KATE! - gridò e improvvisamente capì chi era l'assassino di Alfred.
Cercò rapidamente tra le chiavi delle macchine, che l'amico teneva appese in una bacheca nel suo ufficio, quelle della Jeep.
- Qual'era il numero? 27? 37? No...no...17? 117! Eccole! -
Le mise in tasca e corse verso lo stanzone da dove era uscito poco prima.
- Guarda chi si rivede. Il mercenario che gioca a fare l'eroe. - disse una voce fredda.
Hector aveva afferrato Kate, le teneva un braccio stretto attorno alla gola e una pistola puntata alla testa.
- LASCIALA ANDARE BASTARDO! - urlò Wade puntandogli la sua arma contro.
- Ah, ah. - disse lo scienziato scuotendo il capo e premendo con maggior forza la pistola alla tempia della ragazza che lo guardava terrorizzata. - Sono io che dirigo il gioco qui. Adesso ce ne andiamo e se provi a seguirci...BANG! 418 farà la stessa fine del tuo amichetto. -
- Non lo faresti....-
- Oh, si che lo farei. Credi di avere la situazione sotto controllo, pensi di poterla salvare, invece ti sbagli. Tu non sei nessuno. Sei solo un uomo patetico costretto a un'infelice vita eterna. Sei per caso convinto che fare una buona azione ti assicuri un posto in paradiso, Wilson? Un demonio come te...non troverebbe il suo posto nemmeno fra le fiamme dell'inferno. - gli rispose lo scienziato e un sorriso malvagio si allargò sul suo volto.
Lo fissò con un occhio, l'altro bendato a causa della ferita che si era procurato durante il loro precedente scontro.
Wade si morse un labbro.
L'aria era dannatamente tesa.
Quell'uomo era estremamente pericoloso, doveva fare attenzione.
Non poteva permettersi passi falsi.
Strinse le mani sul calcio della pistola.
Non sapeva cosa fare.
Se anche gli avesse sparato, lui sarebbe riuscito a fare del male alla ragazza prima che potesse impedirglielo.
Era troppo lontano.
Lo scienziato iniziò a incamminarsi verso una macchina, senza allentare la presa nè sulla giovane nè sull'arma.
Wade fece un passo nella loro direzione, l'uomo si voltò verso di lui e, quasi temendo che potessero esserci altre persone, gli puntò la pistola contro.
Kate colse l'occasione per pestargli un piede e assestargli una gomitata allo stomaco.
Il suo aggressore imprecò, lasciando la presa su di lei che corse in direzione di Wade ma a metà strada Hector le sparò a una gamba.
La ragazza cadde a terra, vide il sangue sgorgare dalla coscia ma lo ignorò, stringendo i denti e iniziando a strisciare il più lontano possibile.
In preda alla collera Wade si gettò addosso allo scienziato per tirargli un pugno. Ma non appena le sue nocche colpirono la pelle dell'uomo questo sparì.
- Cazzo...- il mercenario indietreggiò guardandosi attorno ma non vide nessuno.
Corse verso Kate e si inginocchiò al suo fianco. Lei si appoggiò a lui per alzarsi.
- Non così in fretta. - disse una voce e Wade fu colpito con un calcio alla schiena che lo fece capitombolare a terra insieme alla giovane.
Hector era ricomparso alle loro spalle.
Wade strisciò una gamba al suolo e lo fece cadere, poi si avventò su di lui.
Nel frattempo Kate cercò di alzarsi facendo leva con le mani sul freddo pavimento in marmo ma invano.
Poco distante da lei vide le chiavi della Jeep, scivolate dalla tasca posteriore dei jeans del mercenario.
La giovane le afferrò e si trascinò fino all'auto. Poi si alzò aggrappandosi ad essa.
Usò le chiavi per sbloccare la macchina e aprì la portiera sedendosi, con fatica, al posto di guida.
Davanti a lei, vide Hector colpire Wade con un proiettile al petto e scaraventarlo via.
- Wade! - gridò Kate allarmandosi nel vederlo immobile, disteso a terra.
Vide lo scienziato venire nella sua direzione.
Con rabbia accese il motore e accelerò, andando a tutta velocità verso di lui.
Lo prese in pieno, l'impatto tra il corpo di Hector e il cofano dell'auto lo sbalzò a diversi metri di distanza in direzione di una parete.
Ma prima che si potesse spiaccicare contro il muro l'uomo si dissolse nell'aria e svanì.
- Dannazione! - imprecò la giovane tirando un pugno al volante.
La ragazza scese dall'auto zoppicando, trasportò con fatica Wade fino alla macchina e lo caricò sui sedili posteriori, poi si rimise al posto di guida.
Non appena fu salita, strappò un pezzo di stoffa dal suo lungo pantalone nero, e lo strinse attorno alla coscia sanguinante. Infine prese un pacchetto che aveva trovato nel portaoggetti e utilizzò i fazzoletti che vi erano al suo interno per tamponare la ferita del mercenario.
- Deadpool? Deadpool mi senti? Wade...ti prego rispondi...- disse la giovane ma l'altro sembrava aver perso i sensi.
Kate fece un sospiro di sollievo nel constatare, però, che il suo cuore batteva ancora.
Fece inversione, schiacciò sul pedale dell'acceleratore e uscì di corsa dalla concessionaria.
Il cuore le batteva mille, il pensiero che Hector avesse ferito anche l'unico uomo che si era offerto di aiutala, la terrorizzava.
Non c'era dubbio sul fatto che se lei fosse rimasta in sua compagnia lui avrebbe finito con l'ucciderlo, così come aveva fatto con Alfred.
Puntò gli occhi sulla strada buia.
Non sapeva bene dove andare ma era sicura che si sarebbe allontanata il più possibile da lì.

~

Note:

Hector è tornato all'attacco! E Alfred è la sua prima vittima. Che ne pensate di questo capitolo? ^ω^
Attendo le vostre recensioni. :)
*Per quanto riguarda la battuta di Wade, era una parodia della tipica frase di Spider-man: "Il mio senso di ragno pizzica". Di solito l'uomo ragno la dice quando sta per succedergli qualcosa di inaspettato che riesce a percepire prima che accada. Come una sorta di sesto senso.
Grazie per la lettura. <3
Ci vediamo mercoledì. ;)

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Where stories live. Discover now