d o d i c i

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Te ne ricordi ancora?

Newt raggiunse Thomas in soggiorno, e lo trovò a passeggiare avanti e indietro per tutta la stanza, il telefono all'orecchio e lo sguardo basso, rivolto verso il parquet.

—Sì, salve, vorrei ordinare due cheeseburger double bacon con consegna a domicilio. Sì, l'indirizzo è Marple Street numero 250.—

Thomas gli sorrise leggermente, facendogli cenno con la testa verso il divano, mimandogli con le labbra di sedersi. Newt sentì scaldarsi il cuore a quel sorriso, ma decise comunque di rimanere in piedi, appoggiandosi allo stipite della porta, mentre Thomas staccava la chiamata.

—Ti ricordi che quando eravamo piccoli uno dei nostri più grandi sogni era proprio quello di andare al Mc Donald's per mangiare uno di quei cheeseburger che vedevamo nelle pubblicità?—iniziò Thomas, riponendo il cellulare nella tasca posteriore dei jeans e avvicinandosi all'armadietto per prendere bicchieri e posate. Newt si avvicinò, allontanandosi dalla porta e sedendosi a tavola, poggiando i gomiti su di esso.
—Te ne ricordi ancora?—chiese stupito Newt.
—Certo che sì, mi sottovaluti così tanto?—sorrise il moro, mostrando i denti bianchi e immacolati, giusto un istante prima che suonassero alla porta.

—Sono stati così veloci? Strano—mormorò Thomas, alzandosi per andare ad aprire, mentre Newt si scopriva infastidito di quell'interruzione, che sembrava aver spezzato quel periodo di straordinaria intimità che si era venuto a creare fra di loro in quelle ore. L'arrivo del fattorino li aveva trasportati bruscamente alla realtà, rovinando quella situazione quasi irreale e paradossale che li aveva coinvolti, portando Newt ad aprirsi come mai aveva fatto.
Ma non appena Thomas aprì la porta, una voce squillante e abbastanza familiare fece intuire a Newt che non si trattava affatto del fattorino.

—Amico! Ma dove sei stato? E' da un pomeriggio che ti chiamo!—
Minho irruppe nella stanza, bloccandosi sull'uscio non appena vide Newt, voltandosi di scatto verso Thomas, proruppendo in un'imprecazione a bassa voce che probabilmente sperava che non si fosse sentita.

—Non pensavo fossi occupato, Tom, altrimenti non sarei venuto fino a qui—si scusò l'asiatico, sembrando genuinamente dispiaciuto, mentre il moro lo abbracciava amichevolmente per tranquillizzarlo.
—Non disturbi affatto, Min. Scusami se ti ho fatto preoccupare, non ho proprio avuto tempo di guardare il cellulare.—

Il ragazzo dagli occhi a mandorla scoccò un'occhiata maliziosa all'amico, per poi avvicinarsi a Newt e dargli una pacca calorosa sulle spalle, facendolo curvare leggermente in avanti.
—Allora anche tu ti sei fatto conquistare dal nostro Thomas rubacuori?—scherzò, ridacchiando, e non accorgendosi dell'occhiataccia che Thomas gli aveva appena rifilato.
Rubacuori? Allora Thomas era uno di quelli a cui tutti correvano dietro?

Per un secondo, le certezze di Newt crollarono, e se una parte di lui, fino ad un secondo prima, desiderava di non aver sentito quel —Sono innamorato di te—, adesso sperava disperatamente che Thomas non l'avesse mai detto a nessun altro. E si ritrovò a sentirsi geloso di quelle quattro parole, che probabilmente, non erano così speciali come lui aveva iniziato a credere. Chissà a quanti altri lo aveva già detto. Il biondino non rispose, si limitò a mostrare un sorriso finto e forzato: le sue difese si erano alzate di nuovo, e stavolta, non sarebbe stato così facile buttarle giù una seconda volta.

Rainy Days|NewtmasWhere stories live. Discover now