23. Bittersweet

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"Non so se ci serve il tempo per capire
quanto il tempo non ci basterà..
non c'è bisogno di dirsi che fai, se c'è la voglia che hai."
Mecna, Il tempo non ci basterà



"Carine queste... avevi appuntamento con qualcuno?" Disse accarezzando il tessuto in pizzo nero.
"Non ti piacciono?" Mormorò mentre lui continuava a baciarla giù per la schiena, mandandole brividi per tutto il corpo.
"Da morire... ma mi piace più togliertele.."
"Ah si?"
La sua bocca si avvicinava sempre di più a quel punto del suo corpo che..

"Hey mi stai ascoltando?"
"Eh?" Marika quasi saltò sullo sgabello. "Scusami, ero soprappensiero."
"Ah, no. Tu sei strana forte oggi." Lewis sfiorò di nuovo le corde della chitarra.
Come sempre, appena avevano un momento libero, i due amici si ritrovavano in uno studio di registrazione per cantare e suonare. Era diventato uno dei loro modi per scaricare lo stress già quando erano poco più che maggiorenni e avevano continuato a suonare insieme durante gli anni.
"Non sono strana, sono stanca." Marika sbuffò risistemandosi le cuffie. "Allora, dove eravamo?"
"Al ritornello. Sei in conferenza domani?"
"Uhm, si. Tu?"
"Ovvio, è il mio Gran Premio."
"Giusto, scusa Dio Lewis." L'inglese le risposte con un dito medio.
"Quindi stasera vieni a fare baldoria con me?"
"Nicole non c'è?"
"Si, viene anche lei. Atterra prima di cena."
Marika lo guardò con lo sguardo malizioso.
"Scusa la franchezza, non scopate mai voi due?" Lewis alzò gli occhi.
"Noi siamo una coppia spirituale. Non abbiamo bisogno per forza di saltarci addosso come.."
"Si, bla bla bla, ma taci.." l'italiana rise, ma si interruppe con un "aia!" visto che l'amico le aveva lanciato una matita.
"Non siamo tutti ninfomani come te." Marika rise. Era proprio per questo che era distratta da giorni. Per tutto il giorno.
Subito dopo il loro "accordo", Marika e Fernando erano tornati a casa. Lei a Maranello, lui in Spagna. O almeno così pensava, perché due sere dopo le arrivò un sms che le diceva semplicemente che la aspettava a casa sua. Le bastava attraversare il pianerottolo.
E così andò avanti per le sere successive.
Stavolta Lewis le stava agitando una mano davanti agli occhi.
"Allora, alle 10?"
"Si, alle 10. Riprendiamo col ritornello?"

Erano le 2 e il locale era super affollato.
Lei e Lewis avevano bevuto molto più di Nicole, ma Marika sentiva che la sua serata li era finita.
Aveva un pensiero fisso e se avesse bevuto solo un altro bicchiere avrebbe spifferato tutto alla coppia di amici.
"Hey, ci vediamo domani."
"Dove vai?" Lei non gli rispose, ma semplicemente rise, spinta dall'alcool.
"Ne avrai puntato uno. Divertiti." Salutò Lewis e Nicole e uscì dal locale. Fermò un taxi e, appena salita, diede l'indirizzo del suo hotel.
Prese il telefono e stava per scrivere un sms, ma decise che avrebbe fatto meglio a chiamarlo.
Dopo tre squilli, l'altro rispose.
"Pronto?"
"Stavi dormendo?" Disse lei, in italiano. Il tassista la guardò dallo specchietto retrovisore, curioso di capire cosa stesse dicendo.
"Mmm.. ho un motivo per restare sveglio?"
"Potresti averlo." Sussurrò lei, seducente.
"E sentiamo..." il tono di quella telefonata era decisamente bollente.
"È che i vestiti mi stanno stretti... ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a toglierli..."
"E cos'hai addosso adesso?"
"Credo che ti interessi più cosa c'è sotto il vestito..." Sussurrò ancora lei.
"Quanto ci metti?"
"Sono giù." Chiuse la telefonata, pagò il tassista e scese dall'auto.
A quell'ora, fortunatamente, l'hotel era deserto. Salutò gli impiegati alla reception e salì sul primo ascensore.
Si guardò allo specchio: già accaldata, i capelli che erano già attaccati al collo per il calore all'interno del locale e per via dell'umidità estiva inglese.
Il din dell'ascensore la avvisò che era arrivata al quattordicesimo piano dell'hotel.
Guardò bene in giro: nessuno, via libera.
Passò davanti alla sua porta e bussò alla 1467.
La porta si aprì leggermente e una mano la tirò dentro.
Non ci fu bisogno di parole, di saluti o di chiedere permesso.
Quando Fernando, dopo pochi istanti, le sfilò il vestito, si accorse del corsetto che indossava sotto.
"Avevi bisogno di aiuto con questo, eh?"
"Già..."
"Diabolica."
"Muoviti e toglimelo..."

I hate you I love you ~ Fernando AlonsoWhere stories live. Discover now