act seventeen; bond

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Era passata un'altra settimana, e ne mancavano meno di due alla fine. Stavano tutti affrontando quella consapevolezza in modo diverso, Changbin e Felix passavano quasi ogni momento delle loro giornate insieme ma nonostante ciò non si annoiavano mai. C'era sempre qualcosa di nuovo da fare, cucinare una nuova ricetta, guardare un nuovo film mentre si facevano le coccole, sfondare le porte di qualche nuovo negozio e prelevare ciò che gli serviva. C'erano anche momenti brutti, momenti in cui il panico saliva ad entrambi e non riuscivano a consolarsi a vicenda, in cui piangere non era abbastanza per sfogarsi, avrebbero solo voluto distruggere qualsiasi cosa e svegliarsi da quell'incubo. In quelle ultime notti non dormivano molto, in generale preferivano parlare, anche di cose stupide, ma passare mezza giornata a dormire gli sembrava stupido — dopotutto, avrebbero avuto l'eternità per farlo.

Per quel motivo Felix era sempre più stanco e gli capitava di appisolarsi dopo pranzo, come in quel momento, stava dormendo sul petto di Changbin che era al cellulare. Sua madre gli aveva inviato dei messaggi in cui gli chiedeva come stava, aveva risposto senza nessun tipo di rancore. Ci aveva pensato molto e avrebbe sicuramente voluto rivederli, dopotutto erano i suoi genitori. Erano già passate due ore da quando Felix aveva cominciato a dormire, decise di muoversi un po' per svegliarlo in modo delicato visto che si stava annoiando. "A scuola... entro alla seconda ora stamattina..." borbottò, Changbin scoppiò a ridere e lo vide aprire un occhio confuso. "No." si alzò di colpo, la testa gli girava. "Changbin." sbuffò, lanciandosi sul suo stomaco. "Scusa, non volevo dormire, com'è possibile? Avevo anche bevuto il caffè prima."

"Fa niente, eri troppo stanco." gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi. "Sei proprio carino mentre dormivi su di me, ti ho fatto delle foto."
"Hey." lo disse a bassa voce, non aveva neanche forza di urlare.
Sorrise e lo baciò. "Ti andrebbe di uscire a fare qualche stronzata?"
"Sì, ti prego." in quegli ultimi giorni aveva piovuto ed erano rimasti chiusi in casa, quel pomeriggio c'era un tempo relativamente bello fuori. "Ma devo darmi una sciacquata prima."
"Ti aspetto allora."

Andò in bagno e si lavò il viso, poi si mise anche le scarpe in modo da essere pronto per uscire. Ritornò in camera e sorrise a Changbin che lo seguì fuori dall'abitazione. Il minore chiuse attentamente a chiave e camminarono mano nella mano verso una destinazione indefinita — Changbin aveva detto che avrebbero fatto qualcosa di divertente, si fidava di lui. Camminarono verso la piazza e la superarono, il corso era silenzioso, non appena raggiunsero un negozio la cui porta in metallo era chiusa, Changbin si tolse lo zaino dalla schiena e tirò fuori il piede di porco che ormai usavano da giorni, lo avevano trovato in una ferramenta. "Ma ne vale la pena?" non aveva idea di che negozio fosse quello, e aveva sempre un po' d'ansia nel fare quelle cose.

"Fidati." forzò la serranda, non c'era nessun allarme. Felix capì subito di che negozio si trattava. "Oltre a voler regalare qualcosa a te, voglio prendere una cosa per mia madre. Sai, prima non guadagnavo e non potevo regalarle niente, quando ho cominciato a lavorare non mi parlava più perciò... ora devo rimediare."

Entrarono nella gioielleria e si guardarono intorno, c'erano un sacco di gioielli, il pensiero che potessero diventare tutti suoi sembrava qualcosa di stupido a Felix. Prima, quell'oro avrebbe avuto un valore inestimabile, ora non significava niente. Guardò Changbin che stava andando verso di lui con un ciondolo e sorrise. "Che roba è?"

Glielo mise intorno al collo e lo baciò. "Il tesoro dei pirati. Prendi tutto ciò che vuoi."

Si divisero e si guardarono intorno, Felix mise nel suo zainetto degli anelli e una collana per sua madre, c'era davvero fin troppa roba per una persona sola. Restò ad osservare la foto affissa alla parete, raffigurava, forse, la famiglia che era proprietaria di quel locale. C'era anche un bambino piccolo tra di loro e si chiedeva cosa ne sarebbe stato di tutti i neonati che i suoi genitori stavano aiutando a nascere in quel momento, non gli pesava di loro, non avrebbero capito niente — gli dispiaceva per tutti i genitori che non avrebbero potuto godere dei bambini che avevano aspettato con tanto amore e che sarebbero spazzati via con un soffio. Era sul punto di cominciare a piangere lì e in quel momento, per fortuna arrivò Changbin che gli mise una mano sulla spalla, facendolo sussultare e allo stesso tempo aiutandolo a staccarsi da quei pensieri. "Ti ho portato una cosetta." lo vide inginocchiarsi e inarcò un sopracciglio confuso.

the end of the world - changlixWhere stories live. Discover now