"Scelte e certezze."

1K 35 5
                                    

Era il giorno di Natale ed io ero così felice.
Ero spensierata e contenta. Mi sentivo completa.
Tony guidava tranquillo la sua Audi R8 mentre io stavo al suo fianco a guardare la strada, e alle mie spalle Klaus dormiva beato. Dietro di noi c'era la macchina di Natasha con Bruce e Thor, mentre sulla moto che tentava di superarci ogni tanto c'erano Steve e Bucky.

"Ti tratta bene braccio meccanico?" domandò Tony ed io lo guardai con un'espressione corrucciata. "Tony non chiamarlo così! E si, mi tratta bene." risposi dopo avergli tirato un piccolo, ed innocente, pugno sulla spalla facendolo sorridere "Ero solo curioso e poi, mi preoccupo per te ragazzina" rispose tenendo lo sguardo sulla strada. Non pensavo fosse così premuroso. Forse l'ho sottovalutato troppo.
"Non mi farebbe mai del male" dissi guardando dallo specchietto i due amici correre sulla moto.
"Lo spero per lui" rispose e così si beccò il secondo pugno sul braccio, leggermente più forte e scoppiammo a ridere.

"Lo spero per lui" rispose e così si beccò il secondo pugno sul braccio, leggermente più forte e scoppiammo a ridere

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Avremmo passato le feste nella villa di Tony a Malibu. Ero estasiata al pensiero, ma la spensieratezza e la gioia vennero spazzate via quando a pochi kilometri di distanza dall'auto, un uomo cadde dal cielo pronto ad attaccarci. Tirai un urlo dalla paura facendo spaventare Tony, che frenò bruscamente la macchina.
"Che succede Nora?" domandò preoccupato e Steve accostò affianco a noi, anche lui e Bucky particolarmente preoccupati.
Non era reale quello che avevo visto, perché non c'era nessun uomo davanti a noi.
Come era possibile?
"Scusate non so cosa mia sia preso" risposi tenendomi la testa con le mani cercando di capire cosa fosse vero e cosa fosse frutto della mia immaginazione.
Dopo aver convinto Tony, che avevo solo bisogno di riposare, ripartimmo verso la villa mentre io continuavo a vedere quell'uomo ovunque.

Ero seduta sulla sedia a sdraio del grande balcone della villa. Ammiravo il sole che tramontava, lasciando spazio alla luna pronta ad illuminarci la notte.
Avevo riconosciuto quell'uomo solo dopo essermi causata una forte emicrania, a causa della botta presa in macchina e per i troppi pensieri. Era Loki. Non potevo dirlo a nessuno perché sapevo che c'era un motivo, se voleva farsi vedere solo da me, e volevo scoprirlo da sola.
"Stai bene?" domandò Bucky sedendosi composto al mio fianco. "Credo di si" risposi guardandolo dritto negli occhi, facendo scatenare in me tante emozioni.
Lui annuì e per un momento, ebbi la sensazione che voleva dirmi qualcosa.
"Sono nato nel 1925 a Shelbyville. Quando mia madre morì dovetti seguire mio padre nelle basi militari e così mi innamorai della vita militare. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale presi parte alle missioni sul campo affiancando Steve." iniziò a raccontarsi a me. Lo guardai stranita per l'anno che aveva accennato, non essendo possibile scientificamente ma decisi di non interromperlo e di lasciarlo parlare.
"Ricordo a malapena il dolore della mia caduta dal treno. Ero dato per morto ma l'Hydra mi trovò e mi trasformò in un mostro con lo stesso siero che avevano iniettato a Steve. A differenza sua però, io ero diventato un assassino..." e si fermò, forse perché era troppo per lui o perché ancora non riusciva a fidarsi di me.
Cercai il suo sguardo, che seguiva il movimento delle nuvole rosa illuminate dal sole rosso, e appoggiai la mia mano sulla sua calda. "Abbiamo più o meno la stessa età" risposi cercando di annullare l'imbarazzo e fortunatamente mi sorrise.
Cercò le parole ma lo fermai stringendo le mie dita nelle sue, e questo sembrò confonderlo "Non sei obbligato a dirmi tutto adesso Bucky... Tempo al tempo" dissi.

Magnetic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora