Alla fine tutto si aggiusta

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Se ne andò. Lui non la fermò e lei non tornò indietro.

Ermal
L'ho persa ecco cosa è realmente successo, chi voglio illudere... una delle poche persone con cui riesco ad essere me stesso l'ho fatta andare via.
Sono sempre il solito, l'ho delusa e questo non dovevo permettermi di farlo, le avevo dato la mia parola.

È vero, l'ho delusa, ma per me è troppo importante. Leila non può andarsene via dalla mia vita così, non lo posso permettere...

CORRO, CORRO a più non posso... direzione il suo appartamento con la speranza di poter andare a riprendermi la mia migliore amica.

Per fortuna casa sua è vicina al parco, sono appena arrivato e ho suonato al citofono ma nessuno mi ha aperto. O sa che sono io e quindi fa finta di nulla, o ancora non è arrivata anche se è corsa via molto prima di me.

Spero vivamente che la mia seconda ipotesi sia quella giusta, non immagino il mio futuro senza lei, pensare di tornare a trascorrere le mie giornate come se lei non esistesse, come quando ancora non ci conoscevamo. Fosse l'ultima cosa che faccio, devo tornare in Puglia con la certezza di non averla persa.

Attendo sul pianerottolo, seduto sugli scalini con le mani nei capelli, ha cominciato ad alzarsi anche un po' di vento, inizia a fare freddo...

Vento fermatiiii!!! Dove stai andando!

È lei, è la sua voce e in un attimo mi ritrovo Vento intorno che abbaia.
Lo prendo in braccio e incominciano le feste da parte sua, mi era mancato come la sua padrona. Lei sicuramente molto di più...
Alzo lo sguardo ed eccola a pochi passi da me, sconvolta, con il fiatone e il naso e le guance tinte di rosso dovute sicuramente per il freddo, ma anche, credo, per la breve corsa per raggiungere al più presto il suo cane, ma comunque sempre bellissima.

Piena di buste della spesa, la chitarra di prima e la sua ingombrante borsa, mi guarda incredula tremante.
Lascia le buste a terra, i sui occhi si innondano di lacrime, sta per cedere ma in poco tempo stringe i pugni per ricacciarle indietro, chiude gli occhi, e comincia a scuotere la testa come per cacciare via un brutto pensiero, spera che sia solo un incubo distante, che io sia solo frutto della sua immaginazione.
Fa finta di essere dura e forte senza lacrime, riprende in mano la situazione e comincia a cercare le chiavi nella borsa, finge ma orami posso dire di conoscerla bene, so che è fragile e lei è a conoscenza del mio sapere.
Non lo ammette ma capisco che le dà fastidio farsi vedere così vacillante di fronte a me, ma ormai non me ne faccio un problema anzi la preferisco così senza maschere, genuina e trasparente perché almeno sono in grado di aiutarla.

Prende la spesa e continua a guardarmi, spera che me ne vada, ma io non ho alcuna intenzione di farlo.

Vattene Ermal, per il bene di tutti fallo!

Non ho intenzione di lasciarti, tengo davvero a te e finché non mi perdonerai non me ne andrò!

Mi avvicino a lei con ancora Vento tra le braccia...

Lascia che ti aiuti a portare qualcosa su, non ce la puoi fare da sola!

Lascia le buste davanti al portone e comincia a salire, e capisco che forse c'è la speranza di poter risistemare le cose. Un lieve sorriso mi spunta sulle labbra e così insieme a Vento la seguo.

Dopo aver chiuso la porta d'ingresso mi ritrovo in cucina a posare ciò che avevo in mano. Come se fossi a casa mia lascio lo zaino e il mio cappotto sul divano.

Senza parlarci ci ritroviamo a sistemare i vari alimenti nei mobili della cucina.
Mentre mi occupo di sistemare le cose nel frigo, un tonfo mi fa sobbalzare, mi giro e mi ritrovo Leila con il sedere per terra.
Trattengo una risata e poi mi avvicino per aiutarla, ma in uno scatto è di nuovo in piedi facendo finta che non sia successo nulla. In realtà ho notato la sua espressione sofferente mentre si stava rialzando. Non so come abbia fatto ma credo che la caduta dalla sedia le ha causato qualche danno.

Senti non è che potresti mettere questi pacchi di croccantini nel ripiano più alto, mi rendo conto di non arrivarci!

Cerca di essere il più fredda possibile nei miei confronti ma, si vede lontano un miglio che questo atteggiamento verso me non le appartiene.

La aiuto e riposiziono la sedia al suo posto, tenta di superarmi ma ad un tratto perde l'equilibrio e mi ritrovo a sorreggerla per non farla cadere una seconda volta, senza che mi dica nulla la prendo in braccio e la porto con me nella sua camera.

Ermal mi fa malissimo la caviglia!

A denti stretti, per il dolore, mi sussurra queste parole. La guardo e una lacrima abbandona i suoi occhi...
Mi avvicino, ci guardiamo per un secondo, poi contemporaneamente avvicino le mie labbra alla sua guancia destra per lasciarci un bacio e la mia mano destra per asciugarle la lacrima solitaria che ha bagnato l'altra guancia.

Ora mi prenderò io cura di te!

Mi ritrovo a occuparmi della sua caviglia, e una volta finito con la fasciatura, essermi assicurato che abbia preso l'anti dolorifico e averla fatta mettere sotto le coperte, mi copro anche io stendendomi al suo fianco.

Comincio a parlare, con l'obbiettivo di farmi perdonare, non siamo faccia a faccia ma entrambi volgiamo lo sguardo al soffitto.

Sono arrivato al punto che non so più cosa inventarmi per convincerla, quando sento il calore del suo corpo vicino al mio, con delicatezza si appoggia al mio petto e mi abbraccia.
La osservo, le palpebre dei suoi occhi sono chiusi, si è addormentata...
Non me lo ha detto ma con questo suo gesto ho la conferma...

MI HA PERDONATO!

Con l'animo in pace, senza aver cenato, mi addormento insieme a lei.

L'altra metà ⚜Ermal Meta ⚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora