d i c i a s s e t t e

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-Ti ha accompagnato lui stamattina, eh?-Newt per poco non fece cadere la chiave inglese che stava facendo roteare tra le dita della mano destra, piegato ad osservare il motore di un auto

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-Ti ha accompagnato lui stamattina, eh?-
Newt per poco non fece cadere la chiave inglese che stava facendo roteare tra le dita della mano destra, piegato ad osservare il motore di un auto. Si voltò, e trovò Gally alle sue spalle, le braccia incrociate al petto e il viso sporco di grasso.

-Eh?-fece Newt, cadendo dalle nuvole.
-Oh, andiamo-Gally si spostò lo strofinaccio lercio sull'altra spalla con fare di sufficienza-Ti ho visto scendere dalla sua macchina, oggi. Quel catorcio funziona ancora, evidentemente.-
Il biondino boccheggiò, non sapendo cosa rispondere: il comportamento di Gally lo destabilizzava, non riusciva a capire quale conto in sospeso potessero avere lui e Thomas da costringerlo a fare da confessionale all'ultimo arrivato nell'officina.

-Sì, e allora?-disse alla fine, tentando di mascherare il suo nervosismo.
-E allora adesso è tutto sistemato fra voi due?-
"Sistemato" pensò Newt, "Più o meno."
Gally sorrise impercettibilmente: Newt non l'aveva mai visto sorridere, perciò non avrebbe saputo dire se il suo fosse un sorriso sincero o se fosse beffardo come il suo istinto gli suggeriva.

-Bene-Gally si sfregò le mani senza aspettare ulteriormente una risposta-Fagli sapere che è stato merito mio.-
-Merito tuo?-
Il ragazzo, che si era voltato per andare via, tornò a guardare Newt con un sopracciglio alzato.
-Esatto.-
-E secondo quale logica sarebbe stato merito tuo?-
Gally ridacchiò, scuotendo la testa.
-Se non ti avessi fatto rendere conto della tua gelosia per le precedenti conquiste di Thomas tu saresti ancora qui a struggerti per la tua tragica storia d'amore nello stanzino.-

Newt ricordò quella volta che Gally lo aveva trovato sul pavimento dello stanzino, nella frustrazione più totale, e lo aveva convinto a "sopportare" Thomas per tenersi il lavoro. Sembravano essere passati anni.

-Io non...-balbettò, facendo ridacchiare per l'ennesima volta Gally, che fece per andarsene una seconda volta.
Era quasi arrivato dalla parte opposta dell'officina, vicino all'ufficio di Jorge, quando Newt urlò qualcosa che lo fece tornare indietro.
-Ma che diavolo è successo di così grave tra voi due? Che diavolo avrai fatto di tanto brutto?-
-Eri segretamente innamorato di lui e hai fatto qualcosa che non dovevi?-continuò ironico Newt, pentendosi immediatamente, certo di aver esagerato.

Gally era ormai ad un palmo dal suo viso. Gli poggiò un dito sul petto, picchiettando ad ogni parola che usciva dalla sua bocca, facendolo indietreggiare.
-Pive, tu non mi conosci. Non osare parlare di cose che non sai.-
Newt rimase a bocca aperta: il fuoco ardeva nelle iridi del ragazzo di fronte a lui, un fuoco che lo terrorizzava. Sentiva improvvisamente la gola secca, ma si sforzò di trovare il fiato per controbattere.

-Mi sembra legittimo sapere quale sia il vostro conto in sospeso. Tu sai già troppo di me, senza che io sappia nulla di te.-
Gally si allontanò leggermente.
-E non ringrazio le persone delle quali so a malapena il nome.-concluse Newt.
Il ragazzo di fronte a lui alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Per la prima volta, il suo viso si contrasse in una smorfia di indecisione e Newt riuscì finalmente a capire cosa frullasse in quella testa ricoperta da una zazzera di capelli neri.
Alla fine Gally grugnì, strizzando gli occhi, per poi inspirare profondamente.
Si appoggiò ad un'auto vicina, pulendosi le mani nel suo strofinaccio, in un gesto più di nervosismo che per pulirsi realmente le mani incrostate di grasso.

Rainy Days|NewtmasWhere stories live. Discover now