Capitolo 1

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«Lia, ho visto qualcuno avvicinarsi all'edicola, puoi andare a vedere di chi si tratta?»
Uscii dal bar che gestivo insieme ai miei genitori e mi avviai, diretta dall'altra parte della strada, dove si trovava il chioschetto, sempre nostro, che vendeva giornali, giocattoli e cartoline. Essendo in una località di mare, queste cose andavano per la maggiore. Di solito era mio padre che si occupava dell'edicola, io gli davo una mano qualche ora mentre lui schiacciava il suo pisolino pomeridiano ed ero sempre pronta a intervenire quando giungevano turisti stranieri con cui lui non riusciva a comunicare.

Il nostro cliente era un uomo sul metro e ottanta con dei capelli piuttosto lunghi, mossi e scuri, che continuava a scompigliare con un gesto che sembrava abituale per lui. Si voltò quando mi sentì arrivare, ciabattando nelle mie infradito quasi distrutte dal tanto utilizzo. Mi ritrovai subito a confrontare la persona che avevo di fronte con l'aitante gentiluomo sulla copertina di uno dei romanzi rosa esposti in bella vista sul ripiano dell'edicola. Le uniche differenze erano che l'uomo in carne e ossa non portava un tricorno sul capo e aveva un velo di barba che lo rendeva ancora più sexy.
Mi rivolse un grande sorriso che si allargò ai suoi occhi scuri e, senza smettere di chiedermi se non mi fossi persa in uno dei miei più bei sogni ad occhi aperti, rimasi senza parole, non capendo cosa mi stesse dicendo.
Lui sbatté le palpebre un paio di volte e ripeté ciò che aveva detto poco prima.

Dovetti faticare per spostare la mia attenzione dalla forma dei suoi pettorali scolpiti che s'intravedeva sotto la t-shirt grigia e accendere il cervello. Lo sconosciuto infatti non mi si era rivolto in italiano, ma in inglese.
Non feci in tempo a rispondergli, perché ripeté per la terza volta la sua frase, questa volta in un italiano dal forte accento. Se c'era una cosa che trovavo sexy erano gli anglofoni che cercavano di parlare la mia lingua.
«Sto cercando Via dei Cedri, me la sapresti indicare, per favore?»
In quel momento non avrei saputo indicargli nemmeno la strada per la mia camera da letto, dove l'avrei portato più che volentieri, tanto poco ero in possesso delle mie facoltà mentali.

«Lia, che succede qui?»
Mio padre si era svegliato dal suo pisolino e ci stava raggiungendo, con il suo passo leggermente zoppicante.
Lo sconosciuto colse al volo l'occasione per smetterla di dare retta alla cretina che gli stava impalata davanti e porse la mano a mio padre, usando sempre l'italiano.
«Piacere, sono Aidan e ho acquistato la tenuta in Via Dei Cedri. Il navigatore però continua a rifiutarsi di portarmi alla giusta destinazione. Così mi sono fermato a chiedere informazioni.»
Diamine, avrei desiderato anche io una tale scioltezza e sicurezza nell'esprimermi in inglese! Invece mi bloccavo spesso per cercare le parole, nonostante avessi occasione di praticare quella lingua grazie alla presenza dei turisti durante la maggior parte dell'anno.
«Molto piacere, io sono Aldo e lei è mia figlia Lia. Gestiamo il bar di fronte e quest'edicola. L'ho vista qui fermo e pensavo che fosse un cliente. Così è lei che ha acquistato quella bellissima tenuta. Parla molto bene la nostra lingua, ma dall'accento deduco che non sia originario di queste parti.»
Aidan – che aveva persino un nome affascinante – scosse la testa. «Infatti sono nato e cresciuto in Irlanda, ma ho conosciuto un'italiana durante una vacanza anni fa e l'ho sposata.»
A quella parola il mio sogno a occhi aperti s'interruppe bruscamente, come se qualcuno avesse premuto sul tasto stop. Qualsiasi uomo impegnato perdeva ogni tipo di interesse ai miei occhi.

«Le donne italiane sono le più belle al mondo» commentò mio padre, com'era prevedibile. Invece che volare al cielo in un'espressione annoiata per quella battuta scontata, gli occhi di Aidan si posarono su di me, poi ribatté: «Ha davvero ragione. Sono belle, cucinano in maniera divina e hanno un modo speciale e unico di mostrare il loro amore. Sono così calde.»
Il caldo lo stavo sentendo io, una sensazione del tutto inappropriata date le circostanze.
«Vado a vedere se la mamma ha bisogno di qualcosa» borbottai, facendo di tutto per sottrarmi a quello sguardo scuro e magnetico. Se in quel momento me lo avessero chiesto, avrei detto che Aidan era l'uomo più bello e desiderabile che avessi mai visto nei miei primi venticinque anni di vita.

Once Upon a SummerWhere stories live. Discover now