Chapter Two

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Non sapevo cosa fare. Dovevo andare? Non dovevo andare? Dannazione era pur sempre un pilota di Formula 1, tra tutte le persone con cui può passare del tempo ha scelto me, mi sento certamente onorata ma non credo che andrò nonostante la voglia sia molta. Ero così assorta nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta della presenza di mia sorella nella stanza "smettila di fissarmi" le dissi con prepotenza "non so cosa stia succedendo ma non ti ho mai vista così. È per questo che ti fisso" rispose lei con ovvietà "un ragazzo mi ha chiesto di uscire ma non voglio andarci. Se i nostri genitori lo scoprissero finirei nei guai" al che lei mi lanciò un'occhiata che di buono aveva ben poco "Andrea hai 25 anni va e vivi la tua vita. Tu più di chiunque altro meriti di vivere felice. I due vecchi giù di sotto si comportano davvero male con te." Non potevo davvero dargli torto ma non ero ancora totalmente convinta di voler andare, così "è Boccolacci" dissi tutto d'un fiato. "Boccolacci, quel Boccolacci?!" dire che era scioccata era dir poco. Annuii senza proferire altre parole dandole il tempo di metabolizzare la cosa "tu mi stai dicendo che Boccolacci ti ha scritto di uscire e tu ci stai ancora pensando? Sei matta, lasciatelo dire. Hai una cotta per quel ragazzo da anni, hai avuto la fortuna sfacciata di incontrarlo e non sai se andare" disse per poi scuotere la testa rassegnata "non voglio rovinarmi l'idea che ho di lui. E se si rivelasse stronzo o qualcosa di peggio?" era pressoché impossibile visto come si era comportato stamattina ma mai dire mai.
Presi nuovamente il telefono per controllare l'ora mancavano dieci minuti all'appuntamento e ancora non sapevo che fare. Ovviamente questa situazione aveva i suoi pro e i suoi contro ma, forse spronata dalle parole di mia sorella decisi di prepararmi e raggiungerlo. Dopo essermi lavata ero in netto ritardo "dannazione a me odio essere in ritardo" pensai. Mandai un messaggio a Dorian chiedendogli scusa per il ritardo promettendo poi che sarei arrivata il prima possibile. Misi un paio di leggings, una t-shirt ed una felpa nera visto che non faceva poi così caldo e corsi giù dalle scale cercando di fare il meno rumore possibile.
Appena l'aria fresca colpì il mio volto mi sembrò di tornare a vivere e mi diede, inoltre, la forza necessaria per affrontare ciò che stava per accadere. Ero a qualche metro dall'ufficio, nonostante fossero le undici le vie brulicavano ancora di gente tanto che non riuscivo a capire chi andava in un senso o nell'altro. Ed ecco perché mi ritrovai di nuovo con il culo per terra "se questo è il modo in cui dobbiamo incontrarci tutte le volte è meglio che prendi provvedimenti" disse una voce sopra la mia testa "non è colpa mia se sei sprovvisto di gentilezza e modo" dissi io cercando di pulirmi i pantaloni "a tua discolpa puoi raccontare che sei stata colpita da una stella" mi sorrise lui schiacciandomi un occhiolino prima di riprendere a parlare "sono appena uscito dallo Starbucks qui all'angolo, è pieno di gente e non credo sia il luogo ideale dove passare la serata" annuii essendo totalmente d'accordo con lui, era una celebrità dopotutto, non doveva dare nell'occhio. "Allora dove andiamo?" chiesi con evidente confusione "conosco un parco nella zona, non è molto frequentato, possiamo andare lì se ti va bene". Mi ritrovai così a seguirlo.
Camminammo per quelle che sembravano ore mentre l'imbarazzo che provavo in quel momento era qualcosa di indescrivibile. Arrivammo finalmente al parco che, come aveva detto lui, era quasi deserto, eccetto per qualche coppietta sparsa qua e là "ed eccoci arrivati. Questo è il parco Montsouris" disse lui con molta felicità "quando sono in città non perdo occasione per venire qui, è il mio posto preferito in assoluto". Ed ecco come sono finita nel parco degli innamorati con un pilota di F1, la vita a volte è strana forte.
Eravamo sdraiati sull'erba a pochi centimetri l'uno dall'altra e, nonostante l'imbarazzo che aleggiava tra noi, cominciavo a tranquillizzarmi, cominciavo a pensare che nonostante tutto non era così male. Sembrerà strano da dire ma sentivo una sorta di connessione tra noi "forse dovuta al fatto che lo segui da praticamente metà della tua vita?" pensai di nuovo, il problema era che una risposta non ce l'avevo.
Alla fine restammo lì, in silenzio, a goderci la compagnia reciproca finché a quanto pare, mi addormentai.

Sleeping With A F1 Pilot || Dorian BoccolacciWhere stories live. Discover now