CHAPTER 20: A tale as old as time

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‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍‍La sensazione di essere risucchiati verso il basso era fortissima. La paura di annegare, enorme.
Kate chiuse gli occhi‍‍‍ e smise di respirare per qualche secondo, aggrappandosi con più forza al suo unico appiglio: Deadpool.
Attorno a loro c'era solo una coltre d'acqua profonda, vasta, immersa nell'oscurità.
Wade sentì la giovane aumentare la presa sul suo costume e la strinse di più a sè con un braccio mentre con l'altro si aiutò a nuotare verso l'alto, combattendo contro il flusso che li spingeva nel senso opposto.
L'uomo risalì e uscì dall'acqua, alzandosi un lembo della maschera - il minimo indispensabile - per scoprire la bocca e riempire i polmoni d'aria.
Kate tossì e boccheggiò per qualche secondo, prima di riprendere a respirare normalmente mentre il mercenario l'aiutava a raggiungere la riva.
Non appena fu giunta a destinazione, la ragazza si trascinò a riva e si sdraiò sulla sabbia umida, bagnata dalle onde, recuperando fiato.
Deadpool si lasciò cadere di fianco a lei mentre un sospiro di sollievo abbandonava le sue labbra stanche.
- Tutto okay? - domandò dopo qualche secondo, mentre si premurava di sistemare la maschera sul viso in modo che tornasse a coprire ogni centimetro della sua pelle.
Lei si limitò ad annuire, stremata.
Lo sguardo dell'uomo si posò sulla figura della giovane.
Il leggero vestito di seta e i guanti inzuppati d'acqua le si erano appiccicati alla pelle; i capelli rossi, precendente ordinatamente acconciati, si erano sciolti e ricadevano scomposti sulla terra umida su cui era adagiata.
Le sue labbra color cigliegia, sulle quali non c'era più alcuna traccia del rossetto violaceo che aveva indossato, erano schiuse; le palpebre avevano ceduto e i suoi occhi, stanchi, si erano chiusi mentre il petto, incartato nel vestito umido, si alzava e abbassava regolarmente a ogni suo respiro.
Wade spostò la sua attenzione alle stelle e gli venne in mente quando, la notte precedente, aveva deciso di rivelare a Kate il suo passato.
Improvvisamente sentì il bisogno di allungare una mano verso la sua.
"Pensaci bene....sei davvero tu ciò che Kate si merita? Un assassino senza scrupoli, brutto sia dentro che fuori? Lei merita di meglio, non credi? "
Il ricordo delle parole della sua vocina intelligente lo colpirono come uno schiaffo.
Cosa gli stava succedendo?
Cosa stava combinando...?
Lui non doveva essere semplicemente un "tramite" fra lei e la scuola degli X-Men?
Perchè si stava facendo travolgere così tanto dalle emozioni?
Era più forte di lui anche se non ne capiva il motivo. Kate appariva quasi come una luce, una bellissima fonte di luminosità a cui Wade, alla stregua di una falena, non poteva fare a meno di essere attratto anche se sentiva tutto ciò come sbagliato.
Sbagliato per entrambi.
Era una sensazione tanto strana quanto intensa.
Decise di trattenersi dal prenderle la mano, ma l'appoggiò comunque accanto alla sua.
La ragazza se ne accorse e sorrise.
Guardò l'uomo ma ancora una volta la sua maschera nascondeva ogni emozione.
Il fatto di non poter vedere cosa egli provasse la opprimeva.
Avrebbe tanto voluto vedere i suoi occhi.
I suoi veri occhi e non quei cerchi bianchi inespressivi che si ritrovava a osservare spesso.
La giovane si sedette mentre Wade strinse la mano a pugno rimanendo sdraiato.
- Mi hai raccontato di avere delle cicatrici e so che il tuo corpo è sfregiato. Quindi perchè non togli mai la maschera davanti a me nonostante io sappia delle tue condizioni? -
- Il punto è che non mi piace quando la gente mi fissa. Non mi piace che mi guardi con orrore o pietà. E in particolar modo odio che la cosa venga fatta da persone a cui tengo o con cui vorrei passare del tempo. E poi non è un bello spettacolo, preferisco evitartelo. Ti faccio un favore, credimi, dolcezza. -
- Certo, certo... - replicò lei roteando gli occhi al cielo.
- Grideresti e scapperesti via di sicuro. E non saresti la prima...fanno tutte così. -
Kate si voltò a guardarlo.
- Potrei sorprenderti, perchè non mi metti alla prova? -
- Non insistere, pasticcino. La mia risposta rimane la stessa. -
La giovane sbuffò e una ciocca di capelli le coprì il volto.
- L'aspetto esteriore non è l'unica cosa che conta, sai? - sbottò la ragazza.
- L'occhio vuole e reclama la sua parte, fidati. -
La rossa si strinse le ginocchia al petto con le braccia e osservò il lago davanti a lei.
La superficie dell'acqua era calma e rifletteva la luna alta nel cielo.
- Tutto questo mi ricorda una favola che mi narrava ogni sera mio padre quando ero piccola. Posso raccontartela? -
- Fa pure. -
Kate si schiarì la voce.
- Una sera fredda e piovosa una vecchia mendicante bussò alla porta di un enorme castello sfarzoso per chiedere riparo dalla tempesta, ma il bel principe che vi abitava, una volta ascoltata la sua umile richiesta le rise in faccia, rifiutandosi di farla entrare. -
- Che stronzo. - la interruppe Wade indignato.
- Già... - continuò Kate con un sorriso - La vecchietta però si rivelò essere una fata travestita da mendicante che, vista la crudeltà del giovane principe, decise di punirlo. -
- Sfigato. -
La giovane sospirò e andò avanti ignorandolo.
- Dato che il suo animo, a dispetto del suo aspetto, era ripugnante, ella decise di tramutarlo in una bestia cosicchè tutti potessero vedere la sua vera bruttezza. Infine gli consegnò una rosa magica e gli disse che se non fosse riuscito a far innamorare una ragazza di sè prima che il fiore avesse perso tutti i petali, sarebbe rimasto di quelle fattezze per tutta la vita. Trascorsero diversi anni da quel momento e nulla cambiò finchè un giorno la bestia imprigionò nel suo castello un signore. Quando sua figlia, Belle, venne a liberarlo...-
- Che nome originale...Belle, bella...ah, ah. - commentò il mercenario ridacchiando.
- ...la bestia disse che avrebbe liberato suo padre solo se lei avesse preso il posto del genitore nella sua reggia. La buona ragazza accettò e il padre venne liberato mentre lei venne fatta prigioniera. Sotto consiglio dei suoi servi, trasformati in oggetti di vario tipo dalla maledizione della fata, il principe decise di dare una stanza alla giovane e farla vivere nel castello come un'ospite anzichè un prigioniero, con la speranza che un giorno potesse spezzare l'incantesimo. E questo è quello che succederà successivamente, perchè, nonostante il principe sia una bestia, Belle si innamorerà del suo carattere, che con la sua presenza tramuterà diventando più buono. -
- Quindi cosa succede alla fine? -
La giovane assume un'espressione interdetta.
- L'incantesimo viene spezzato. - ripetè - La bestia torna a essere un principe. -
Kate lasciò che i suoi occhi seguissero la figura di Wade mentre si alzava per riprendere posto, accanto a lei questa volta sedendosi a pochi centimetri di distanza.
- Okay ma...dopo che hanno spezzato l'incantesimo, cosa succede di preciso? Ognuno torna alla propria vita? È questo il lieto fine? -
- Ma che domande fai? Certo che no! Altrimenti non sarebbe un finale felice. - rispose Kate ridendo.
Il mercenario si ritrovò a pensare che adorava sentirla ridere.
Aveva una risata davvero dolce.
Un sorriso spuntò sulle sue labbra sollevandole involontariamente.
- Allora che succede? - insistette l'uomo.
- Beh, si mettono insieme. Mi sembra giusto, no? Se due persone si amano perchè non dovrebbero stare insieme? - domandò la rossa con un sorriso e la naturalezza di quelle parole colpì il mercenario come un gancio allo stomaco.
Il mercenario si trovò a pensare che non sempre si è nelle circostanze per stare insieme a qualcuno anche se lo si ama davvero. Pensò a Vanessa e a come l'aveva lasciata dopo aver scoperto di essere malato di cancro. Non sarebbe rimasta con lei nemmeno se si fosse riempita la bocca di false promesse di un finale felice: non aveva voluto che il suo stato di infermo potesse corrodere il loro futuro e aveva preferito negarle la possibilità di stargli accanto recidendo il loro legame.
All'inizio aveva creduto che non sarebbe più andato avanti, dilaniato dai rimorsi, eppure adesso la storia con Vanessa sembrava solo un eco lontano, che si rintanava in un angolo recondito della sua mente, svanendo ai suoi sensi, come lo sciabordio delle onde che gli stavano bagnando le gambe, diventato ormai muto alle orecchie sintonizzate solo sulla voce dolce e melodiosa della sua compagna di avventure.
Per un attimo le parole di lei si mescolarono al battito intenso del suo cuore, leggermente più rapido del solito, e si chiese se anche lei potesse sentirlo, se anche lei provasse quello strano sentimento che provava lui quando stava in sua compagnia e se percepisse anche solo una parte di tutto quel mix di emozioni che gli attanagliava lo stomaco.
La fissò per un attimo, la distanza che li separava era poca e i suoi tratti delicati, illuminati dalla luce della luna, sembravano ancora più graziosi del solito. Cercò involontariamente il suo sguardo ma i suoi occhi, nocciole scure incastonate in un candido viso d'Avorio, si erano persi nella coltre marina che si stagliava all'orizzonte.
Fissò anche lui quell'acqua, forse nel vano tentativo di capire cosa avesse di così speciale da ipnotizzare le iridi della ragazza.
- Morale della storia, come diceva sempre mio padre quando me la raccontava: l'aspetto esteriore non è tutto. Se hai un bel carattere le persone ti apprezzeranno per quello che sei. Ovviamente ci saranno alcuni che si fermeranno all'estetica senza vedere il tuo potenziale, ma tu non dovrai interessartene perchè quelli che si allontanano e non ti accettano non ti meritano. Incantesimi a parte, non siamo tutti uguali. Non siamo nati con lo stampino e purtroppo alcune persone nascono meno fortunate di altre. Perciò non vedo perchè non dovrebbero essere considerate o volute a causa delle loro mancaze, qualunque esse siano. La nostra società spesso ci assegna dei canoni di perfezione che noi dobbiamo seguire per essere visti come "normali". Ma questo non è giusto. Ci fanno credere di essere liberi ma questo è già un primo vincolo che ci viene imposto. Quando si è bambini può essere brutto sentirsi etichettare come "diversi" ma alla fine non è poi così male. I "diversi" come noi si differenziano dalla massa. Non sono come gli altri. Sono speciali...unici. -
E in quel momento l'uomo capì che a differenza sua, Kate, doveva aver passato molto tempo a chiedersi perchè non le fosse stata concessa una vita normale ed era giunta a maturare un pensiero molto saggio.
Lui, invece, preferiva non pensarci e coprirsi per non soffrire.
Era un comportamento codardo, forse anche immaturo, ma alla fine ognuno è diverso e ognuno è portato ad affrontare i propri problemi con i propri mezzi quindi Wade non se ne fece una colpa.
La ragazza si alzò stiracchiandosi.
- Dici che ce la facciamo a tornare in hotel prima che faccia giorno? - chiese sorridendo.
- Possiamo provarci. - disse l'uomo scrollando le spalle.
- Bene, andiamo allora. - gli rispose iniziando a incamminarsi.
Wade si alzò e l'affiancò togliendosi la giacca e mettendogliela sulle spalle.
- Grazie. - disse Kate, piacevolmente sorpresa da quel gesto inaspettato. La giacca non era ancora del tutto asciutta ma il suo calore l'aveva resa gradevole da indossare, soprattutto in balia della brezza che sfrecciava sugli angoli scoperti della sua pelle oltre a quelli bagnati dal vestito umido. 
- Di nulla...Bella. - mormorò il mercenario.
- Come? -
- Niente. - rispose lui con un sorriso sul volto e la ragazza scrollò le spalle.
- Quanto dista l'hotel da qui? -
- Un po'. Giusto il tempo di ascoltare qualche altra tua perla di saggezza. Mi piacciono sai? - le rispose con tono scherzoso.
- Piantala. - ribattè la rossa dandogli un leggero pugno sulla spalla, ridendo.

Passò all'incirca mezz'ora prima che i due arrivassero a destinazione.
Kate aprì la porta della stanza e si gettò sul letto, ormai priva di forze.
- Sono esausta...- mormorò ad occhi chiusi.
Wade sorrise.
La missione non era andata come sperava, ma tutto sommato aveva passato una bella serata in compagnia di Kate.
E per il momento l'importante era quello.

~

Note:

La favola che ho fatto raccontare a Kate è una delle mie preferite, ergo "La Bella E La Bestia".
L'ho sempre adorata seppur ci fosse un particolare che non mi è mai andato, e non mi va tutt'ora, a genio.
Vedete questa storia vuole sì, insegnare ad amare nonostante l'aspetto fisico ma alla fine Belle non si sposa con la Bestia, si sposa con l'aitante principe.
E questo non è giusto.
Avrebbero potuto fare che alla rosa magica della fata cadevano tutti i petali ma Belle decideva di mettersi comunque insieme a lui, perchè lo amava. Lo amava davvero, nonostante il suo aspetto.
Invece no.
Sotto questo punto di vista mi sento di apprezzare, invece, una storia che sebbene sia molto più triste, è comunque veritiera.
Sto parlando di una storia che risale al vecchio 1831 tratta dal libro Notre Dame De Paris.
Protagonista di questo racconto oltre alla cattedrale di Parigi, da cui il libro prende il nome, è Quasimodo, una figura molto legata a questa chiesa.
Quasimodo, anche meglio noto come il gobbo di Notre Dame, è un uomo dal corpo deforme e spaventoso che salvato da Frollo, vive relegato nelle segrete del campanile della chiesa prima citata, per nascondersi da occhi indiscreti. Per nascondersi dalle burle, dagli insulti.
Perchè nessuno è mai riuscito a vedere il buon animo che si celava sotto il suo aspetto deplorevole.
Un giorno il padrone di Quasimodo, Frollo, gli ordina di rapire la bella zingara Esmeralda di cui si è perdutamente innamorato.
Il gobbo esegue gli ordini ma il suo tentativo di rapire la donna fallisce e, visto dai cittadini, viene deriso per il suo aspetto orrendo.
L'unica che si dimostra comprensibile nei suoi confronti è proprio la buona Esmeralda e per questo Quasimodo finisce per invaghirsene, concedendole asilo nella sua chiesa più di una volta quando questa, in pericolo a causa di Frollo, aveva bisogno di aiuto.
Ma sebbene lei sia sempre stata gentile nei confronti del nostro povero protagonista, non ha mai provato nulla per lui, nè per Frollo.
Anzi era innamorata del capo delle guardie, Febo, un uomo dedito ai piaceri sia carnali che materiali.
Quando alla fine del romanzo Frollo ammazza Esmeralda poichè questa si rifiuta di amarlo, Quasimodo lo uccide e disperato si suicida accanto al cadavere della donna che amava.
È tristissima l'ultima scena, quando lo scrittore ci racconta il momento in cui i loro cadaveri vengono trovati.
Quando descrive il corpo ormai senza vita del gobbo abbracciare quello di Esmeralda e trasformarsi subito in polvere quando viene spostato, quasi a dire che non aveva altro posto se non accanto a lei.
Non ho mai apprezzato la storia riadattata dalla Disney ma ho pianto fiumi quando ho letto il libro.
La vera storia del Gobbo di Notre Dame, è triste ma di certo a differenza della Bella E La Bestia mostra la realtà. Non sempre se si è buoni ma non belli si è così fortunati da essere apprezzati e amati, purtroppo.
Detto questo, io amo entrambe le storie e sono fermamente convinta di tutto ciò che ho fatto dire a Kate. Sono tutti pensieri su cui ho ragionato molto.
Se fosse per me l'aspetto fisico non dovrebbe avere tutta l'importanza a cui noi gli attribuiamo oggi giorno, ma io sono solo una goccia in un mare di tantissime altre persone e di certo non posso cambiare un modo di pensare che tutti approvano.
Ma vorrei comunque condividere il mio pensiero con voi.
Perchè essere diversi...avere una mentalità differente da quella degli altri, non è un crimine. È giusto far sapere le proprie opinioni. Abbiamo tutti una testa con cui pensare, non pensiamo con quella degli altri, limitandoci ad amalgamarci alla massa!
Essere noi stessi è la cosa più bella di tutte.
Bene, dopo avervi stressato con questo luuuuuuunghissimo angolino delle note, vi ringrazio per essere giunti fin qui e per avermi prestato attenzione. Vi prego di lasciare un commmentino o una stellina se vi va.
Domanda del giorno: Forse lo avrete già capito, comunque io sono un'amante delle favole e voi? Fatemi sapere se vi piacciono e qual è la vostra preferita. ❤️
Vi adoro tutti ~ ( ˘ 3 ˘ )~
Byeeee (≧∇≦)/

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum