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Come aveva saggiamente previsto, Thomas non chiuse occhio tutta la notte

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Come aveva saggiamente previsto, Thomas non chiuse occhio tutta la notte. Si rigirò nel letto, ora coprendosi fino al mento, ora scagliando via le coperte, ora con la testa sul cuscino, ora con la schiena appoggiata al muro. Si prese la testa fra le mani, e sospirò profondamente, un sospiro così frustrato che chiunque avrebbe capito cosa stava accadendo nella sua testa.

Newt. Newt era stato sempre bravissimo a leggerlo, a comprenderlo. Sembrava che avesse la chiave della sua mente, il codice per decifrare i pensieri di Thomas, anche quelli che il moro stesso non riusciva a comprendere. Lui, invece, non ci era mai riuscito. Non era mai riuscito a capire cosa Newt stesse pensando, non era mai riuscito a comprenderlo, perchè il dolore che il biondo si portava dietro era così grande che nessuno lo avrebbe mai capito. E come poteva aiutarlo a stare bene se non riusciva a capirlo?

Thomas si sentiva tremendamente inutile, impotente, e incapace. E soprattutto stupido. Stupido perché lo aveva lasciato lì, se ne era andato. Avrebbe dovuto insistere, non avrebbe dovuto arrendersi così facilmente. Ma aveva sempre paura di fare la cosa sbagliata. Newt era da trattare con le pinze, e una parola di troppo poteva causare l'ennesima crepa nel suo fragile cuore malmenato. Ecco perché Thomas non aveva mai idea di come comportarsi: Newt era un libro indecifrabile per lui, una cassaforte impossibile da aprire. Eppure Newt aveva tanto da condividere.

Thomas sbuffò per l'ennesima volta, mettendosi seduto sul letto. Ripensò al racconto di Newt, alla storia di sua madre e alle sensazioni che quel racconto gli aveva fatto provare. Si era stupito di quanto una persona potesse diventare fragile e vulnerabile, a tal punto da venire spezzata in due dal proprio dolore. A tal punto da porre fine alla propria vita.

Ne era terrorizzato, Thomas. Terrorizzato di non riuscire a sopportare il dolore che la vita un giorno gli avrebbe messo davanti. Terrorizzato di venire consumato da quelle sensazioni, di perdere se stesso, di non avere la forza di rialzarsi. E Dio, Dio se lo temeva anche per Newt. Temeva che il ragazzo fosse molto vicino al proprio punto di rottura, e si chiedeva con timore quale sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Sapere la verità sulla madre era già stato un duro colpo.

E improvvisamente, non appena chiuse gli occhi, e alla penombra della sua stanza si sostituì il buio, l'immagine di Newt disteso sul pavimento gli passò davanti allo sguardo. Il suo corpo, che giaceva scomposto sul pavimento, era freddo, le sue labbra blu, e il suo cuore immobile e silenzioso. Il viso era contratto in una strana smorfia, forse di pace. La pace arrivata con la morte.

Thomas annaspò, quasi svegliandosi da un brutto sogno, un sogno ad occhi aperti che gli era sembrato tremendamente reale. Fin troppo reale.

Velocemente scagliò le coperte lontano, si alzò dal letto, infilò una felpa sulla maglia del pigiama, le scarpe da ginnastica e uscì dalla sua stanza. Il russare di suo padre un paio di stanze più in lá lo fece ritornare lucido. Dunque si fermò a riflettere per un attimo, poi accese la luce in cucina, scribacchiò su un post-it una scusa nel caso in cui non l'avessero trovato l'indomani a letto e corse fuori.

Rainy Days|NewtmasDonde viven las historias. Descúbrelo ahora