act eight; 25 days

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Non appena Felix si svegliò allungò le braccia verso una parte del letto, c'era il vuoto. Si girò verso l'altro lato e toccò il materasso, neanche lì c'era nessuno. Si sollevò e si guardò intorno, poi mise i piedi per terra e dopo essersi messo le ciabatte — e aver controllato che Changbin non fosse in bagno — andò al piano di sotto. Lo trovò lì, insieme ai suoi genitori seduto al tavolo. "Ti sei svegliato." disse sua madre. "Changbin non si sentiva bene quindi gli ho preparato un po' di camomilla, ne vuoi?"

Lo sorprendeva la confidenza che si era già preso con sua madre. "Sì. Che hai?" andò a sedersi accanto a lui e si versò della camomilla in una tazza.
"Devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male." rispose, o forse erano state le schifezze che avevano bevuto. "Però tua madre mi ha dato una medicina quindi starò meglio."
"Quello che gli ho dato lo aiuterà a rimettere in moto lo stomaco, anche se in modo un po' brusco — tra poco potresti dover correre in bagno ma almeno ti libererai di ciò che ti ha fatto stare male."
"Mamma, stiamo mangiando." si lamentò il minore. "Papà? Non dici niente?"
L'uomo stava leggendo qualcosa al cellulare. "Stavo leggendo le notizie, venticinque giorni." disse, togliendosi gli occhiali.
"Non è il momento di parlarne." quasi lo rimproverò sua moglie, vedendo suo figlio intristirsi. "Oggi vi va se facciamo una grigliata? Ho della carne nel congelatore in garage, possiamo tirarla fuori. E non c'è bisogno di andare al negozio, abbiamo abbastanza cibo lì." si voltò verso Felix e cambiò discorso. "Se Changbin sta meglio dopo fatti aiutare e portate tutto nella credenza qui."

"Va bene. Vado a fare una telefonata." si alzò e andò a prendere il suo cellulare, dopodiché telefonò a Jeongin. Era molto legato a lui e sentiva fortemente la sua mancanza, voleva chiedergli quando sarebbe tornato dato che suo padre gli aveva appena ricordato che aveva meno di un mese da vivere. Subito dopo aver fatto partire la chiamata sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime, ci portò una mano sopra e le asciugò prima che potessero cadere. "Jeongin, come stai? A me va tutto bene..." chiacchierò con lui per una decina di minuti, finché il minore non gli disse che sua madre lo stava cercando e che doveva aiutarla con degli scatoloni. Si era seduto sulla panchina fuori casa, non faceva freddo quella mattina, non aveva su neanche il cappotto. Poco dopo sentì la porta principale aprirsi, si voltò e vide che era Changbin. "Stai meglio?" gli domandò.

"Sì, non so cosa mi sia preso, mi sono svegliato con la nausea." si sedette accanto a lui e gli prese la mano. "Tu come stai? Tua madre ci ha chiesto di andare in garage a prendere quelle cose, non ho idea di dove sia quindi non posso andare da solo."
"Va bene, possiamo andare." gli accarezzò il palmo con le dita.
"Prima di pranzo potremmo uscire per fare una passeggiata... romantica." mormorò.
Non riuscì a sentirsi felice dopo quell'affermazione. "Changbin, io non voglio morire."
Il più grande gli lasciò la mano e la portò contro la sua testa, la avvicinò a sé e gli lasciò un bacio sulla tempia. "Ora pensa a vivere." mormorò, spostò le dita in basso e dopo avergli afferrato il mento lo fece voltare verso di lui, poi lo baciò sulle labbra. Dopo qualche secondo sentì la porta aprirsi e si allontanò velocemente.
"Tuo padre ha aperto il garage, potete andare quando volete." la donna richiuse la porta subito dopo. Changbin continuò a stringergli la mano e sorrise.

Insieme camminarono verso il retro, c'era davvero molto cibo lì, non capiva perché i suoi genitori avessero quella strana mania di accumulare qualsiasi cosa ma si era rivelato utile alla fine, aprì il congelatore e prese a passare a Changbin i sacchetti con la carne. "Tu comincia a portare questi di lì."

"Vado." aveva le mani piene di carne, inoltre quella era roba congelata e non era molto piacevole da tenere stretta visto il clima altrettanto freddo, corse verso casa e andò a posare tutto sul ripiano della cucina. Riportarono lì anche varie cose che erano terminate quali i cereali, i noodles e altri pacchi di cibo che mangiavano giornalmente, una volta completato tutto risalirono in camera a riposare un po'. Changbin ormai reputava quella casa anche casa sua, aveva superato in fretta il periodo di disagio e imbarazzo, si sentiva bene lì. Al contrario, per quanto a Felix piacesse la sua compagnia era strano non passare tutto il giorno da solo come faceva di solito — aveva meno tempo per pensare e quella era una cosa positiva, anche se forse gli mancava riflettere per bene su tutto quanto da solo. Si distese accanto al maggiore che aveva già preso possesso del letto e lo abbracciò. "Ci sono ancora così tante cose che non so di te." disse piano.

the end of the world - changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora