v e n t u n o

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-Cosa?-
-Devo trovarlo.-
-Ma Newt...come...-
Newt non lasciò che Thomas finisse la frase.
-Lo devo a mia madre. Devo sapere se si ricorda di lei. Devo sapere se ha un minimo di rimorso. Se è consapevole di averle rovinato la vita.-
-Newt, ci son tante cose che potrebbero andare storte...
-Tommy, io devo sapere. Non troverò mai pace, altrimenti.-

Thomas lo strattonò in casa tirandolo per un braccio, e lo fece sedere sul divano, tentando di farlo ragionare. Stava sicuramente delirando per arrivare a pensare una cosa del genere.
-Newt, ragiona. Non buttarti a capofitto in imprese di cui potresti pentirti.-
-No, Tommy, tu non capisci, non puoi capire.- Newt scosse la testa, sospirando e passandosi con forza una mano attraverso i capelli fradici.
Thomas si sedette accanto a lui, osservandolo con un'espressione notevolmente preoccupata: Newt non sembrava essere in sè. Continuava a tremare, senza smettere, ora di tormentarsi le mani fino a far sbiancare le nocche, ora di muovere con frenesia la gamba sinistra, il tutto, col cuore che gli batteva così forte da fargli mancare il respiro.
Per una volta, si sentiva vicino alla soluzione, e per una volta aveva una speranza, una speranza alla quale aggrapparsi. Sperava di non somigliargli, sperava che stesse pagando in qualche modo per quello che aveva fatto a sua madre. Sperava, sperava disperatamente che se avesse saputo che qualcuno stava pagando per aver rovinato la vita di sua madre ma anche la sua, avrebbe dormito sonni più tranquilli.

-Spiegami, allora, fammi capire. Fammi capire perché vuoi trovarlo così tanto. Perchè Newt...è un rischio troppo grande. Un rischio che non dovresti correre.-
Newt fissò lo sguardo in quello di Thomas, accorgendosi solo in quel momento di quanto il ragazzo apparisse distrutto. E gli si spezzò il cuore: chissà quanto doveva essere stato in pensiero per lui. Forse aveva fatto un errore ad andare a casa sua, forse sarebbe stato chiedergli troppo.
Ma ormai era troppo tardi: anche se fosse riuscito a dissuaderlo dall'aiutarlo nelle sue ricerche, Thomas meritava una spiegazione da parte sua.

-Senti, Tom, io..sono più che consapevole dei rischi e di quante cose potrebbero andare storte. Ma devo trovarlo. Devo sapere che non gli somiglio. Devo sapere se si ricorda di lei, se sa che fine ha fatto e se si rende conto che è stata tutta colpa sua. Devo sapere se ha un minimo di rimorso, capisci?- Newt non era riuscito a trattenersi ed era scoppiato a piangere - Che cazzo, ha la vita di mia madre sulla coscienza. Io devo, devo sapere se sta pagando per questo.-
Newt singhiozzava, con la testa tra le mani,Thomas di fianco a lui che non sapeva cosa dire nè come comportarsi. Avrebbe voluto poter chiedere consiglio ai suoi amici, che probabilmente erano lì che origliavano dietro la porta.

Si avvicinò al biondino e lo strinse tra le braccia, sospirando, mentre questo ancora piangeva disperato sul suo petto. Era come avere un cucciolo indifeso tra le braccia. Newt era in frantumi, e Thomas era convinto di poter riuscire a ricomporlo, pezzo dopo pezzo, anche se fosse servita una vita intera.

Ma era preoccupato. Preoccupato perchè sapeva, sapeva in cuor suo, che trovare quell'uomo avrebbe messo a dura prova l'anima del ragazzo che stringeva tra le braccia, già stremata e in ginocchio.
Non voleva che quell'incontro uccidesse il Newt che conosceva, non avrebbe sopportato di vederlo soffrire ancora. Come poteva permettergli di fare una cosa che probabilmente avrebbe ucciso il suo spirito per sempre? Il trauma, l'ennesimo, che Newt avrebbe dovuto superare, sarebbe stato troppo grande, perfino per lui che ne aveva passate di tutti i colori ed era così forte.

Rainy Days|NewtmasWhere stories live. Discover now