1. Take me to church

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PREMESSA: 

All'interno di questa storia, disseminate tra i capitoli, ci sono scene forti (di varia entità) per il loro contenuto che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Se così fosse, me ne scuso anticipatamente. Ogni evento e riferimento è puramente di fantasia. I riferimenti, in quanto AU, alle vite reali dei ragazzi e delle persone che fanno parte delle loro vite si possono rintracciare soltanto in canzoni, piccole frasi, gesti, dettagli sparsi negli ambienti o nelle circostanze. Per il resto, la caratterizzazione emotiva e la condotta di ognuno di loro è ovviamente di fantasia. Tutti i luoghi citati esistono realmente.

Spero che questa storia vi si impigli nel cuore come è successo a me quando l'ho pensata. Buona lettura.

Con affetto, M.

A Giulia, perché nella mia vita è una giostra bella come quella accanto a Castel Sant'Angelo.

Ad Alice, perché ha bisogno di questo viaggio a Madrid più di quanto io abbia bisogno di tornarci.

A Marta P., perché sei più coraggiosa di quanto credi, più forte di quanto sembri e più intelligente di quanto pensi.

Alle amiche del mio folle gruppo LH, Marta, Emma e Annalisa, perché sono casa, quella in cui comunque vada sei al sicuro.



La morte è pietosa,

perché da essa non c'è ritorno,

mentre per colui che è uscito

dalle più profonde camere della notte,

consapevole e stravolto,

non c'è più pace.

(H. P. Lovecraft)





Parigi, Cimitero di Montparnasse, martedì 12 settembre 2017

"Ricorda che polvere sei e in polvere ritornerai."

Ecco. Questo resta di me. Un pugno di granelli e niente più. Te ne sei andata. Lo avevi promesso, che non lo avresti fatto. Che avresti resistito per me, che ci saremmo fatti forza insieme, io e te contro tutti. Non ce l'hai fatta e non ho più alcuna speranza di farcela neppure io. Vorrei essere laggiù con te, e so che basta questo mio pensiero a farti morire ancora e ancora.

"Possa la nostra amata sorella Johannah riposare in pace. Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen."

Un pugno di polvere. Due. Tre. Il mio cuore. I miei sogni. La mia anima. Uno. Due. Tre. Una vita ad amarci, e tutto si riduce a questo. A me che getto terra su ciò che resta di te, mentre tu ti porti a fondo tutto. Il mio coraggio, i miei segreti, i miei progetti, la mia capacità di realizzarli là fuori nel mondo, il mio amore. Ogni fottuta briciola di qualsiasi cosa abbia mai provato in vita mia. So che non volevi. So che vuoi che lotti. Ma perché non mi hai lasciato abbastanza forze per vincere? Come posso fare se senza di te non sono altro che un niente esposto alla bufera? Questa famiglia si sfalderà senza di te. Io cadrò a pezzi senza di te. Eri l'unica parte di me che avrei salvato, che non avrei mai cambiato, di cui ero fiero, e sei morta. E l'unico sollievo che riesco a trovare mi rivela per ciò che sono. Un disgustoso egoista che si sente sollevato all'idea che l'unica persona a sapere della sua omosessualità sia sotto sette metri di terra, dove non potrà più infondere coraggio e fiducia. Perché forse doveva andare così. E' il segno che sono sbagliato, rotto, che non la meritavo una persona che mi amasse esattamente per come ero. Ho voluto troppo, e ora sono solo. Anche con migliaia di altre persone, senza di te, mamma, sarò sempre solo.

Louis si voltò, il volto una maschera immobile di lacrime, e iniziò a correre. Senza voltarsi, senza restare accanto a suo padre per ricevere le condoglianze da quelle ombre che circondavano la fossa scavata in cima a una collinetta del cimitero di Montparnasse. Corse così velocemente da non sentire più l'attrito delle scarpe esageratamente strette sul selciato, stringendo i pugni tanto da sentirli scricchiolare. Verso il rifugio di una casa che non esisteva più.

Còmo si yo fuera el sol (LARRY AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora