final act;

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quando lascerò pelle e ossa
superando il mio battito finale
mi demolirò pezzo per pezzo
e saprò che la morte non è una sconfitta

Felix stava apparecchiando la tavola in silenzio, il rumore dei bicchieri che finivano per toccare la superficie di legno formavano una melodia agghiacciante. Di fronte a lui c'era la madre di Changbin, lei si occupava del cibo, c'era un buon odore in tutta la casa grazie a ciò che aveva preparato. Ogni rumore estraneo bastava a farlo sussultare, la pentola a pressione che cominciò a fischiettare gli aveva fatto aumentare la velocità del battito cardiaco di colpo, si rese conto che non era niente di serio e prese altri piatti dalla credenza. Con le mani che tremavano, li sistemò sulla tavola. "Ho finito. Serve altro?" domandò a sua madre, anche lei impegnata ai fornelli.

"No Felix, grazie." le si avvicinò e lei sorrise. "Che c'è?" rimase in silenzio non appena suo figlio la abbracciò. Abbandonò il cucchiaio di legno e ricambiò l'abbraccio, stringendolo forte.

Dopo un po' il ragazzo si allontanò, raggiunse il salotto dove c'erano Changbin, Hyunjin e Jeongin. Il solo pensiero di parlare, di aprire bocca e dire qualcosa lo terrorizzava, sarebbe potuto scoppiare in quel preciso momento e non voleva. Andò a sedersi accanto al suo fidanzato e lasciò che le mani del più grande accarezzassero le sue, le guardava attentamente e cercava di fissare quell'immagine nella sua testa per non dimenticarla mai. Non credeva ci fosse bisogno di dire qualcosa, in effetti. Tutto ciò che doveva dire lo aveva detto, era andata, in quel momento era troppo tardi — troppo tardi per tutto.

aggrappandosi forte a ciò che rimane del nostro tempo
ci siamo nascosti, ma è tutto nel progetto
perché dobbiamo lottare contro qualcosa che non riusciamo nemmeno a definire?
non aver paura, attraversiamo tutti la stessa linea

Erano riuniti tutti a tavola. Le loro quattro famiglie erano vicine e Changbin non riusciva a capire come facessero i suoi genitori a sorridere mentre chiacchieravano come se niente fosse, non capiva come riuscissero a godersi quel cibo quando la sola idea di ingerire qualcosa gli provocava una fortissima nausea. Non aveva fame, c'era il suo piatto preferito davanti ai suoi occhi e non riusciva a mangiarlo, era come pietrificato. Nel guardare Felix, accanto a sé, che a fatica metteva in bocca del riso sentì un grosso magone in gola. Avrebbe solo voluto dirgli che sarebbe andata bene come aveva fatto fino a quel momento ma ormai era troppo tardi, non sarebbe andata bene, non era quella la fine che tutti volevano, non era mai stato nei suoi programmi morire a poco più di diciannove anni. Non sarebbe andata bene, quindi come poteva permettersi di sorridere? Non ci riusciva, lui.

Mise una mano sulla gamba del suo fidanzato e per la prima volta da quando si conoscevano non ottenne niente. Non un sorriso, né un cambio di espressione improvviso. Felix se ne stava fermo, immobile, a guardare un punto fisso. Sapeva a cosa stava pensando e la consapevolezza che tutte quelle brutte cose avessero preso possesso nella sua mente lo distruggeva, non lo meritava.

nella notte, bruciamo e ci infuriamo
nella morte, ripaghiamo per il tempo su questo palco
le luci sono accecanti, ma non smarrire la strada
perché una volta che prende fuoco, la fiamma dovrà spegnersi

"Signore, grazie per averci permesso di passare una serata tranquilla e insieme, i tuoi progetti sono infiniti e solo tu puoi conoscere la loro grandezza, ci affidiamo a te e speriamo che tu possa guidarci verso la felicità." il padre di Felix aveva proposto di fare un giro di preghiere e pensieri, e lui aveva cominciato a parlare. "Grazie per avermi dato una moglie magnifica, un figlio che adoro e amo con tutto il mio cuore, e per avermi concesso di vivere fino ad oggi." smise di parlare, così fu la madre di Felix a dire qualcosa.

the end of the world - changlixWhere stories live. Discover now