capitolo 37

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Si posizionò vicino al letto e disse...

-che c'è figliolo, ancora speri che il tuo bel fidanzatino ti salvi, che povero illuso, scommetto che ti ha facilmente dimenticato e rimpiazzato, sei solo spazzatura brutto frocetto- disse ridendo sguaitamente, poi la bocca si chiuse in un orribile ghigno malefico quando vide Jimin che tratteneva a stento le lacrime amare intrise di tanta sofferenza e rammarico, erano racchiuse nei suoi splendidi occhi che divennero lucidi come la patina di un lago ghiacciato, il piccolo ragazzo non credeva minimamente alle parole avvelenate e assai spinose del padre ma ferivano comunque il suo debole animo dopo tante così tante batoste subite negli anni ed intaccavano drasticamente la sua sicurezza ed autostima in se stesso e l'essere all'altezza di chiunque, li provocò netti dubbi su se stesso, sul suo adorato ed amato ragazzo e anche sugli altri ragazzi

-Lo sai, gli ho visti e non erano i cinque ma in quella casa sono diventati ormai di nuovo in sei, si vede che non eri così tanto importante per loro, che ti hanno rimpiazzato come non nulla, con un ragazzo dalla faccia che ricorda molto ad un cavallo- disse il padre con tono strafotente, marcando ogni parola così da farla sentire molto bene a jimin

Il padre cominciò a stringere con molta forza sulla sua minuta per non dire scheletrica coscia per poi tirarci uno schiaffo violento su di essa facendo ulacchiare jimin di dolore, sulla coscia si formò immediatamente un grosso e vistoso livido, poi l'adulto si sedette sul bordo del letto accarezzando suo figlio con finta gentilezza, Jimin percepiva che l'alito dell'uomo era intriso di fumo e alcol, del resto come sempre, non cera giorno che non faceva uso di alcol, fumo e droga, il ragazzo incominciò a tremare di paura che persisteva ha dominarlo con prepotenza, jimin chiuse le gambe cercando di allontare le orribili, sporche e sudice mani dell'adulto

Jimin ebbe capito perfettamente di chi stesse parlando il padre e fu più che felice di hoseok che si era svegliato dal suo perenne coma che lo tava abbracciando in un abbraccio così letale che poteva portarlo alla morte, Jimin non fece trasparire alcun emozione così da far credere al padre di aver ferito di più il figlio, ma in realtà non era affatto così, jimin era più che contento della notizia appena avuta e sperava di poter uscire ed abbracciare le persone a lui più care in questo maledetto mondo fatto di corruzione, mali e dolori di ogni genere, per trovare un briciolo di felicità, amore, una buona famiglia che ti possa donare il tutto e l'amicizia si doveva scavare nel marciume di questa corrotta società 

-Io non credo a nessuna delle tue parole, sei solo uno sporco bugiardo che io abbia mai visto nella mia vita...muori- disse rabbioso Jimin scaffeggiando la mano del genitore che rimase di sasso dal suo comportamento innaturale a detta sua, Jimin non ce l'ha fece più a subire in assoluto silenzio, anche se ne pento subito dopo, non poteva negare di aver paura di lui ma doveva lottare con tutte le sue forze che gli erano rimaste per la sua agognata e più che sognata libertà

L'uomo con il viso deturpato dalla rabbia si alzò di scatto dal letto iracondo come pochi, si slaciò la cintura per poi sfilarla dai suoi pantaloni e piegare la cintura in due

-cosa hai detto- disse il padre con finta calma ma la cosa che lo tradì erano i suoi occhi che stavano uscirono fuori dalle orbite ed era paonozzo di una rabbia così cieca e travolgente come eruzione vulcanica pronta a spazzare il tutto con la sua lava incandescente 

-hai capito benissimo, non sei mica diventato sordo- sussurò Jimin  guardandolo negli occhi infuocati come una cometa incandescente  anche se stava letteralemnte morendo dal terrore più puro

L'uomo non ci vide più dopo le parole del figlio che incominciò a colpirlo violentemente alternando con la cintura e le mani chiuse in pugni o schiaffi ben assestati da far sanguinare jimin sia sulle ferite nuove, quelle appena risanate e quelle più vecchie facendo comparire lividi ancor più grossi in ogni parte del suo piccolo e debole corpo affaticato dopo giorni e giorni di percosse e violenza sia quella carnale e psicologica, Jimin urlava di dolore, un urlo così straziante da farti spezzare il cuore in mille pezzettini e farti sanguinare le orecchie per non sentire quell'elevato dolore che stava provando quella piccola e sofferente creatura indifesa

Ad un tratto tutto cesso, nella stanza cera un silenzio assordante dove erano interrotti dal pianto e dai singhiozzi che facevano mozzare il fiato a jimin che si era messo in posizione fetale continuando a tremare come se avesse delle convulsioni

-tu brutto bastardo cosa hai fatto...Adesso io ti ammazzo-

Nella villa dei ragazzi vi erano davanti alla spalancata porta, Luhan e Sehun, il secondo era dietro al primo che teneva la testa abbassata con lo sguardo rivolto alle sue scarpe che le trovo più interessanti che confrontarsi con gli altri e trovarsi faccia a faccia con i suoi sbagli

-Sehun parla dai o se no me né torno in Cina sta a te la scelta, io non starò con una persona che non fronteggia le avversità a testa alta, non capendo dove ha sbagliato e chiede scusa per i suoi errori- disse Luhan incrociando le braccia al petto aspettando che il suo sehun parlasse

-NO-urlò- parlo, parlo basta che non mi lasci di nuovo solo...ho ben capito i miei errori- sussurò poi con un espressione triste che fece intenerire Luhan che gli prese la mano per incoraggiarlo

-che voi da noi sehun, vuoi malmenare qualcun'altro mmh- disse jin, ancora non aveva digerito cosa ebbe fatto a namjoon

-jinnie lascia che parli non abbiamo nulla da perdere- sussurò namjoon al suo orecchio

-volevo solo scusarmi anche se sò che non basterà per quello che vi ho fatto passare ma spero che un giorno lo possiate fare, sò che sarà difficile farlo ma io ci spero, ero così geloso di voi che vi vedevo così felici con le persone a voi amate e io avevo perso tutto davanti ai mie occhi senza che potessi far nulla per impedirlo, per me risultò più facile prendermela con voi sapendo i vostri punti deboli, come ad esempio tu namjoon che per proteggere gli altri hai dovuto far male alla persona che più amavi e non sò come scusarmi sò che non ci sono scuse che reggono per il mio comportamento, prima mi sentivo bene a far passare sofferenze agli altri perché alleviava la mia di sofferenza e sapevo perfettamente che era sbagliato ma volevo star meglio ad ogni costo che ho coinvolto anche il mio migliore amico sulla strada sbagliata...ma adesso sono qui per aiutarvi, ieri notte stavo passeggiando nella via dove prima abitava jimin per riflettere alle parole ebbe detto da Luhan per convincermi a venire da voi, ho visto le luci acesse della vecchia casa jimin, mi sono avvicinato alla porta per origliare ed ho sentito degli urli ma non ho capito se erano di piacere o meno, mi sono detto che forse l'avessero venduta o che ne sò io- disse Sehun  tutto d'un fiato scandendo ogni parola

-prima cosa, come facevate a sapere che ci siamo trasferiti in questa villa e seconda cosa è impossibile che la casa sia stata venduta, ho usato il cognome della mia famiglia per non farla toccare a nessuno...per una volta i miei genitori sono serviti a qualcosa di utile- disse yoongi con voce bassa e con tono freddo si oserebbe dire glaciale con manco un filo di emozione sulla sua voce ed uscì di casa correndo nella derizione di quella maledetta casa che tormentava jimin nel suo sonno
 

-unica parola, figlio del preside. sà quasi tutto di tutti...Adesso andiamo non vorremmo lasciare da solo yoongi o se no finisce in galera per omicidio- disse Luhan

Gli altri annuirono in silenzio e corsero più veloce che potevano per raggiungere yoongi e la casa di jimin sperando che tutto finisse per il meglio senza nessun intoppi o morti sul loro percorso 

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Ciao a tutti
Spero vi possa piacere il capitolo commentate se vi fa piacere io sarei più che contenta a leggere i vostri commenti
Mi scuso come sempre se ci sono errori se ce ne sono di dirmelo che correggerò...
Grazie per tutto.




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