"Grecia e luna."

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Erano le dieci del mattino e Bucky, la sera prima, mi aveva concesso la giornata libera dagli allenamenti.
Aveva passato la notte nella mia stanza, seduto sulla poltrona accanto al letto, per assicurarsi che riuscissi a prendere sonno.
La scena del mio abbandono si ripeteva in continuazione nella mia mente, come un disco rotto, e la sua presenza mi faceva bene. Riusciva a distogliermi dai miei ricordi e dalle mie ansie. Inoltre avevo la costante sensazione di essere osservata e di sentire strane voci che mi parlavano, ma ero abbastanza sicura che fosse solo il frutto della mia immaginazione.

Era una bella giornata a New York!
Natasha mi aveva convinta a fare una passeggiata per le strade insieme a lei e a Klaus, così ne avrebbe approfittato per comprarsi qualche capo d'abbigliamento. Avevo bisogno di staccare la spina e di respirare aria fresca, così accettai.
Per le strade molti giovani riconoscevano Nat, per il suo ruolo di Vedova Nera, "Oggi sono solo Natasha" mi disse mentre sorseggiava il suo caffè d'asporto preso da Starbucks.
Mi sentivo strana quella mattina.. Avevo la costante sensazione di avere qualcuno alle spalle, tanto da guardarmi sempre dietro. Le strade newyorkesi erano sempre affollate e ormai ero abituata a questo, ma era diverso. Ero sicura di avere due occhi puntati addosso.

Dopo la mia ennesima crisi, sia Steve che Natasha avevano rimandato la partenza per la missione, con il consenso di Fury. Volevano assicurarsi che stessi bene, aveva detto lei. Sarebbero partiti quella stessa sera per la destinazione, a me, misteriosa.
"Fury mi ha detto che è molto stupito dai tuoi miglioramenti" mi confessò Nat, mentre maneggiava un vestito nero stretto e scollato tra le mani.
"Ti ha detto altro?" domandai e lei sapeva a cosa mi riferivo... "Nora, ti ho già detto che il tuo fascicolo che ha lo S.H.I.E.L.D. non cambierà la situazione!" rispose lei, un po' scocciata. Non era la prima volta che provavo a estorcerle delle informazioni e che lei negava le mie teorie. "E non usare più le mie tecniche!" scherzò cercando di alleggerire la tensione.
Notai al mio fianco Klaus in posizione di difesa, come era solito fare quando sentiva qualcosa o qualcuno di pericoloso nei dintorni.
Natasha continuava a esaminare lo scaffale di vestiti davanti a noi, io mi guardai più e più volte intorno. Non riuscivo a liberarmi di quella sensazione.
C'era troppa gente intorno a noi e forse stavo solo impazzendo. Forse era frutto della mia immaginazione. Ma io lo percepivo. Qualcuno mi stava seguendo.
Klaus iniziò ad abbaiare e la mia mente iniziava a dare i suoi segnali. Stavo per ricordare qualcosa.
Iniziai a sudare e l'aria veniva a mancare nei miei polmoni.
"Nora!" mi chiamò Natasha ma io non riuscivo a non controllarmi. Mi sentivo come una bomba pronta per esplodere!
"Nora, respira!" si mise di fronte a me con le mani sulle spalle "Qualcuno ci stava seguendo!" balbettai e alzai lo sguardo al cielo, cercando letteralmente dell'ossigeno. Stavo avendo un'attacco d'ansia.
"Non respiro Natasha!" urlai attirando l'attenzione delle persone nel negozio, "Nora stai respirando, devi solo calmarti. Non ci sta seguendo nessuno!" rispose lei. "Non ci riesco Nat, non riesco a respirare!" continuai io accasciandomi sul pavimento e Klaus iniziò a leccarmi il viso pallido e freddo, ma non appena toccai il suolo freddo nella mia mente si iniziò a formare il ricordo.

Ero chiusa nella biblioteca della scuola a studiare la mitologia greca.
Avevo la certezza che i miei genitori mi stessero nascondendo un segreto molto grande riguardo alle nostre origini, e dal nulla mi trovai a pensare alla Grecia.
Sentivo di conoscere molte leggende greche, come se qualcuno me le avesse già raccontate in passato.
Mentre sfogliavo le pagine di un libro di storia, una donna molto giovane e bella si sedette di fronte a me.
"Non sei pronta. Non farti domande alla quale non riceverai risposta" disse e poi sparì nel vero senso della parola. Non si era alzata e diretta verso l'uscita, semplicemente era scomparsa davanti ai miei occhi senza il minimo movimento.
Le mie tempie iniziarono a pulsare fortemente e gli occhi si appesantirono, e mi addormentai sui libri posati davanti a me. Dimenticando tutto, a partire dalle mie ricerche sulla Grecia fino all'incontro strano della donna.

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