capitolo 33

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I ragazzi erano appena arrivati alla piccola e graziosa gelateria in stile rustico da rendere l'ambiente vecchio e vissuto, un ambiente tranquillo, rilassato e molto confortevole con la dolce melodia che si espandeva nell'aria grazie a delle piccole casse di color nero poste negli angoli delle pareti in alto, in quel preciso istante c'erano poche persone tra cui alcuni bambini diverse età che stavano cercando di mangiare il proprio gelato senza sbrodolarsi e di conseguenza di sporcarsi il viso e gli indumenti, ma era inevitabile che si sporcassero con i genitori li sgridavano di stare più attenti o di non sporcarsi gli abiti

-allora cosa prendete, ci sono così tanti gusti che non saprei cosa scegliere- disse jungkook ammirando con l'aqualina in bocca i vari gusti di gelati esposti all'interno del vetro come se fossero dei gioielli preziosi ed enestimabili di un gran valore

-ummh...io penso che prenderò panna e straciatella- disse taehyung essendo che aveva voglia di cambiare del solito gusto che prendeva con il suo ragazzo quando uscivano insieme

-okay...Allora io prenderò cookies e vaniglia- disse jungkook pensieroso ancora indeciso sul gusto scelto

-io vorrei i gusti limone e fragola- disse yoongi-tu jimin?-domandò poi voltandosi leggermente a guardare il minore completamente attaccato al suo braccio e che lo stava stritolando con la sua presa come se fosse una pallina anti stress, Jimin si stava guardando guardingo intorno con la paura che traspariva nei suoi luccicanti occhi, si vedeva che qualcosa non andava per niente bene, il maggiore si preoccupò molto del suo stato irrequieto che aveva preso possesso nel corpo di jimin asselendolo con un senso di angoscia e paura

-cosa! Puoi ripetere per favore ero distratto- sussurò jimin non guardandolo minimamente negli occhi, era molto uccupato a guardare fuori dalla gelateria più precisamente verso la porta vedendo un via vai di persone di diverse età e sessi

Jimin ricordava perfettamente quel posto e cosa avvenne a pochi metri di distanza in quella gelateria che in quel preciso momento erano ha prendersi un rinfrescate gelato, l'ho ricordava come se fosse stato ieri, jimin non se ne dimenticherà mai e poi mai o almeno non così facilmente, era stato marchiato a fuoco nella sua mente ed alcune volte lo portavano inevitabilmente in quei dolorosi e nefasti ricordi che lo distruggevano come nulla fosse, Jimin era coperto da una fitta ed invisibile barriera fatta di paura e terrore dal più vivido, puro e genuino che si era presentato alla sua porta con un bel macete in mano ha disitegrarlo come non nulla, il tutto era successo tre anni prima di conoscere yoongi e gli altri hyungs, Jimin stava scappando il più velocemente possibile dal padre dopo l'ennesima volta che lo aveva mal menato, il problema che egli era alle sue calcagna, lo stava inseguendo con una faccia che trasmetteva e traspariva rabbia, ira e collera incontrollata da rendere il viso dell'uomo deturpato da quelle emozioni quanto brutte e travolgenti dell'animo umano così facilmente coruttibile ed inclino alla rabbia e al rancore, a quel tempo il giovane jimin tremante di paura si nascose nel piccolo parchetto vicino a quella gelateria in cui erano, il padre che non demordeva nella ricerca del proprio figlio che dopo un po' lo trovò, li  prese malamente un polso ripieno di lividi di ogni grandezza e colore che passavano tutti dal viola fino al giallo verde, poi lo trascinò con poca grazia dentro al boschetto che risiedeva all'interno del piccolo e grazioso parco ripieno di fiori di ogni genere e colore, erano nascosti dalla quella fitta boscaglia fatta di diversi tipi alti che a jimin sembravano toccare il cielo con le punte dei rami e delle foglie che svolazzavano per la leggera brezza che emanava il vento in quel momento, erano assai lontani dagli occhi delle persone che erano completamente ignare di cosa stesse per succedere e per quanto orribile sia, i testimoni di quella barbaria erano solo gli alberi, le piccole piantine e gli animaletti che fuggivano sentendo gli urli strazianti, pieni di sofferenza e di agonia di jimin, si vedeva il padre che rincarava la dose di botte, come se quel piccolo corpo non fosse già stremato di suo, successe un'altra cosa che ebbe segnato la vita di Jimin, una cosa impensabile ed altrettanto orribile che un padre potesse mai fare, era che lì, in quel posto isolato da tutti, egli prese Jimin per la prima e non ultima volta senza il suo consenso togliendogli per sempre la verginità con violenza e forza da farlo sanguinare, ma oltre al dolore corporeo c'era quello psicologico perché in quel giorno il padre si era superato con le parole ripiene di veleno e taglienti come rasoi con insulti gratuiti e menzogne che fecero diventare jimin così insicuro di se stesso, il giovane jimin ebbe per la prima volta il colpo decivo e assai fatale da desiderare la morte che subire tutto quel dolore a gravarli sulle spalle come un macigno, domandandosi più volte cosa mai avesse fatto di male per meritarsi tutto questo, però dopo la ebbe la risposta sputata in faccia dal padre ed era che aveva tutta la colpa che sua madre morì dandolo alla luce, era colpa sua e così la pensava ma dopo conobbe yoongi che era ed è ancora adesso la sua luce, il suo sorriso e la sua felicità capì che quello che li disse il padre non era affatto così, era tutto merito di yoongi che gli disse che sua madre aveva messo tutta se stessa per portarlo al mondo perché già lo amava prima ancora di vedere il proprio figlio sperando che avesse una felice vita come l'aveva vissuta appieno come ebbe fatto lei

-tutto bene cucciolo- domandò yoongi preoccupato toccandoli la guancia infiammata e il maggiore  scommetteva tutto quello che aveva che era per il nomignolo che aveva usato per descriverlo, yoongi pesava e tutt'ora che quel nomignolo lo calzava a pennelo perché jimin sembrava tutto per tutto un piccolo cucciolo indifeso in cerca della propria madre

-sisi...va più che bene, basta che ci sbrighiamo non mi piace qui, voglio andarmene il più infretta possibile- disse in un sussurò il minore in modo assi sbrigativo ed agitato

-okay...ma dopo mi spieghi, non me l'ha bevo che va tutto bene posso essere tante cose ma non stupido- disse yoongi guardando gli occhi di Jimin comparbili galassie che prima brillavano di luce propria e vitalità in quest'ultimo periodo ma ora erano più spente che mai e vuote con un vortice che rischiava con ingordigia le emozioni umane

Jimin annuì arrendendosi agli occhi di yoongi che sembravano trapassarti con un solo sguardo da quanto erano profondi come il mare, neri come l'inchiostro di un polpo  e vasti come il cielo

-taehyung, il mio gusto lo cambio con vaniglia e pesca così jimin lo mangerà con me....e non mangeremo qua ma da un altra parte, vi va bene- disse yoongi come un ordine che una semplice richiesta fatta per un amico ma se ci si metteva in mezzo la felicità di Jimin faceva tutto quello che doveva e che era in suo potere da riportare la felicità in lui

-va bene hyung non ce nessun problema voi aspettateci qui noi due andiamo a prendere i gelati- disse taehyung prendendo sia i soldi dal maggiore e trascinandosi con se jungkook, i due più piccoli avevano capito che non andava qualcosa ma no  seppero cosa essendo che erano concentrati a parlarsi e flirtare tra di loro ma non fecero domande ed eseguirono quello che disse yoongi

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Ciao a tutti
Sono in ritardo per il capitolo e me ne scuso infinitamente, spero che vi possa piacere almeno un po'..commentate così posso sapere di questo libro ed ovviamente anche il capitolo o in generale i commenti in generale mi fanno molto piacere leggerli con questo vi saluto passate una buon/a pomeriggio/serata  

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