Capitolo 11

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LOUIS' POV

Mi svegliai, lunedì mattina, 7:30, scuola. Poi ricordai della giornata precedente ed ora potevo dire di essere fidanzato. Anzi, non lo potevo dire e tutto questo mi sembrava un pò alla top seecret, come in quei film in cui le spie hanno missioni da svolgere nella più totale riservatezza per non farsi scoprire o peggio uccidere; io ed Haz? Uguale. Dovevamo frequentarci dicendo di essere migliori amici, non farci notare da nessuno mentre ci baciavamo e non fare cose eccessivamente sdolcinate in publico. Così avevamo deciso. A me sinceramente andava bene, anche perchè se mia madre avesse scoperto che sono Gay mi avrebbe sicuramente cacciato di casa perchè omofoba; A quanto pare anche la madre di Harry era uguale alla mia e perciò dovevamo fare ancora più attenzione a tutto. Dopo che ebbi riflettuto a lungo su come comportarmi a scuola e cosa mettermi per tentare di piacergli ancora di più feci colazione e uscii di casa correndo verso scuola perchè evidentemente avevo pensato troppo e fatto poco, infatti ero veramente in ritardo. Dovevo entrare in terza ora perchè la seconda, algebra, non mi piaceva affatto. Mi misi seduto sul muretto fuori scuola e diedi dieci banconote al bidello per non dire ai professori che ero lì fuori. In veritá non gliele avevo date per non parlare, anche per quello sicuro,  ma soprattutto perchè non arrivava a fine mese e aveva moglie e tre figli piccoli e volevo aiutarlo. Ad un certo punto vidi una sagoma che portava lo zaino che correva all'impazzata per arrivare in classe ma non riuscivo bene a capire chi fosse per via del sole in faccia. La sagoma poi cadde e riconobbi i suoi ricci. Sinceramente stavo ridendo per l'imbranataggine di Harry ma lo andai ad aiutare.

HARRY'S POV

Correvo, correvo, correvo e correvo. Ero in ritardo per la prima ora, anche se non volevo farla ma io non arrivavo quasi mai in ritardo se non perchè dovevo lavare i piatti della colazione e della sera prima! Questa volta era colpa dei vestiti, dato che per piacergli avevo provato tutti i vestiti esistenti nel mio armadio e alla fine vidi l'ora e misi gli abiti di sempre. Ero vicinissimo all'entrata quando per colpa dello scalino che non ricordo mai che c'è inciampai come un idiota.  Vidi dei piedi a me famigliari e una mano che mi veniva tesa. Solo dal suo tocco capii chi era. Era il mio Boo.

-"Cosa ci fai qui?" Chiesi. "Non dovresti essere in classe?"

-"Mi ero perso nei pensieri e non ho visto l'ora tutto qui. Credo che entrerò in terza ora perchè odio algebra" disse con tono dolce.

-" Anche io pensavo di entrare in terza ora..."  non era vero, ma per stare di più con lui qualsiasi cosa.

Ci sedemmo sul muretto di fronte alla scuola e ci demmo appuntamento davanti alle macchinette all'intervallo prima di entrare nelle nostre classi.

L'ora che li separava dall'incontro passò molto lentamente ma la sorte non volle che quell'intervallo fosse uno dei migliori.

LOUIS' POV

Mi guardavo intorno da più di dieci minuti e non trovavo il mio piccolo cup cake. Vedevo solo bulli che ridevano sotto i denti. 'Ne avranno combinata una delle loro a qualche studente più piccolo' pensai. Dovevo trovare il mio cuore al più presto perchè mi stavo cominciando a preoccupare così decisi di andarlo a cercare nell'altro corridoio.

HARRY'S POV

Più correvo più loro mi inseguivano. Dovevo trovare un riparo. Alla fine vidi un ripostiglio aperto e mi ci misi dentro. All'inizio sentivo dei passi poi più niente. Era un silenzio assordante. Feci capolino con la testa per vedere che non c'era più nessuno ma mi arrivò un pugno in piena faccia che mi fece praticamente tornare indietro facendomi sbattere contro scope e secchi. Poi silenzio. Stavo per alzarmi ma avendo gli occhi chiusi per il dolore non riuscii a vedere chi mi colpì poco dopo in pieno stomaco facendomi accasciare ancora di più a terra. Silenzio. Stavo per prepararmi ad un nuovo colpo quando sentii una cosa ancora peggiore: la porta che si chiudeva a chiave. Ma la cosa più brutta fu sentire la voce di Lou nel corridoio che chiamava il mio nome con i bulli ancora lì in giro. Cazzo.

They can't know ||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now