q u a t t o r d i c i

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Quella mattina, in officina, Newt era più distratto del solito

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Quella mattina, in officina, Newt era più distratto del solito. E non lo era praticamente mai. All'ennesima chiave inglese lasciata cadere sul pavimento, e all'ennesimo colpo di testa contro il cofano di un'auto, Jorge ne ebbe abbastanza, e gli ordinò a denti stretti di andare a riposarsi, e magari anche a bere un bicchiere d'acqua per riprendersi un po'.

Non aveva chiuso occhio tutta la notte, aveva riletto quella lettera e pianto lacrime amare ogni volta. L'aveva quasi imparata a memoria ormai, ma ogni volta l'impatto sembrava essere maggiore. In un momento di tale fragilità, si era ritrovato a desiderare semplicemente di avere qualcuno da poter chiamare anche alle quattro di notte per parlare. Aveva bisogno di qualcuno che lo distraesse, e che impedisse ai suoi pensieri di vagare sempre su quelle parole. Altrimenti, e ne era sicuro, avrebbe raggiunto il suo limite, e una volta raggiunto, le conseguenze sarebbero state gravi. E ne era tremendamente spaventato.

Dopo il suo quarto bicchiere d'acqua, decise che era arrivato il momento di tornare a lavoro. Diede un'occhiata attraverso il vetro della porta dell'ufficio, e vide Gally che fissava un'auto piuttosto contrariato. Newt si strinse nelle spalle, e uscì dall'ufficio di Jorge, impaziente di rendersi utile. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenere la mente occupata e non avere l'ennesimo crollo emotivo.

—Che succede?—
Gally si voltò verso di lui, e lo scrutò per un attimo, sembrando sorpreso. Ma era difficile dirlo, vista la sua continua espressione statuaria e indecifrabile. Il suo sguardo ritornò sull'oggetto del suo interesse: l'auto.
—Ho provato di tutto: cambiato l'olio, controllato il motore...ma non vuole saperne di partire.—
In effetti era un'auto piuttosto vecchia: era un miracolo che andasse ancora. Probabilmente era arrivata la sua fine.
—Fa vedere.—fece Newt, mentre Gally si spostava per lasciargli un po' di spazio.

Il biondino armeggiò un po' con il motore, poi, con le mani unte di grasso, chiese a Gally di provare a metterla in moto, e funzionò.
—Come hai fatto?—borbottò Gally, forse contrariato che l'ultimo arrivato fosse riuscito a fare qualcosa nella quale lui ci aveva impiegato più di un'ora.
—Ho le mani magiche.—si strinse nelle spalle Newt, pulendosi le mani nel suo strofinaccio.

—Fino a due secondi fa sembravi il pive che Jorge aveva assunto qui prima di te. Continuava a far cadere cose, a romperne altre, e a causare più danni che a riparare auto. Ti sei ripreso tutto d'un tratto?—
—Oh, sì. Oggi sono solo un po' stanco. Stanotte non ho chiuso occhio.—borbottò in risposta lui.

Gally lo scrutò con un sopracciglio alzato: Newt odiava quando faceva così, sembrava che gli stesse facendo i raggi x, o che gli stesse leggendo nel pensiero. Gally alzò gli occhi al cielo e sbuffò leggermente, come se si stesse costringendo a fare qualcosa che non avrebbe mai fatto.

—È successo qualcosa? Stai...stai bene?—disse alla fine, in un tono di voce che fece trasparire perfettamente quanto poco fosse abituato a fare domande del genere. E Newt ne rimase profondamente stupito. Si erano sempre comportati da estranei, tranne in rarissime e strane occasioni, e adesso quella domanda?
—Come mai ti interessa?—fece il biondino, diffidente, e sempre pronto sul piede di guerra..
—Te l'ho detto che ho un conto in sospeso con Thomas.—Gally faceva il vago.
Newt lo guardò come a dire "E quindi?".
—Tu sei suo amico.—
—Io e Tommy non siamo amici.—si affrettò a dire il biondino.
—Ah no?—Gally era scettico—Tu e Tommy non siete amici? Allora cosa? Amanti? Ex? Non sono stupido, è evidente che qualcosa stia succedendo fra voi due.—
Newt boccheggiò, cercando di capire cosa dire. Non avrebbe saputo dire cosa fossero, lui e Thomas. Fino a qualche tempo prima l'odio nei suoi confronti lo stava consumando, ma nell'ultimo periodo si erano ritrovati ad incontrarsi sempre più spesso. E quei baci, poi, erano stati inequivocabili.

Rainy Days|NewtmasWhere stories live. Discover now