𝟏𝟕. 𝐋𝐨𝐮𝐢𝐬 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨

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Quel pomeriggio avevo deciso di uscire a fare una passeggiata, visto che ormai le pareti di casa mia mi stavano opprimendo

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Quel pomeriggio avevo deciso di uscire a fare una passeggiata, visto che ormai le pareti di casa mia mi stavano opprimendo.

La neve cadeva e ricopriva tutto il paesaggio circostante. È incredibile come questa sostanza bianca riesca a nascondere tutta la sporcizia e la tristezza e renda i luoghi più tetri così puliti, li fa sembrare posti angelici. è come un battesimo dal cielo che arriva a purificare ogni cosa e ogni persona, a togliere i peccati dell'umanità. Il bianco candido che scaccia tutto il nero procurato dallo smog, l'errore dell'uomo.

Rendeva tutto così bello eppure il peccato era lì, ben nascosto sotto migliori spoglie. Per quanto ne sapevo la gran parte delle volte era così, gli assassini più spietati sono sempre i meno sospettabili. Chi va a sospettare dell'angelica sorella quando la vittima ha un fidanzato motociclista? Magari il motociclista che spaventa tutti ha in realtà un animo dolce e sensibile.

Louis era come quel ragazzo, si mostrava duro e scontroso per allontanare tutti da lui, quando invece era solo una maschera per non mostrare le sue paure e le sue debolezze.

Louis... chissà come stava.

Era passata una settimana da quando Josh mi aveva chiamato e Nick aveva risposto al mio posto. L'avevo richiamato il giorno seguente e dopo un po' di banali chiacchiere su come se la passasse, mi disse il vero motivo della chiamata, ossia Louis. Un po' l'avevo sospettato, visto che Nick l'aveva menzionato facendomi prendere un infarto.

Josh era preoccupato per lui, da quando era partito non rispondeva alle sue chiamate e ai suoi messaggi. Mi raccontò che una volta aveva anche chiamato a casa sua e aveva risposto sua mamma, la quale gli disse che sì, Louis era a casa, e questo in parte l'aveva sollevato, ma che non usciva mai dalla sua camera. Ciò era insolito perché normalmente per evitare la sua famiglia Louis trascorreva tutto il tempo fuori casa, non al suo interno. Poi Josh aggiunse che in ogni caso di solito passava quasi interamente le vacanze a lamentarsi al telefono con lui, mentre adesso non rispondeva neanche ai suoi messaggi. Mi disse che sospettava ce l'avesse con lui per il fatto che l'aveva un po' trascurato per stare con Niall e mi chiese se quindi ci potevo parlare io, visto che avevamo legato molto.

Io, in imbarazzo, non sapendo bene cosa inventarmi gli dissi che non avevo il suo numero di telefono, che poi era vero.

Lui non me l'aveva mai dato e io non avevo mai avuto il coraggio di chiederglielo. Non che mi servisse a molto comunque, lo vedevo sempre ed era in camera con me.

La mia scusa però non resse a lungo, visto che Josh si offrì gentilmente di darmelo.

Era passata una settimana ed io non l'avevo ancora utilizzato. Non sapevo bene cosa dirgli, come iniziare un discorso, ma oggi era il 24 dicembre, la vigilia di Natale o forse meglio dire il compleanno di Louis. Quale scusa migliore se non quella di chiamarlo per fargli gli auguri?

Mi sedetti su una panchina con il cellulare in mano, indeciso sul da farsi. Continuavo a fissare lo schermo, poi presi un respiro profondo e premetti quel 'chiama' sotto il contatto "Louis <3"

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