v e n t i t r è

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Il viaggio di ritorno fu lento e silenzioso

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Il viaggio di ritorno fu lento e silenzioso. Thomas guidava, entrambe le mani sul volante, e ogni tanto spostava lo sguardo dalla strada a Newt. Il biondino non aveva aperto bocca da quando avevano lasciato il college e il suo viso non aveva lasciato trasparire alcun tipo di emozione, come se fosse intrappolato all'interno di una bolla e immune da qualsiasi stimolo esterno.
Thomas non aveva voluto dire o fare niente, sentiva che qualsiasi cosa che avrebbe potuto dire o fare sarebbe stata stupida o tremendamente inutile.

Newt, dal suo canto, sul momento aveva cercato di aggrapparsi a qualcosa pur di non sprofondare nel buio, ma poi aveva rinunciato. Si era ritrovato senza forze e si era lasciato andare. Era esausto, stanco di combattere, stanco di reprimere il suo dolore e illudersi di essere forte abbastanza da superare tutto quello. Si era sopravvalutato: e questa volta sentiva che non ce l'avrebbe fatta. E forse non voleva nemmeno. Forse non ne valeva nemmeno più la pena.

Non riusciva proprio a capacitarsi di quella situazione. Come era anche solo umanamente possibile che quel pezzo di merda l'avesse fatta franca e adesso vivesse la sua vita perfetta con la sua famiglia perfetta pur avendo la coscienza così sporca? Aveva praticamente ucciso sua madre nel modo più lento e usurante che esista, senza nemmeno saperlo. Probabilmente non si ricordava nemmeno di Sheila Isaacs, figuriamoci se era anche lontanamente venuto a sapere della sua morte. Non era giusto. Niente di tutto quello era giusto. Non era giusta la sua esistenza, non era giusto che sua madre fosse morta. Magari se lui non fosse mai nato, se sua madre avesse veramente abortito, avrebbe separato più facilmente il trauma.
Non aveva più nemmeno la forza di arrabbiarsi, era solo immensamente disgustato. E se già la sua fiducia nell'umanità era più che scarsa, adesso era completamente inesistente. Era assurdo che certe persone solo perchè considerate più influenti avessero la priorità sulla vita delle altre.

Sentiva lo sguardo di Thomas su di sè, ma in quel momento avrebbe voluto semplicemente stare da solo e annegare nel suo dolore. Non voleva altre persone intorno, e forse non ne avrebbe volute mai più. Che senso aveva vivere, a quel punto? Per chi avrebbe dovuto vivere? C'era davvero qualcuno che non avrebbe potuto vivere senza di lui? Ne dubitava.

Arrivati davanti al suo condominio, il sole era ormai calato da un pezzo. E come la luna si era sostituita al sole, così il buio calava sull'animo di Newt. Era troppo tardi ormai. Stava precipitando, e non aveva voglia di trovare un appiglio per salvarsi. Non voleva essere salvato, non lo meritava.

Thomas, dal suo canto, stava osservando la sua paura più grande prendere forma davanti ai suoi occhi, e forse lì per lì non lo aveva ancora completamente compreso. Ma nel suo profondo, sapeva, si stava rendendo conto che Newt si stava sgretolando proprio sotto il suo sguardo, senza che lui potesse farci nulla.
E quando, per una frazione di secondo, i suoi occhi incontrarono quelli di Newt gli sembrò di non riconoscerli più e di averlo perso per sempre.
E la paura prese il sopravvento.

-Okay, chiamo Minho così mi invento una scusa con i miei e posso rimanere da te stanotte...-iniziò a farneticare febbrilmente, cercando il cellulare con fare nervoso nelle tasche del cappotto.

Rainy Days|NewtmasKde žijí příběhy. Začni objevovat