Aria di casa

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Leila
Siamo davanti la porta della umile dimora di Ermal. Con la valigia in una mano e nell'altra il trasportino con al suo interno Vento.
Non potevo di certo lasciarlo a Roma da solo, e così Ermal mi ha dato la possibilità di portarlo giù con noi.

L'ansia è in circolo in tutto il mio corpo, ho una paura tremenda di non piacere alla sua famiglia...
Lo scatto della porta che si apre mi riporta alla realtà e il "Siamo a casa, nënë!" da parte di Ermal, induce anche a me ad introdurmi all'interno dell'edificio.
Ermal mi fa cenno di posare ciò che ho in mano vicino alla porta d'ingresso mentre si occupa di chiuderla. Dopo aver fatto come mi ha detto, per la gioia di Vento apro il trasportino per poi prenderlo tra le braccia per evitare che faccia danni. L'uomo di fianco a me non perde tempo a rivolgergli le proprie attenzioni, mentre io comincio a osservare lo spazio intorno a me.
L'aria natalizia si respira a pieni polmoni, davanti mi si presenta un accogliente salotto dai colori che racchiudono le varie sfumature della gamma del marrone; dal beige del divano al marrone quasi nero della libreria in ebano, che occupa quasi completamente la parete che mi trovo di fronte, posizionata vicino ad una grande vetrata e all'estremo opposto si apre una porta che condurrà al resto della casa. Altri mobili adornati da decorazioni natalizie, abbelliscono a loro volta.
Una voce femminile, soave, mi desta da un altro mio attimo sospeso.
Ecco che fa il suo ingresso nella sala da pranzo la mamma di Ermal, una bellissima donna a parer mio, e ciò mi fa capire da chi possa aver preso il figlio. Il caloroso abbraccio tra i due fa nascere un sorriso sul mio volto.
Dopo ciò l'attenzione ricade su di me, provocando inevitabilmente del rossore sulle mie guance. Con tutta la mia timidezza allungo la mano verso la signora di fronte a me, ma lei con mia grande sorpresa avvolge me e Vento in un caloroso abbraccio.

Sono così felice di avervi qui!!! Sei ancora più bella di come mio figlio ti ha descritta!

Dopo queste parole si stacca da me e fa due coccole al cucciolo, io nel frattempo mi volto verso Ermal che mi guarda con un'imbarazzo mai visto prima su di lui.
Mi sa che sua madre ha parlato troppo ahahahah!

Signora anche io sono davvero felice di essere qui, suo figlio mi ha fatto una bellissima sorpresa portandomi con lui!

Sono davvero contenta ma ti prego non chiamarmi signora, in fondo non sono tanto vecchia... Il mio nome è Mira quindi chiamami così!
Tu invece dovresti essere Leila 😊

Faccio un cenno di si con la testa e lei mi sorride di rimando, pensavo peggio ma come inizio già mi piace...

Sono nella camera di Ermal, mi ha fatto spazio nel suo armadio e mi ha lasciato un cassetto vuoto così disfare tranquillamente la valigia; ora lui è nel seminterrato per preparare il suo letto, mi ha concesso anche la sua camera anche se io ho insistito fino allo sfinimento per dormire dove da questa sera dovrebbe dormire lui. Ma niente da fare ha vinto lui e quindi non posso ribattere. È quasi ora di cena quindi decido di scendere e dare una mano a Mira.

La cena è andata per il meglio, ho avuto modo di conoscere anche il fratello Rinald e la sorella Sabina, la quale ha qualche anno più di me ma già siamo in sintonia, sento di volerle un mondo di bene.
Mi sto mettendo il pigiama, dopo essermi fatta una doccia rilassante nel bagno che sta nella camera di Ermal.
Ad un tratto, la porta che avevo lasciato semiaperta per far uscire il vapore si spalanca e fa il suo ingresso il riccio.
Un gridolino da parte mia lo fa immediatamente tornare sui suoi passi, dato che non si era accorto che io mi devo ancora mettere la maglietta del pigiama. In fretta e furia, con in sottofondo le sue risate, e con la vergogna che si impossessa di me finisco di vestirmi e senza neanche guardarlo negli occhi mi vado ad infilare sotto le coperte.
Passano pochi attimi e mi ritrovo intrappolata tra lui e la parete a cui il letto è appoggiato, ma non ho intenzione di voltarmi verso di lui. Il pensiero che mi abbia visto in reggiseno mi fa automaticamente diventare paonazza e non posso reggere il suo sguardo. Lui non dice nulla ma al contrario mi stringe più al suo petto e comincia a disegnare cerchi immaginari sulla mia pancia.

Sotto il suo tocco e il suo caldo respiro che si infrange sulla pelle del mio collo, ancora una volta mi abbandono dolcemente alle braccia di Morfeo...

Sotto il suo tocco e il suo caldo respiro che si infrange sulla pelle del mio collo, ancora una volta mi abbandono dolcemente alle braccia di Morfeo

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L'altra metà ⚜Ermal Meta ⚜Where stories live. Discover now