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Sento Hobi entrare dalla porta d’ingresso. Si avvicina a me e subito mi racconta tutto soffermandosi sulla descrizione di Jimin.

"Non ci posso credere..."

Dico abbassando lo sguardo.

"Mi manca tanto..."

Dico e subito le braccia di Hobi mi circondarono e parole confortanti uscono dalla sua bocca. Rimaniamo così per un bel po’, poi io mi stacco.

"Devo fare qualcosa..."

Rimango tutta la notte sveglio pensando a come fare.

Non posso andarmene ora...

Continuo a ripetermi.

Dopo ore e ore di meditazione, un’idea mi sembra la più semplice: la polizia.

| 2 settimane dopo |

La situazione non è affatto migliorata in questo periodo. Io continuo a perdere peso, a tagliarmi e mio padre continua a picchiarmi.

Sono in camera mia che fisso come sempre il vuoto del mio soffitto, pensando a come vorrei farla finita, ma che non posso perché voglio assolutamente rivedere Yoongi.

È tutto tranquillo, finché non sento
la porta venire sfondata e vedo
degli uomini che entrano per casa.
Mi sollevo a fatica e vedo che
sono delle forze dell'ordine
che stanno prelevando mio
padre.

Seguo i poliziotti fino a fuori casa, dove infondo, vicino alle auto di scorta, vedo un ragazzo dalla chioma verde. Mi cedono le gambe e cado a terra piangendo chiamando il suo nome.

Appena sento la voce di Jimin, mi giro verso quella direzione cominciando subito a correre verso di lui.
Appena lo raggiungo, mi accascio a terra abbracciandolo delicatamente per paura di romperlo.

"M-Mi sei mancato t-tantissimo..."

Dico cominciando a piangere.

Non dico nulla. Non ci riuscirei comunque per via del pianto e lo abbraccio forte a me.

Dopo svariati attimi in quella posizione, prendo tra le mani il suo volto e faccio scontrare le nostre labbra dopo tanto.

È un tocco così bisognoso che passiamo svariati minuti a far scontrare le nostre labbra e i nostri muscoli. Mi stacco guardandolo con le lacrime agli occhi.

"T-Ti amo..."

"T-Ti amo a-anch’io J-Jimin..."

Gli dico sorridendo, mentre le lacrime continuano a scendere.

Mio padre viene portato in caserma in attesa del suo processo al quale andrò a testimoniare fra alcuni giorni con Yoongi. Noi intanto siamo ritornati a casa e ci troviamo sul divano avvinghiati l'uno all'altro.

"Come hai fatto ad incastrarlo?"

"Beh... fuori scuola c’erano delle telecamere che hanno ripreso quando tuo padre ti ha aggredito, ma, visto che si vedeva male, per loro non era abbastanza... finché un giorno si e presentata la professoressa e ha confessato di aver sempre visto dei lividi nel tuo volto. Dopo questo, finalmente, hanno agito."

Gli dico guardandolo negli occhi.

Ssospiro. Finalmente un sospiro liberatorio.

"Non ci posso credere che hai rischiato così tanto per me... Grazie."

"Non riuscivo più a stare fermo senza far niente, perché ero consapevole di quello che stavi passando e non mi sarei mai perdonato se ora tu non ci fossi più."

"A proposito di questo..."

Mi metto in piedi di fronte a lui, gli prendo una mano, alzo la maglietta e poggio la sue mano sul fianco scoperto.

"Mi dispiace, ma mi mancavi così
tanto che ho riiniziato. Quando la polizia è arrivata a casa io avevo appena finito di tagliarmi ancora..."

Ti capisco perfettamente...

Lo guardo negli occhi.

"Mi prometti che non lo farai
mai più?"

"Tanto ora non ne ho più bisogno..."

Gli sorrido.

Gli sorrido anch’io facendo scontrare
di nuovo le nostre labbra, staccandomi poco dopo.

"Manca solo il processo ora..."

Sospiro guardandolo e
accarezzandogli la guancia.

"Lo imprigioneranno tranquillo."

Gli dico sorridendo di nuovo.

"Mi dispiace averti fatto
soffrire tanto..."

"Ormai è passato... ora sei qua. Non mi importa di tutto il resto."

Dico portando la mia mano sulla sua che è ancora appoggiata alla mia guancia.

Lo bacio lentamente dimostrando
tutto l'amore che ho per lui.

Fear {Yoonmin}Where stories live. Discover now