27. Non ci avranno

1K 129 114
                                    

Il mostro che vive in Bevin prende il sopravvento in un attimo.

Non so che cosa sia. Non so quanta parte del giovane re appartenga a questa cosa. Non so niente e la paura che mi mette addosso è primitiva, assoluta.

Bevin emette un ruggito basso. La sua magia sfolgora in scintille incandescenti attorno a lui. Attorno a noi.

Incamero l'aria in boccate faticose. Anche attraverso il dolore accecante della ferita, vedo lo spettacolo del suo potere in azione. Le fiamme divampano fragorose, le mura tremano e crollano. Uomini e donne vengono travolti dalle pietre, divorati dall'incendio.

E noi nel cuore di tutto.

Siamo stelle infuocate cadute al centro dell'arena di Arno Farkas.

Le grida delle vittime sono assordanti. Un minuto fa erano i nostri carnefici, pronti a trascorrere una serata divertente scoprendo come saremmo morti. Ora sono solo carne da macello, offerte sacrificali pretese da un dio furioso.

Connor è stato il primo a cadere, altri lo hanno seguito. Ho perso di vista Farkas tempo fa.

L'odore della morte mi prende alle narici. Sa di cenere e sangue, ed è così familiare che mi viene da vomitare.

Porto una mano alla bocca.

"Basta" supplico, sporgendomi nella polvere verso Bevin. La bruciatura sulla schiena mi fa girare la testa e per poco non perdo i sensi.

Il re è sordo alla mia voce, cieco al disastro. Chiude una mano a pugno e un'altra porzione di mura si disintegra. Una grossa scheggia sibila vicinissimo ai boccoli bruni di Mairead.

"Basta!" ripeto, con più vigore. "Rischi di travolgere anche i tuoi uomini."

Sotto gli ordini di Cormac, lo schieramento di guardie in uniforme indietreggia in cerca di un riparo. Lo sanno, che questa è una punizione che non fa distinzioni. Il fuoco brucia nella sabbia anche per loro.

"State indietro!" ruggisce il principe. "Che nessuno si avvicini, per la Dea!"

L'unico che disobbedisce e muove un passo avanti è Alec.

La sua figura si addentra nel labirinto di fiamme che ci circonda e mi appare sfuocata attraverso l'aria tremante per il calore. Credo che si stia sforzando di controllare Bevin con i suoi poteri.

Il re emette un verso simile al mugghiare del mare.

Una parte di me, più importante di quanto vorrei, riconosce la bellezza di tutto questo. C'è l'ebbrezza e l'assoluto, c'è una libertà infinita nel potere che Bevin scatena privo di ogni vincolo. Nessun controllo, nessun freno. La notte di Ys brucia attorno a noi, brucia per noi.

"Bev! Calmati, ragazzo." Alec si è avvicinato più di quanto possa essere considerato ragionevole. È a pochi metri da noi, il viso sfregiato coperto di sudore.

La terra trema.

"Sei arrabbiato." Il telepate parla con voce forte e calma. "Hai ragione. Quello che stavano facendo qui è orribile. Ma ora va tutto bene. Siamo arrivati noi."

Una porzione di mura dell'arena si accartoccia su se stessa con un gran fragore.

Alec continua: "Scusa se ci abbiamo messo tanto. Se ci ho messo tanto. Hanno cercato di depistarci. Ma poi ho visto la verità tra i pensieri di uno dei caporali che si erano venduti a Farkas. Siamo arrivati prima che abbiamo potuto."

"Alec, maledetto testone, vai via da lì!" si sgola Cormac.

"Ti sento anche se non urli" brontola il telepate. "Continua pure a insultarmi in silenzio."

DescentWhere stories live. Discover now