CHAPTER 42: Final fight

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‍‍‍‍‍‍‍‍Kate si fermò, appoggiandosi al muro alle sue spalle per‍‍‍ recuperare fiato.
- Dove pensi di andare, bambola? Credevo di averti già detto che avevamo ancora da fare noi due. - disse una voce profonda che la fece voltare di scatto.
Hector stava avanzando lentamente verso di lei.
- Il tuo mercenario e i suoi amichetti hanno irrotto nel laboratorio, ma questo non impedirà nulla. Tu verrai con me. Non te ne andrai, mai più. - disse lui con un sorriso.
Ma non era il solito ghigno.
Era un'espressione che metteva i brividi.
Non sapeva cosa fosse successo nel lasso di tempo in cui era sparito ma quell'uomo aveva perso completamente il senno.
Era diventato pazzo.
Pazzo di lei, ossessionato da qualcosa che lei non riusciva a spiegarsi.
La paura iniziò a prendere il sopravvento.
- Perchè....perchè me? Cosa ti ho fatto?! - gridò con gli occhi lucidi.
L'uomo inclinò la testa di lato mantenendo quell'espressione spaventosa che non accennava ad andarsene.
Rovistò nella tasca dei jeans e ne estrasse una collanina che fece oscillare davanti agli occhi della ragazza.
Era la medaglietta in ferro del padre.
- Farei la stessa domanda a tuo padre se ora fosse qui. Ringrazia lui per tutto questo. -
- Mio....mio padre? Cosa c'entra lui? -
- Sai, Hector non è il mio vero nome. Victor, Harvey...ti ricordano qualcosa questi nomi? - domandò assumendo un'aria divertita, quasi come se le stesse chiedendo di risolvere un complicato enigma.
Kate si sforzò di riflettere, seppur si sentisse sotto pressione e intimorita dallo sguardo dello scienziato, incessantemente fisso su di lei.
- Io...sì, mi ricordo qualcosa. Harvey era il nome di un ragazzino che giocava con me anni fa, prima che mio padre sparisse. -
- E Victor era suo padre. Sai, che fine ha fatto quell'uomo? È morto accoltellato da tuo padre prima che sparisse per paura di essere scoperto. Il bambino invece...beh, lui è ancora vivo ed è qui davanti a te ora, in cerca di vendetta. - disse l'uomo tornando a camminare verso di lei.
La giovane sgranò gli occhi e ad ogni passo che lui faceva il sangue le si gelava sempre più nelle vene.
- Mio padre....lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere! E comunque io non c'entro nulla con l'omicidio di quell'uomo! -
- Questo è vero, ma tu assomigli molto a Kristopher. Come io assomiglio molto a Victor, anche lui era diventato schiavo del male. Ma con una sola differenza, io non farò la sua stessa fine. - disse l'uomo prendendo la giovane per la gola e sollevandola.
La rossa cercò di divincolarsi, inutilmente.
- Non sono sempre stato così, sai? Avevo una parte buona una volta, una parte che voleva stare con te e amarti come in passato. Ti avevo iniettato quel siero perchè tu potessi annullare i miei poteri e noi potessimo stare insieme in modo normale, come tutti. Ma il destino ha voluto che per continuare a vivere il male mi corrodesse e si impossessasse di me. Nulla potrà riportarmi più alla normalità, tranne la morte. E se io dovrò morire, tu verrai con me e finalmente potremmo stare insieme per sempre. - un sorriso pazzo si allargò sul suo volto mentre la stretta sul collo della ragazza si faceva più forte.
- C..ol...ca...zzo...- mormorò Kate faticando a respirare.
La giovane raccolse tutte le sue energie e portò le gambe al petto dell'uomo appoggiandoci sopra le scarpe e spingendolo via con forza.
Lui lasciò la presa venendo scaraventato contro il pavimento.
La ragazza cadde a terra, cercando di riprendere fiato.
Iniziò a gattonare, poi si alzò con fatica e cominciò a correre il più lontano possibile da lui, ma l'uomo, che si era ripreso, le era alle costole e nelle sue condizioni l'avrebbe raggiunta presto.
La giovane scivolò e finì a faccia in giù sul pavimento, accanto ad un cadavere sanguinante.
La risata di Hector dietro di lei, la raggiunse.
Kate allungò una mano verso il corpo ormai privo di vita.
Quando lo scienziato la raggiunse, lei si voltò di scatto e gli sparò ad un braccio con una pistola che aveva rubato al soldato morto.
Hector le lanciò il suo coltello che le trafisse la gamba, mentre lei lo colpì nuovamente, questa volta alla spalla.
La rossa vide Deadpool combattere contro delle guardie in fondo al corridoio.
Tese una mano verso di lui ma non aveva voce per gridare.
Wade non sembrò vederla, anzi continuò a lottare, finchè un soldato non lo prese alla sprovvista sparandogli in testa.
Il mercenario crollò a terra con un tonfo mentre Kate, cercava di raggiungerlo stringendo i denti e strisciando sul pavimento con gli occhi lucidi.
- Eh, no bambola. Tu non vai da nessuna parte. - sibilò lo scienziato strattonandole i capelli per farla alzare.
- ADESSO BASTA! - gridò lei saltandogli addosso, facendogli perdere l'equilibrio.
I due caddero a terra, Kate sopra di lui.
La giovane si tolse il coltello dalla gamba e lo infilzò nel palmo aperto dell'uomo che era proteso verso di lei.
- Questo è per avermi catturata! -
Poi recuperò la pistola da terra e gli sparò al petto.
- Questo è per aver abusato di me! E questo per avermi torturata! - gridò la ragazza continuando a premere il grilletto.
Ad ogni colpo potè sentire il corpo dell'uomo sotto di sè sobbalzare per l'impatto.
Erano cinque proiettili ma li avrebbe usati tutti.
Dopo due anni di torure, sentire ognuno di essi che lo colpiva era una soddisfazione per lei.
- Va all'inferno...- disse, facendo cadere la cartuccia vuota a terra, accanto ad un altro cadavere.
L'uomo non rispose e rimase accasciato a terra, gli occhi chiusi.
Kate si lasciò cadere a terra e con il sostegno del muro si sollevò, camminando a fatica verso Wade.
Sapeva che non sarebbe morto per uno sparo ma era preoccupata per lui, voleva raggiungerlo.
Voleva uscire di lì al più presto.
Voleva stringerlo fra le sue braccia....








BANG.










Gli occhi di Kate si spalancarono nell'udire il rumore familiare di uno sparo.
Poi crollò cadendo in ginocchio e si portò le mani tremanti al petto.
Sanguinava.

‍‍Stava per morire, come la prima volta che aveva incontrato Deadpool.
La volta in cui era stata salvata da lui.
L'unica differenza era che se fosse morta quella notte sarebbe stata felice, ora invece avrebbe perso Wade.
C'erano così tante cose che avrebbe voluto dirgli.
Non gli aveva ancora detto che le era mancato tantissimo quando se ne era andato e che avrebbe dato tutto pur di rivedere il suo volto un'ultima volta. Non la maschera dietro cui si nascondeva, bensì il suo vero viso, coperto di tutte quelle cicatrici che aveva imparato ad amare e che sperava di riuscire a fargli accettare un giorno.
Voleva dirgli che nonostante tutto, la vita senza di lui faceva schifo.
Che a lei non importava cosa pensassero gli altri di lui.
Ma temeva sarebbe morta prima di potergli anche solo dire "ti amo" un'ultima volta.


- Ci si vede all'inferno, 418. - disse Hector alle sue spalle.

Finalmente stava morendo.
Finalmente non sarebbe stato costretto ad ubbidire a quella forza malefica che controllava costantemente le sue azioni.
Le labbra dello scienziato si incurvarono in un ultimo sorriso, sul suo volto macchiato di sangue.
Ma per la prima volta dopo anni fu un sorriso sincero e una lacrima gli cadde lungo una guancia prima che smettesse per sempre di respirare.
Non avrebbe voluto che finisse così.
Non avrebbe voluto che lei morisse.
Lui l'amava.
Ma non aveva potuto fare altrimenti, ormai aveva perso da tempo il controllo del suo corpo.

Finalmente....la libertà.

~

Note:

Siamo quasi giunti alla fine.
Non chiedetemi di svelarvi nulla, perchè no puedo, lo siento.
Potete commentare e vi chiederei di non insultarmi, lo sto facendo già da me. (;_:)
Questo è l'ultimo capitolo che pubblicherò oggi, domani posterò i capitoli finali. ♡

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Where stories live. Discover now