"Fuoco e divieti."

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Seduta di fronte al camino acceso, a riscaldarmi per la tremenda pioggia di quella sera, guardai le fiamme danzare tra loro. Quel fuoco che non c'era più dentro me, dentro il mio cuore. Non è stato facile spegnere il mio cuore e i miei sentimenti.
Durante la notte capitava di trattenere il respiro tra un attacco di panico e l'altro. A piangere a dirotto tra un attacco d'amore e l'altro. A nascondere le occhiaie e gli occhi gonfi per evitare conversazioni inutili e dolorose con Tony o con Pepper.
A chiudere gli occhi per immaginare di sprofondare nei suoi.
Quel dolore che mi prendeva ogni sera e che mi portava giù, rinchiusa nella mia casetta rustica affianco a quella di mio fratello. Avevo le forze solo per rendere felice Morgan, ma non per rendere felice me.
Volevo che quel dolore finisse ma bastava guardarmi allo specchio, per trovare lui in qualcosa di mio.

La verità era che lui non c'era e che, in un modo o nell'altro, si era portato via una parte di me

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La verità era che lui non c'era e che, in un modo o nell'altro, si era portato via una parte di me. Una vita a metà.

Il sole splendeva ed illuminava il mio volto mentre l'aria mi pungeva delicatamente. Il vento era cambiato.
Un rumore meccanico mi fece voltare e vicino alle nostre case, c'era una macchina. Mi incamminai verso di loro e anche Tony, con Morgan in braccio, era presente ma prima portò dentro la bambina e poco dopo ritornò fuori con uno dei suoi soliti miscugli proteici.
Ascoltai la loro conversazione in silenzio, sotto gli occhi della rossa, basata sul viaggio nel tempo per tornare nel passato a recuperare le gemme. Utilizzando la fisica quantistica. "Tony, dobbiamo prendere una posizione" disse lei col volto preoccupato, vedendo mio fratello disinteressato, "L'avevamo presa... eppure eccoci qui" rispose distaccato lui. "Lo so che hai molto da perdere. Hai una moglie, una figlia ma io ho perso una persona importante per me... come tanti altri. E ora, ora abbiamo l'occasione di riportarla qui, di riportare tutti indietro e tu mi dici che non vuoi nemmeno..." si agitò Scott, ecco il suo nome, ma mio fratello non lo fece continuare "Si Scott. Non voglio nemmeno... non posso..." finì e Morgan piombò in veranda.
Io sentivo le lacrime fuoriuscire senza sosta, nel mio silenzio tombale, mentre guardavo mia nipote salire sulle braccia di suo padre. "La mamma mi ha detto di venire a salvarti". Non potevo più assistere, così me ne tornai sul ruscello, senza fiatare e senza salutare.

Quella sera a tavola con la mia famiglia, non emisi un suono. A fatica riuscivo a mangiare. C'era una possibilità di salvare tutti quanti ma Tony, giustamente, aveva paura di perdere ciò che amava di più. La mia stessa paura. Ogni cosa ha un suo prezzo e noi avevamo il terrore di sapere quale fosse.
Ancora prima che loro finissero, chiesi scusa e me ne tornai nella mia abitazione.
Klaus rosicchiava il suo osso mentre io ammiravo la mia divisa. Il primo regalo di mio fratello. Il mio simbolo negli Avengers. Inevitabilmente sorrisi ai ricordi di quel periodo ma faceva male. Tanto male.
"Cosa devo fare?" dissi ad alta voce attirando l'attenzione del lupo, che lasciò il suo gioco e venne a sedersi al mio fianco sul letto.
Passai diversi minuti, forse ore, a guardare il vuoto senza rendermene conto, mentre accarezzavo la testa di Klaus sulle mie gambe.
Il telefono iniziò a squillare e aggrottai la fronte nel leggere il nome di Tony sullo schermo.
"Hai bisogno?" risposi schietta "Prepara la valigia" rispose lui e attaccò. Che cosa!? Lo richiamai e sperai che non fosse ubriaco o altro. "Mi spieghi che diavolo ti prende?" dissi urtata dal suo atteggiamento vago "Sono stato chiaro ragazzina. Prepara la valigia. C'è altro?" rispose e ovviamente mi urtai sempre di più. "Oh andiamo Tony, perché mai dovrei fare la valigia a quest'ora?" chiesi mettendomi di fronte alla lastra di vetro che proteggeva la mia uniforme.
"Devo restituire un'oggetto prezioso ad un mio vecchio... amico... e voglio che tu venga con me" rispose ma non mi bastava. "Tony, ti chiedo per favore... sono stanca e oggi è stata una giornata snervante e difficile da sopportare. Dove vuoi andare e chi devi incontrare?" dissi cercando di tenere un tono meno incazzato.
Passarono dei secondi nel silenzio tombale ed io sbuffai, stanca dei suoi modi, e chiusi la telefonata.
Guardai la mia vecchia tuta chiusa nella teca della mia stanza e sospirai.
Dovevo cambiare, iniziando da quella.
Schioccando le dita ed immaginando la peggior fine per quel pezzo di metallo speciale, gli feci prendere fuoco fino a diventare cenere.
"Questo non è carino" disse Tony sull'uscio della porta di camera mia, indicando il suo vecchio regalo. Mi aveva spaventato e quello era troppo. Stava abusando della mia pazienza.
"Dovrò fartene un'altra suppongo... ti servirà" disse dopo aver tirato su col naso. Non riuscivo proprio a capire quali fossero le sue intenzioni.
"Dillo o ti giuro che farai la sua stessa fine" lo minacciai indicando quello che restava della divisa.

Magnetic.Where stories live. Discover now