capitolo 2

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Entrarono a scuola e Jimin faceva di tutto per non essere notato, sia dalle persone che lo circondavano ma anche da quelle sbagliate che potrebbero solo portargli guai. Jungkook si avviò nella sua classe, ma prima diede un bacio a stampo a Taehyung ed entrò nella sua aula, intanto Tae aveva un bellissimo sorriso quadrato che incorniciava il suo volto. Jimin era molto felice per il suo amico, aveva trovato l'amore a differenza sua e un po' di gelosia l'ha provava nei loro confronti, voleva anche lui avere qualcuno da amare così follemente, ma ovviamente era felice per loro due e sperava sempre il meglio.

Taehyung e Jimin si diressero verso la loro classe, ma quest'ultimo vide in lontananza il suo peggior incubo, nonché il suo bullo personale, si fermò di colpo, era diventato una statua marmorea, tremava leggermente, brividi di paura scorrevano nelle vene del ragazzo e sapeva perfettamente di esser stato visto, inventò una scusa per Taehyung e fuggì a gambe levate, pregando di essere abbastanza veloce da sfuggire al bullo e rinchiudersi dentro il bagno finché non giungeva il suono della campanella ed eventualmente scusarsi col professore del suo leggero ritardo.

-Tae vado in bagno, tu intanto vai in classe- disse frettolosamente con voce assai flebile, prendendo una manica della sua felpa per attirare la sua attenzione 

-Sei sicuro di star bene, ti vedo un po' pallido,vuoi che ti accompagno?-disse molto preoccupato  facendo un passo verso l'amico

-Si si, non preoccuparti vado in bagno e torno in classe non c'è bisogno che vieni con me, faccio presto, promesso- disse più frettolosamente possibile, scappando senza dar tempo a Taehyung di controbattere, sparendo dalla sua visuale. 

Jimin camminò più veloce che poté, ma senza guardare realmente dove stesse andando, svoltò l'angolo, ma si imbatte in qualcosa di duro o meglio di qualcuno che lo prese al volo prima di cadere rovinosamente a terra e farsi molto male. Il piccolino impreco mentalmente, era la seconda volta che stava per cadere e che qualcuno lo salvava, adesso era stretto al petto del ragazzo a lui sconosciuto, ma che aveva un odore famigliare, nei suoi vestiti era attaccato l'odore di tabacco e si ricordo dove l'ho avesse già sentito, era stato di nuovo Yoongi a sostenerlo da una brutta caduta e stringerlo tra le sue braccia e si imbarazzò molto, aveva fatto un'altra brutta figura davanti a quel ragazzo che tanti gli regalava emozione che non sapeva ancora darvi nome. Jimin troppo imbarazzato si staccò da lui e con il volto abbassato e arrossato, guardava le sue scarpe, scusandosi molte volte con gli occhi lucidi.

-Ci rivediamo di nuovo a quanto vedo- disse ridacchiando leggermente, anche se era leggermente preoccupato del suo leggero tremolio 

-Sc..scusa di nu..nuovo non stavo gu..guardando dove andavo- disse balbettante in tono mortificato, continuando a tenere gli occhi bassi, timoroso della sua reazione, aveva visto molte persone indossare una maschera quando erano all'interno della scuola e Jimin non sapeva minimamente quale Yoongi volesse usare o essere semplicemente se stesso, tutto era un'incognita e questa cosa l'ho spaventava a morte. 

-Non fa nulla, tranquillo...Come mai di fretta? Se non sbaglio le classi sono dalla parte opposta-domando con tono piatto e con un sopracciglio alzato. 

Yoongi era molto incuriosito da quel ragazzo che somigliava tanto cucciolo indifeso ed aveva percepito da Jimin tanta agitazione e paura, si domando di cosa, erano a scuola e sembrava che non ci fosse nessun a minacciare la sua vita e si domandò se fosse proprio lui a crearli questa paura e si dispiacque molto, rimanendo un po' ferito. Yoongi era molto interessato a scoprire perché gli occhi di Jimin non brillavano di vita, erano spenti ed aveva l'insolito istinto di proteggerlo e amarlo.

Il piccolo mochi si stava torturando le sue mani, coperte dalla felpa extra large di color bianco e si stava mordendo il labbro inferiore, facendolo diventare di tonalità rossastra come il colore delle rose rosse. Jimin era andato nel panico, non sapeva come rispondere alla sua domanda senza balbettare e dire cose senza senso.

my light-yoonmin Where stories live. Discover now