4.

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Continuo a camminare con le mani in tasca, guardandomi attorno e osservando tutte le persone che passano. Dopo un po', ripunto lo sguardo davanti a me, rimanendo in silenzio.

Arriviamo davanti casa mia e, senza neanche tante parlantine ed ignorandolo completamente, mi avvio dentro casa titubante.

Vedo Jimin continuare verso l’entrata di casa sua, ma io mi fermo sedendomi su una delle panchine poco distanti. Mi accendo una sigaretta rilassardomi.

Non ho voglia di tornare così presto a casa.

Penso cominciando a fumare la mia sigaretta.

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Entro in casa e la prima cosa che sento, subito dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, è mio padre che mi chiama dalla cucina.

"A-Arrivo..."

Gli dico poggiando il giubbotto all'appendiabiti. Poi vado in cucina.

"Jimin cos'è questo?!"

Mi mostra il cellulare con il voto di inglese in rosso del registro.

"I-Io... m-mi dispiace...."

"Ti dispiace? Ti dispiace?! Jimin tu non puoi permetterti di prendere voti del genere?"

"Cosa penserebbe tua madre in questo momento, eh?!"

È morta l'anno scorso...

"H-Ho detto che mi dispiace"

Abbasso lo sguardo.

"Sei sempre il solito buono a nulla! Non sei capace di far niente!"

Scoppio.

"Oh, scusa davvero se non sono capace di essere come te papà!"

Gli ulro contro e lui si arrabbia ancora di più.

"Non osare mai più
rispondermi così!!"

"SENNÒ COSA?!"

Si avvicina velocemente e mi sferra uno schiaffo sulla guancia destra con il dorso della mano.

"Sei sempre stato una delusione Jimin..."

Sento gli occhi pizzicare, la guancia bruciare e l'unica cosa che riesco a fare è correre verso l'atrio, prendere il giubbotto cin il cellulare, le cuffie e le chiavi per poi uscire piangendo a dirotto.

Fear {Yoonmin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora